Transformers: L’ultimo Cavaliere: la recensione del film di Michael Bay
Michael Bay torna a dirigere Autobot e Decepticon in Transformers: L'ultimo Cavaliere quinto capitolo del fortunato franchise con Mark Whalberg nel cast.
Michael Bay torna dietro la macchina da presa per dirigere Transformers: L’ultimo Cavaliere, quinto capitolo del fortunato franchise dedicato alla celebre saga animata nippo-americana andata in onda negli anni ’80. La pellicola vede il ritorno di Mark Wahlberg e Stanley Tucci che riprendono i loro ruoli da L’era dell’estinzione (quarto capitolo della saga).
Transformers: L’ultimo Cavaliere è in uscita al cinema dal 22 giugno 2017
Dopo la battaglia di Hong Kong Optimus Prime è partito alla ricerca del suo creatore mentre gli Autobot e Cade Yeager sono ricercati dalla TRF (Transformers Reaction Force) un’organizzazione militare il cui scopo è eliminare tutti i transformers indipendentemente dalla fazione. Nel frattempo una nuova minaccia giunge sulla Terra, tanto da riportare alla luce una società segreta nascosta da millenni che, a partire da Re Artù e Merlino, aiuta i Transformers caduti sulla Terra, svelando una guerra tenuta segreta da secoli. A complicare le cose il ritorno di Optimus sulla Terra che sembra aver sviluppato un’ostilità verso la razza umana.
Esasperazione. È questo che si percepisce per tutti i centocinquanta minuti di Transformers: L’ultimo Cavaliere.
In preda a un delirio di onnipotenza Michael Bay porta sullo schermo una pellicola talmente tanto ricca da risultare pesante anche al fan più accanito. Un susseguirsi di esplosioni, scene scollegate e flashback di cui non si sentiva l’esigenza.
Purtroppo per Bay, ma sopratutto per noi, Transformers 5 è un film che non riesce a contenere l’incredibile quantità di dettagli, personaggi e sotto-trame che il regista sembra aver inserito a casaccio trasformando quello che poteva essere un buon franchise in un groviglio intricato di sequenze che sembrano montate a caso, dando come risultato un prodotto cinematografico stancante e opprimente.
Transformers 5: un eccessivo carico di personaggi gestiti male
Nonostante Transformers: L’ultimo Cavaliere abbia dalla sua una messa in scena incredibilmente limpida, con effetti visivi da lasciare stupefatti, rimane eccessivamente carico proprio a partire dalla mole di personaggi: quattro protagonisti umani che dopo essere stati presentati vengono abbandonati a se stessi rimanendo slegati e poco propedeutici allo sviluppo della trama. Uno su tutti il personaggio di Izabella (interpretato dalla giovane Isabela Moner) che per i primi 30 minuti ci viene introdotto per poi essere “dimenticato” per quasi tutto il film.
Inizia così una carrellata di soggetti che si susseguono senza cognizione di causa: l’eroe/prescelto e incredibilmente “testosteronico” Cade Yeager (Mark Whalberg); la bambolona iper-istruita Vivian Wembley (Laura Haddock), personaggio abituale tanto caro a Michael Bay; Il saggio, nobile capo della società segreta di turno Sir Edmound Burton (Anthony Hopkins) e una serie di personaggi robotici che fanno da spalla comica e che ricordano a momenti i droidi di Star Wars.
Autobot, Decepticon, TRF, Cybertron, Re Artù etc, etc. la sensazione è quella di guardare cinque pellicole differenti montate tra loro e incapaci di collegarsi; il difetto principale sta proprio nel voler aggiungere tanta – troppa – carne al fuoco e arrivare a non saperla gestire.
Transformers: L’ultimo Cavaliere: ottimi effetti visivi a discapito di una trama inconcludente
Dopotutto le tante sotto-trame (per quanto interessanti) sono gestite male rimanendo indipendenti al film, trovandoci davanti più di due ore di rimandi e citazioni a discapito dello script principale che risulta essere povero di una vera e propria storia. Ed eccoci quindi passare da Transformers a Indiana Jones strizzando l’occhio a Indipendence Day per poi convergere nella solita ultima ora di esplosioni, scazzottate e “Io sono Optimus Prime”.
Con Transformers: L’ultimo Cavaliere, Michael Bay prova a portare avanti un franchise che ormai sembra essersi perso nei meandri di una trama inconcludente ed eccessivamente caotica, se sia l’ultimo atto di una saga ormai ingestibile non lo sappiano, però per non farci mancare nulla non perdetevi la scena post credits che, purtroppo per noi, un Transformers 6 si fa ancora in tempo a inserire.