Transsiberian: la recensione del film di Brad Anderson
Un film che precipita nel poco innovativo, a causa di un plot inconsistente e di una sottotrama dai tratti sovietici scarna e densa di luoghi comuni
Transsiberian è un film diretto da Brad Anderson ed interpretato da Woody Harrelson, Emily Mortimer e Ben Kingsley. È ambientato sulla Transiberiana per l’appunto, rotta che unisce Pechino e Mosca, viaggio che viene affrontato da Roy e Jesse, una coppia in crisi che decide di mettersi alla prova, ognuno con le proprie fragilità e i propri dubbi.
Sul treno i due fanno amicizia con una coppia con cui dividono lo scompartimento, Carlos ed Abby, due persone con cui si scambiano pareri e cenano spesso assieme. Durante una sosta Roy rimane indietro e Jesse è costretta a convivere con i due turisti, finché Carlos non le propone di fare una piccola escursione da soli, per poter ammirare una chiesa nascosta nel bosco innevato. Il teatro che si pone dinanzi a lei è un dramma inconsapevole che le cambierà lo sguardo, i timori, in una parola la vita.
Il treno o i binari sono da sempre una metafora dell’esistenza e in questa pellicola i personaggi principali tentano in qualche modo di cambiare, in modo arbitrario, di migliorarsi, ma Jesse e Roy affronteranno molto più che una semplice crisi matrimoniale, scontrandosi con una realtà malfamata e un tragitto che celerà delle oscurità disarmanti.
Transsiberian: un film che manca di innovazione
Brad Anderson, dopo Session 9 e il notevole L’Uomo Senza Sonno, precipita nel poco innovativo Transsiberian, composto da un plot inconsistente e una sottotrama dai tratti sovietici scarna e densa di luoghi comuni. Stereotipi che si inseriscono sia dal lato della brutalità della polizia russa, ma anche dal punto di vista americano, con alcune inquadrature e frasi che volutamente mettono in cattiva luce la Russia, evidenziando quanto le due nazioni esportino un messaggio differente e lo spettatore non può che carpire quanto la propaganda a volte generi mostri.
Transsiberian è caratterizzato da fotografia desaturata, che di certo non aiuta alla fruizione da parte dello spettatore, e una regia che nonostante tutto resta impassibile allo scorrere degli eventi. La protagonista principale dalla sua è l’unica ad essere caratterizzata al meglio, con le sue debolezze e un passato libertino, mentre il resto del cast sembra lasciarsi sommergere dal nevischio della Siberia.
Nonostante la degna precisione nel delineare al meglio il carattere del personaggio di Jesse, la Mortimer porta a casa una recitazione appena sufficiente, poco convincente e ridondante, quasi come se il gelo le avesse davvero bloccato il volto su alcune espressioni, quasi fastidiose e che vengono riproposte in modo identico, cosa certamente non aiuta ad empatizzare con la sua figura. Woody Harrelson e Ben Kingsley restano da parte, l’uno di una ingenuità imbarazzante, l’altro per quanto puntellato di cliché è comunque credibile e presente nella sua rappresentazione.
Ci troviamo dinanzi un film che è girato quasi nella sua interezza su un treno, particolarità che ha delle dinamiche e delle regole precise a cui far riferimento; il contesto e l’ambientazioni possono apparire limitate ma le scene vengono usate anzi abusate in modo poco intelligente, dapprima tralasciando la spettacolarità delle suggestioni naturalistiche, a partire dalla Cina, la Siberia e tutto il tracciato che sarebbe dovuto essere valorizzato maggiormente ma che invece viene messo in secondo piano.
Certo è che la suspense e il thrilling vengono cadenzati in modo interiore dalla protagonista, peculiarità su cui si poggia tutta la credibilità della pellicola. Questa scelta soggettivante non è nuova ma è decisamente un distinguo che pone Transsiberian in una luce più eclettica, che a tratti riesce a far propria l’attenzione dello spettatore.
Transsiberian resta un film dispersivo e poco incisivo, il regista avrebbe potuto sfruttare al meglio ambientazioni e attori talentuosi per ricreare e far riscoprire la fascinazione del train movie alla Hitchcock, al punto da far rimpiangere il suo The Lady Vanishes o ancora il super cult Assassinio sull’Orient Express, ma non si ha la pretesa che Transsiberian possa raggiungerli anzi, in questo caso il treno che ne compone le scene deraglia in modo funesto, avendo la sensazione di assistere ad un film in corsa su un binario morto.