Operation Chromite: la recensione del film con Liam Neeson

Col war-movie Operation Chromite John H. Lee racconta l'operazione segreta che portò alla conclusione della guerra di Corea.

Il regista John H. Lee sceglie di raccontare con Operation Chromite (qui potete vedere il trailer italiano) la storia vera dell’operazione segreta che portò alla conclusione della guerra di Corea dopo l’invasione nel giugno del 1950 delle truppe nordcoreane in Corea del Sud. Un war-movie ben scritto che vede nella figura del Generale MacArthur (un Liam Neeson tutto di un pezzo) il tipico cliché dell’America liberale e pronta a difendere i più deboli.

25 giugno 1950: la Corea del Nord invade la Corea del Sud, appoggiata da Cina e Russia, causando la caduta della capitale Seul in soli tre giorni. È il comandante delle forze Onu a dover pianificare un’operazione in grado di contrastare e sconfiggere le forze nemiche; Operation Chromite – questo il nome in codice – prevede di infiltrare delle spie sudcoreane in seno al nemico, in modo da ottenere le informazioni tattiche sul loro sbarco a Incheon e poter agire di conseguenza. Sette soldati e il capitano Jang Hak-soo (Lee Jung-Jae) sono i protagonisti scelti per l’operazione e ognuno di loro lotta per un’ideale.

Operation Chromite: un war-movie classico

Il Generale MacArthur

Dal taglio molto classico, questo war-movie offre gli ingredienti tipici del genere: ricostruzione fedele degli eventi grazie a didascalie su luogo e tempo dei vari momenti mostrati, forte adrenalina e l’immancabile aspetto umano. Lee infatti punta sì sulle scene di battaglia vera e propria e di inseguimenti ma, soprattutto, gioca con le corde emotive dello spettatore mettendo in risalto le storie personali dei protagonisti e il loro legame con la Guerra.

Operation Chromite è un film di guerra ma anche un film sull’essere umano. Perché questa è una storia sul sacrificio ultimo per una degna causa. Abbiamo messo la nostra passione e il nostro impegno durante le riprese. Credo che sia molto significativo per il pubblico. 

John H. Lee

L’aspetto emotivo è talmente calcato da risultare eccessivo in alcuni punti, pur tenendo presente che l’approccio orientale per questo tipo di dinamiche è spesso esagerato e rischia di sfociare nel tragicomico. Da valutare anche l’influenza americana: la pellicola è permeata dal senso di giustizia e onore dei soldati sudcoreani, sentimenti appoggiati in pieno dal Generale MacArthur, pronto a sfidare i suoi superiori e tentare un’operazione quasi impossibile pur di difendere lo stato dalla minaccia del temuto nemico nordcoreano.

Una caratterizzazione dei personaggi troppo inquadrata per Operation Chromite

Le infermiere dell’ospedale di Incheon

La caratterizzazione dei personaggi risulta quindi molto quadrata e a tratti macchiettistica, in particolare quella del comandante nordcoreano Lim Gye-jin (Lee Bum-soo), costretto nel ruolo di un cattivo senza pietà o sentimento. Il cast in generale si difende ricoprendo i propri ruoli e rispettando le aspettative di un pubblico definito e ben poco europeo. La pellicola incontra infatti sicuramente i gusti dell’audience orientale (il film ha debuttato alla prima posizione del box office in Corea del Sud) e anche di quello americano, che vede la propria bandiera sbandierata come vessillo di libertà e altruismo.

Pregevole anche la fotografia e la regia che appaiono chiare e senza fronzoli: uno stile asciutto che compensa l’eccesso di una scrittura troppo melensa. Le musiche si sposano bene con le scene di esecuzioni e con quelle più adrenaliniche, accompagnando lo spettatore a un piacevole finale in cui ognuno dei protagonisti si racconta e in cui viene mostrata la foto dei veri eroi che permisero il successo di Operation Chromite.

Operation Chromite è in uscita nelle sale da giovedì 20 Giugno, distribuito da Altre Storie.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 2
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8