La Mummia: tutti i film che hanno segnato la nascita di un mito
Dal classico del 1932 all'ultima fatica con Tom Cruise... storia di uno dei mostri più amati di sempre.
Lo sguardo fisso e tetro, i movimenti lenti ma implacabili, l’aria tenebrosa e funerea di chi viene da un altro mondo ed è tornato in questo per avere vendetta, guidato da una volontà che non può essere fermata né dall’uomo né dalle sue armi. Di tutte le creature che abitano la fantasia dell’uomo, La Mummia è sicuramente una delle più antiche e allo stesso tempo una delle più moderne, dal momento che assurge a simbolo dell’eterna e ancor oggi viva volontà dell’uomo di superare i limiti impostigli dalla morte.
La Mummia e l’uomo: una storia d’amore nata negli anni ’20 del 1900
Figura legata in modo inestricabile alla gloriosa mitologia egiziana e in particolare alla storia tradizione legata ai faraoni dell’antico Egitto, l’incontro tra la mummia e la fantasia occidentale ha una data di nascita: 1922, quando una spedizione capitanata da Lord Carnavaron portò alla luce presso la Valle dei Re la tomba del potente Faraone Tutankhamon.
Data l’importanza della scoperta, immediatamente tutti i giornali e le radio del mondo cominciarono a far circolare le più assurde e incredibili storie sull’antico faraone e non ci volle molto perché dopo la morte di Carnavaron (a causa di una puntura di insetto infetta) si cominciasse subito a vociferare circa un’oscura maledizione che avrebbe colpito i profanatori della tomba. In effetti, quasi tutti i membri della spedizione morirono, ma dietro la loro morte non vi era nessun mistero quanto piuttosto qualche tragica fatalità, la malattia se non addirittura il naturale spegnersi in avanzata età (ben quattro morirono passati gli 80 anni).
Tuttavia da sempre l’Occidente ha nutrito un’attrazione incredibile per tutto ciò che è (o meglio era) folkloristico, lontano e misterioso. Già in quel 1922, con la scoperta della tomba del faraone, in tutto il continente europeo e soprattutto negli Stati Uniti vi fu una vera e propria gara a far uscire quanti più romanzi da quattro soldi o falsi scoop giornalistici. Con l’avvento dell’arte cinematografica e il proliferare di film horror dalla fine degli anni ’20 alla fine degli anni ’50, non si dovette attendere molto prima che a qualcuno venisse in mente di utilizzare una delle creature più misteriose e inquietanti mai concepite dalla fantasia umana per creare un film di successo…
La Mummia: dall’attrazione “folkloristica” alla grande invenzione cinematografica
Nel 1932 il regista Karl Freund dirige il primo film de La Mummia con Boris Karloff
Infatti nel 1932 il regista Karl Freund diresse l’immortale La Mummia, con uno straordinario Boris Karloff (che già era stato la Creatura di Frankestein) nei panni di Imhotep, sacerdote riportato in vita dall’avventata opera di alcuni archeologi, e deciso a tutto pur di far resuscitare Anck-Su-Namun, il suo amore perduto. Frutto della fantasia dello sceneggiatore John Balderston, il film doveva molto ad alcune favole e racconti creati da Cagliostro, nonché al ritrovamento della tomba di Tutankhamon a cui Balderston aveva assistito in qualità di inviato per il New York World.
Il film rappresenta senza ombra di dubbio una vera e propria pietra miliare, non tanto e non solo per quello che riguarda la cinematografia dedicata alle mummie, quanto al concetto stesso di film horror, assurgendo a snodo fondamentale per un genere cinematografico che da quel momento, anche grazie alle case di produzione britanniche ed americane, avrebbe conosciuto un aumento di popolarità che ne fa oggi uno dei generi più amati dal pubblico di tutto il mondo.
Dal punto di vista tecnico, il film fu anche uno dei momenti di maggiore importanza per la storia del trucco e del make up cinematografici, dato che la metodologia di Jack Pierce (truccatore di Karloff) assurge a snodo fondamentale nella storia di questa componente tecnica di primaria importanza.
Il pubblico andò letteralmente in visibilio per La Mummia che legava assieme elementi del fantastico, del romantico, dell’avventuroso e naturalmente dell’horror, vera e propria gallina dalle uova d’oro per le major cinematografiche di quel periodo.
Le case di produzione, fiutando immediatamente l’affare, di lì a poco sfornarono un franchise cinematografico ispirato al film del 1932, che portò all’uscita di un numero sterminato di pellicole di serie B e di contaminazioni con il genere comico, grottesco o semplicemente ad una serie di remake tanto frettolosi quanto poco riusciti.
Ma questa discesa verso il basso finì con il remake del 1959, diretto da Terence Fisher e con sua maestà Christopher Lee nei panni della mummia.
Esemplare nel saper dosare tensione, avventura e tragedia romantica, fu uno dei film che contribuì a lanciare definitivamente la carriera di Christopher Lee nel firmamento della cinematografia mondiale e ancora oggi è uno degli horror più apprezzati di sempre.
