Spider-Man: Homecoming – la recensione
Tom Holland è Peter Parker in Spider-Man: Homecoming, il buon esordio standalone nell'Universo Cinematografico della Marvel dell'Uomo Ragno
Dopo The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro del 2014 Spider-Man ha finalmente iniziato il suo lento ma inesorabile ritorno in casa Marvel. Era il febbraio del 2015 quando Sony e Marvel Studios annunciavano Spider-Man: Homecoming raggiungendo quello che ad oggi è definito come un accordo epocale. Un nuovo reboot di Spider-Man gestito creativamente dalla Marvel e incastrato all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel. Dopo che nel 2012 era uscito The Avengers e che nel team era assente proprio Peter Parker per problemi di diritti d’uso, i Marvel Studios si misero all’opera per raggiungere un clamoroso accordo con Amy Pascal di Sony Pictures.
Spider-Man: Homecoming è dunque il primo film dei Marvel Studios su Spider-Man, interpretato da Tom Holland e facente parte dell’Universo Cinematografico Marvel. La storia non è, come ci si potrebbe facilmente aspettare, la classica narrazione delle origini del personaggio, insomma non aspettatevi un ragazzino morso da un ragno. Gli eventi sono poco più che postumi gli incidenti di Captain America: Civil War e della divisione in fazioni del team degli Avengers con il Team Iron Man e il Team Cap (Captain America). La vicenda della trasformazione di Peter Parker nel celebre Uomo Ragno è solamente citata e forse è un bene per lo spettatore non trovarsi di fronte l’ennesima storia di origini, considerando che Spider-Man: Homecoming è il sedicesimo film dei Marvel Studios.
Come già anticipato poc’anzi, la scelta per il ruolo di Spider-Man in Spider-Man: Homecoming è dunque ricaduta sul giovanissimo Tom Holland, reduce da numerosi film dove ha interpretato personaggi molto convincenti, su tutti il ruolo di Lucas nel film The Impossible del 2012.
Spider-Man: il debutto in un film stadalone per l’Uomo Ragno di casa Marvel
Dopo il clamoroso debutto in Captain America: Civil War, tutti aspettavano con ansia il primo film standalone su Spider-Man. Diretto da Jon Watts, il film è un piacevole esperimento all’interno dell’Universo Cinematografico della Marvel, possiamo tranquillamente parlare di esperimento perché mai prima d’ora avevamo visto un teen movie in questa serie di film. Ritmo scanzonato, azione mai frenetica e narrazione con un point of view molto adolescenziale, sono questi gli ingredienti che rendono Spider-Man: Homecoming un film piacevole e degno di essere guardato.
Non stiamo parlando di un capolavoro, sia chiaro, ma la trama del film è particolarmente lineare, senza grandi sorprese, il ritmo è sempre missato da fasi d’azione a picchi di teen movie (la festa della scuola, la gara di Decathlon). A dare un tocco di maturità alla pellicola troviamo Robert Downey Jr. che veste i panni di Iron Man ancora una volta, nel film è il mentore di Peter Parker, ancora troppo “teen” per camminare da solo.
Se da un lato Tom Holland incarna la freschezza e la giovinezza di Peter Parker, dall’altro troviamo il villain della pellicola in una prova davvero di altissimo livello. Che Michael Keaton fosse un genio del nostro tempo nessuno lo mette in dubbio, ma che potesse offrire una performance così straordinaria in un film così già ricco di aspettative e di personaggi nessuno poteva aspettarselo.
Tom Holland è un giovane e amichevole Spider-Man di quartiere
Spider-Man: Homecoming racconta la storia di Peter Parker, subito dopo essere stato catapultato da Tony Stark negli Avengers e dopo lo scontro in aeroporto durante la Civil War. Peter è un ragazzo timido ma geniale, affronta la vita con il sorriso sulle labbra e vive le avventura quotidiane di uno studente del liceo, tra amori possibili e mancati a bravate da puro bricconcello. In queste giornate Peter trova il tempo di vestire i panni di Spider-Man, grazie al costume che gli ha donato Tony Stark. L’amichevole Uomo Ragno di quartiere, aiuta a mantenere intatta la quotidianità, più o meno. Ma nei sobborghi di una New York ancora sotto shock per l’attacco degli alieni, Andrian Toomes cerca di guadagnarsi da vivere vendendo armi di contrabbando, costruite con i rottami delle navi dei Chitauri.
La tecnologia aliena è molto potente e Peter Parker se ne accorge subito, iniziando la sua spy story personale. Spider-Man scoprirà ben presto lo scotto da pagare per essere grandi e cosa si cela dietro un misterioso uomo alato conosciuto come l’Avvoltoio. In questo contesto s’incastrano le vicende di Captain America: Civil War, The Avengers e Avengers: Age of Ultron.
Spider-Man: Homecoming, un film che funziona nella sua semplicità
Chi è fan del genere troverà pane per i suoi denti, tra numerosi easter egg e possibili fan theory da costruire su più di qualche personaggio, uno su tutti quello interpretato da Donald Glover. Il prodotto finale è un film gradevole, a tratti divertente, ma non privo di difetti. L’eccessiva linearità della trama sfocia, in più di qualche punto, nella piattezza, rendendo il film in certe situazioni noiosetto. La colonna sonora è buona, ma non eccelle, mentre il cast se la cava più che bene nel compito anche se su tutti svetta Michael Keaton.
Spider-Man: Homecoming, in definitiva, è un buon film, punzecchiato da qualche imperfezione ma tutto sommato il risultato finale è più che godibile. Il film uscirà nelle sale il prossimo 6 luglio.