Song To Song: recensione del nuovo film di Terrence Malick
Song to Song è una pellicola in cui amore, redenzione e perdono si intrecciano.
Si appresta ad essere distribuito nella sale il 10 Maggio Song To Song, ultima fatica di Terrence Malick. Una discesa nel più intimo dei sentimenti: l’amore, attraverso un cast di tutto rispetto che vede alternarsi sullo schermo Michael Fassbender, Ryan Gosling, Rooney Mara, Natalie Portman e Cate Blanchett.
Terrence Malick torna al cinema con Song to Song
Bv è un musicista che cerca di sfondare con l’aiuto della cantautrice Faye, sul loro cammino arriva il produttore Cook. Tra i tre si stabilisce un legame profondo costantemente in bilico tra amore e tradimento. Se tra Faye e Bv il rapporto diventa un intensa e a volte feroce discesa nell’amore, Cook invidioso di un così forte sentimento, prova a costruire una relazione con Rhonda, una cameriera inizialmente abbagliata dalla presenza del produttore.
Da The New World il cinema di Terrence Malick sembra aver trovato la via della sperimentazione, una confezione perfetta, tecnicamente ineccepibile ma che sembra aver perso la capacità di far trapelare una qualunque emozione. Song To Song sembra non fare eccezione a questa regola.
Malick sperimenta, gioca e cannibalizza con il suo occhio ogni sentimento, trasformando Song to Song in una pellicola patinata.
Impossibile non rimanere affascinati da inquadrature, sequenze e fotografia, purtroppo però nel passaggio il film sembra perdere l’anima, dando allo spettatore un “prodotto assoluto” ma privo di quelle sfumature in grado di coinvolgere.
Eppure le carte ci sono tutte: un cast fenomenale, una location perfetta e la sua capacità di trasformare e plasmare la realtà. Una capacità che però sembra estremizzata nel nuovo lavoro di Malick. Song to Song dovrebbe essere una discesa nel suo mondo, nella sua visione dell’amore, della redenzione e del perdono, un mondo che però riusciamo solo a scorgere attraverso un vetro spesso dal quale sembra impossibile captare qualunque tipo di vibrazione.
Ed è proprio questo che manca, la vibrazione di un’emozione; per 129 minuti di pellicola si ha l’impressione di guardare all’interno di una boccia di vetro: tutto impeccabile ma terribilmente vuoto. Song to Song non sembra esente da difetti, essendo tuttavia a dir poco fantastica la performance del cast.
Malick riesce a plasmare i suoi personaggi dalla creta, portando sullo schermo quattro protagonisti ben distinti, terribilmente umani e incapaci di opporsi alla tempesta di un sentimento forte come l’amore. Rooney Mara e Ryan Gosling raccontano un sentimento puro e invidiabile che però come tutte le cose candide si sporca forse in maniera irrimediabile.
I protagonisti di Song to song sembrano essere stati plasmati dalla creta
Michael Fassbender dimostra la sua estrema versatilità; il personaggio di Cook è un uomo complesso, affascinante ma vuoto, che vive costantemente alla ricerca di qualcosa che non riesce ad ottenere, userà il suo vivere al di sopra di ogni legge (anche morale) per sedurre la giovane cameriera, interpretata da una bravissima Natalie Portman. Rhonda, dal canto suo, è una creatura ricca di speranza che ben presto farà i conti con il mondo cannibalizzante di Cook.
Song to Song, nonostante conti un cast di primissimo livello, purtroppo non riesce ad affascinare, la sua perfezione stilistica fagocita ogni tentativo di empatia. Unici momenti degni di nota sono quelli in cui compare Patti Smith e i dialoghi assumono la forma poetica a cui tanto si aspirava, peccato però che, anche in questo caso, le sequenze con la “sacerdotessa del rock”, sembrano slegate dal resto della pellicola, rendendo ancora più pesante la narrazione.
Song to Song, purtroppo per noi, segna un altro passo sulla strada intrapresa da Terrence Malick di una meta-cinematografia che sembra stia fallendo miseramente.