Nonostante infatti il numero di somiglianze con l’originale del 1932, Fisher si mostrò particolarmente abile nel creare una favola ancora più oscura, terribile, ricca di sorprese e dove i personaggi risultavano sicuramente più approfonditi ed empatici. Naturalmente, anche il successo di questo film generò tutta una serie di pellicole di scarso rilievo e di ancor più scarsa riuscita e bisognerà attendere molto tempo prima rivedere una mummia decente al cinema… 40 anni per la precisione!
La Mummia di Stephen Sommers del 1999
Stiamo naturalmente parlando di La Mummia, diretto da Stephen Sommers, con Brendan Freaser, Arnold Vosloo, Rachel Weisz, John Hannah, Oded Fehr ed Erick Avari. Frutto di un tormentato lavoro di produzione che risaliva ai primi anni 90, e che aveva visto alternarsi al progetto gente del calibro di Wes Craven, Clive Baker e Joe Dante, il film non doveva essere nulla di più di un B-movie, una simpatica e tutto sommato dimenticabile avventura per famiglie. Invece il film fu sicuramente il blockbuster per eccellenza di fine millennio, una delle più grandi sorprese del cinema degli anni ’90 e l’unico che potesse ambire a raccogliere l’eredità niente meno che di sua maestà Indiana Jones.
Ironico, divertente, godibile, pieno di ritmo e con personaggi simpaticissimi aveva in Brendan Fraser un mattatore a dir poco perfetto, tutto muscoli, sorrisi e gigioneria, mentre la mummia di Vosloo, grazie a un lavoro nella CGI di assoluta qualità, divenne in poco tempo uno dei migliori villain degli anni ’90.
Tuttavia, come spesso succede, le major americane si dimostrarono assolutamente incapaci nel concepire un franchise che fosse qualcosa di più di una semplice gara al ribasso a livello delle idee, sostituite con effetti speciali tanto monumentali quanto inutili, a fronte di sceneggiature frettolose, superficiali e sovente ammorbate da dei dejavù a dir poco irritanti.
Il Ritorno della Mummia e La Mummia 3 – La Tomba dell’Imperatore Dragone: i deludenti sequel de La Mummia di Stephen Sommers
Ahinoi tocca parlare infatti dei due seguiti: Il Ritorno della Mummia e La Mummia 3 – La Tomba dell’Imperatore Dragone. Il secondo episodio infatti fallì nel cercare di ingigantire eserciti, intreccio e colpi di scena, cadendo sovente nel ridicolo, nel kitsch e offrendoci alcune delle peggiori performance a livello di CGI a memoria d’uomo. Il Re Scorpione di Dwayne Johnson ancora oggi strappa sorrisi irrisori per la faciloneria e la bruttezza con cui era stato concepito dagli sceneggiatori.
Le cose andarono ancora peggio nel terzo episodio, sterile e inutile tentativo di fondere il cinema d’azione orientale con l’adventure di stampo vittoriano, affezionando un prodotto tanto commerciale, un po’ banale, insipido e inconcludente. Jet Li e soci non servirono a salvare un film a dir poco orripilante e maldestro, il punto più basso raggiunto da Sommers. Davvero una brutta fine per quello che era cominciato come qualcosa di genuino, fresco, divertente e che aveva portato una boccata d’aria fresca nei cinema di tutto il mondo.
Da quel momento, a parte qualche B movie come Day of the Mummy o The Pyramid (entrambi dimenticabilissimi e poco riusciti), il cinema è sembrato dimenticarsi delle mummie dell’antico Egitto. Almeno fino a quest’anno…
La Mummia del 2017 Alex Kurtzman rimette in gioco un genere che sembrava essere stato dimenticato
La Mummia, uno dei film più attesi di questo 2017 (di cui potete leggere qui la nostra recensione), ha avuto anch’esso per la verità un iter abbastanza travagliato, con l’abbandono del progetto prima da Len Wiseman e poi di Andrès Muschietti, per poi trovare in Alex Kurtzman (alla prima da regista dopo una straordinaria carriera da sceneggiatore) la sua guida.
Con Tom Cruise come protagonista e l’affascinante Sofia Boutella nei panni della mefitica Ahmanet, vede inoltre nel cast Annabelle Wallis e sopratutto Russell Crowe in qualità del Dottor Jeckill/Mr Hyde. Nonostante l’impegno e il carisma di Tom Cruise e la straordinaria maestria di Russell Crowe, anche questo film ha scontentato la critica e nonostante gli incassi non sembra essere riuscito a rendere omaggio alla straordinaria ricchezza di contenuti di quella che è una delle creature oscure più affascinante e allo stesso tempo malinconiche che l’antichità ci abbia lasciato.
Il suo essere il primo episodio di un franchise cinematografico improntato a riportare in auge le creature della Universal (dominatrici del botteghino dagli anni 20 al 1960), non può che farci percorrere la schiena da un brivido di raccapriccio: se questo è l’inizio….
Non ci resta che sperare in un futuro migliore sia per le mummie che, soprattutto, per gli spettatori; che dopo il 1999 hanno sovente visto, più che delle tetre e inquietanti figure dell’oltretomba, degli zombie pieni di steroidi!