James Gunn voleva un finale diverso per Guardiani della Galassia Vol. 2
James Gunn spiega l'importanza della perdita di alcuni personaggi nei film Marvel. Il regista dichiara che all'inizio aveva un finale diverso nel sequel.
Guardiani della Galassia Vol. 2 p stato particolarmente amato dal pubblico per quell’atmosfera che solo James Gunn è riuscito a dare ai due film del franchise, mescolando insieme la componente comica a degli argomenti più seri, che portano a un’attenta riflessione.
James Gunn voleva un finale diverso per Guardiani della Galassia Vol. 2
Il tema principale del sequel sui Guardiani, riguarda sicuramente la Famiglia. Nel corso del film è stato indagato a fondo il rapporto tra Peter Quill (Chris Pratt), alias Star-Lord, e il padre Ego (Kurt Russell). Nonostante ciò, non abbiamo conosciuto solo il padre biologico di Peter (che si è rivelato essere un pessimo padre… sappiamo tutti perché), ma abbiamo approfondito il rapporto e la storia d’origine tra lo stesso Peter e Yondu, che l’ha allevato come se fosse un vero figlio. In un’intervista con Uproxx, il regista James Gunn ha svelato che, inizialmente, era dubbioso se inserire o meno la morte di Yondu. Per tale motivo, Gunn dichiara che, originariamente, la pellicola aveva un finale diverso:
“Non volevo che fosse quella la fine, e per un lungo periodo di tempo ho rifiutato di accettarla come vero finale. Non era così che il film terminava“.
Il regista spiega, però, che successivamente ha realizzato che la morte di Yondu era necessaria al film:
“Dentro di me, sapevo che il film doveva finire in questo modo e andare in questa direzione. In questi film bisogna dire, obbligatoriamente, addio ad alcuni personaggi. Non tutti coloro che vedono i film Marvel amano quest’aspetto“.
Ecco, perché, secondo Gunn a volte è fondamentale perdere dei personaggi principali del film, nonostante le obiezioni dei fan:
“Ovviamente non amano dire addio ai personaggi che amano, ma è necessario avere questa perdita affinché i personaggi facciano davvero la differenza, e trovino il proprio senso di vita“.