Civiltà Perduta: la recensione del film di James Gray

Un film in cui azione e dramma si mescolano all'amore sconfinato per la conoscenza, quella che porta il protagonista in terre inesplorate.

Civiltà Perduta (The Lost City of Z) è un film di James Gray presentato al Biografilm 2017, con Charlie HunnamRobert Pattinson e Sienna Miller. Il film, basato sul romanzo Z la città perduta di David Grann, narra la vera storia di Percy Fawcett, esploratore e militare inglese che tra il 1906 e il 1925 si recò in Amazzonia, tra la Bolivia e il Brasile, per mapparne il confine per conto della Royal Geographical Society.

Civiltà Perduta

Fawcett era un uomo impavido, il cui intento primario era quello di farsi valere in una disputa bellica, ma il caso volle che venisse spedito in sud America, incaricato di segnalare la presenza di civiltà e soprattutto di risorse primarie. Fawcett visse sulla sua pelle la pericolosità di quei luoghi sconosciuti, tra animali letali e gli abitanti di quelle terre, decisamente ostili agli stranieri. L’esploratore trovò un modo di farsi accettare dalle tribù indigene e, grazie alle loro conoscenze, seppe spingersi in zone della giungla impensabili, dove nessun uomo bianco era mai stato. Generalmente i nativi uccidevano chiunque navigasse i loro fiumi e attraversasse la loro terra, ma Fawcett capì con pazienza e sottomissione come porsi nei confronti di chi sentiva come una minaccia la loro presenza.

James Gray fotografa con realismo e con un pizzico di epicità la storia di Percy Fawcett in Civiltà perduta

Civiltà Perduta

Fu proprio durante queste spedizioni che Fawcett, avendo scoperto resti e utensili di un’antica civiltà, propose al suo rientro di poter ritornare in quei luoghi, alla ricerca di una città perduta, la città di Z, l’ultimo tassello mancante dell’umanità, i resti di una dinastia antichissima sepolti in quelle terre. Il suo desiderio di tornare a solcare il Rio delle Amazzoni non si placò mai, così nel 1925, dopo anni di studi archeologici e di leggende, fece ritorno con suo figlio Jack in Brasile, tentando il tutto per tutto pur di trovare frammenti e resti di quella che ipotizzò potesse essere la leggendaria El Dorado.

James Gray (Little Odessa, Two Lovers, The immigrant) fotografa con realismo e con un pizzico di epicità la storia di questo grande archeologo, un uomo che comprese per primo le risorse storiche e archeologiche che si nascondevano tra chilometri e chilometri di foresta pluviale. Nonostante le minacce che i nativi riservavano per chi sconfinava nelle loro terre, Fawcett riuscì a trovare un punto di contatto con gli indios. L’esploratore inglese preferiva confrontarsi con le loro conoscenze del territorio, a dispetto delle loro particolari credenze e ostili usanze, quali il cannibalismo.

Protagonista indiscussa del film Civiltà perduta, tratto dal libro Z la città perduta, è la giungla, simbolo dell’inferno

Civiltà Perduta

Charlie Hunnam incarna con naturalezza il suo ruolo di Odysseus, straniero in una terra inesplorata, straniero nella loro lingua, straniero al proprio destino. Una vita dedicata interamente alla ricerca di qualcosa di sconosciuto, sacrificando ogni cosa, ogni affetto, per un desiderio, per un’ossessione, per consegnare al mondo l’ultimo pezzo della sua storia. Una narrazione che riprende a tratti Il mondo perduto di Conan Doyle, portata avanti con la consapevolezza che quella civiltà potrebbe non essere mai scoperta.

Un pensiero che affligge il protagonista e l’intera comunità scientifica, che lo accusa di aver solo immaginato quel luogo, un luogo che esiste unicamente nella sua testa. E questo pensiero sembra non abbandonare mai nemmeno lo spettatore.

James Gray, attraverso scenari e atmosfere mozzafiato, riesce a rendere lo spettatore partecipe di quelle avventure, di chi affronta una giungla, un posto inesplorato e sconosciuto, simbolo dell’inferno vero, un inferno che sembra ad un certo punto bloccare la storia, la narrazione stessa, gli intenti e il percorso di vita di un uomo. Sfortunatamente viene mostrato in modo molto limitato il vero rischio corso dai viaggiatori penalizzando, per questioni temporali, la fluidità del racconto che ha punti oscuri disseminati per tutta la durata del film.

Civiltà Perduta

Civiltà Perduta non esplora particolarmente il rapporto che Fawcett aveva con le tribù, mostrando dall’esterno e senza attenzione quali erano le conoscenze, la lingua, le leggende che si tramandavano di generazione in generazione i nativi, cosa che lo aiutò tantissimo nei suoi viaggi. Identicamente viene messo da parte il suo ruolo come padre, come marito, tematica che toccava molto da vicino l’esploratore ma che si perde di vista per molte scene della pellicola e che viene ripresa nei battiti finali in modo quasi brusco e disatteso.

Nonostante alcune pecche e alcune imprecisioni narrative, Civiltà Perduta resta una pellicola godibile, che tiene col fiato sospeso, che rapisce fin da subito e narra con leggerezza e curiosità della vita di questo Ulisse inglese, che sacrificò tutto ciò in suo possesso per inseguire la conoscenza, riconsiderando la propria natura di essere umano, varcando la soglia di un mondo disabitato, ricollegandosi in modo differente e più impreciso al racconto di Ciro Guerra con il suo El abrazo de la serpiente.

Civiltà Perduta uscirà al cinema il 22 giugno distribuito da Eagle Pictures.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3