Savva: la recensione del film d’animazione di Max Fadeev
Dal 20 luglio al cinema Savva, il film d'animazione dell'artista russo Max Fedeev: una favola sull'amicizia e i sogni, ma raccontata con poca originalità e coesione.
Una favola della buonanotte trasformata in un film d’animazione: questo è Savva, il primo lavoro da regista del poliedrico artista russo Max Fadeev, distribuito da Whale Pictures, in uscita al cinema dal 20 luglio. Con le voci italiane di Rossella Brescia e Giancarlo Magalli, Savva porta sul grande schermo una storia sul valore dell’amicizia e sull’importanza di credere nei propri sogni.
Savva: un film d’animazione dolce (ma anche semplice) come una favola della buonanotte
Della favola della buonanotte, Savva conserva però non solo la bontà dei sentimenti raccontati, ma anche una semplicità forse fin troppo infantile per un film d’animazione che pretende d’essere internazionale. La trama riecheggia la celebre fiaba del Mago di Oz, senza poter vantare però la stessa originalità: Savva è un ragazzino molto coraggioso, ma intrappolato in un villaggio costretto a subire le vessazioni di uno spietato gruppo di iene. Dopo essere riuscito a fuggire dall’ennesimo attacco, anche grazie all’intervento di Angee, un maestoso lupo bianco (l’unico sopravvissuto della sua specie), si incammina con quest’ultimo verso il mago della montagna. Durante il loro viaggio incontreranno nuovi ostacoli da superare, ma anche tanti nuovi amici.
L’amicizia, il coraggio di credere nei propri sogni, l’importanza di non giudicare dall’apparenza, il valore dell’altruismo: tanti i messaggi di cui i simpatici personaggi di questa favola si vogliono far carico, forse un po’ troppi. Il rischio è infatti quello di trovarsi di fronte a un miscuglio non ben definito, in cui i tanti messaggi si confondono tra loro senza permettere ai piccoli spettatori di concentrasi a fondo su nessuno di essi.
I personaggi di Savva sono divertenti, ma calati in una trama priva di originalità
Ma un film d’animazione vuol anche far sorridere e in questo Max Fadeev riesce abbastanza. Nella sua fiaba infatti non mancano personaggi simpatici e buffi, come il semi barone Fafl, un nobile trasformato in un topo gigante caratterizzato da un divertente accento francese o il piccolo e tenero Puffy. Tuttavia anche qui forse il grande assente della pellicola è l’originalità. Oltre i già citati echi alla fiaba del Mago d’Oz, non è così difficile cogliere nelle scimmie al servizio della malvagia Mom Jozee la somiglianza estetica con i Gremlins, i mostriciattoli protagonisti della famosa pellicola degli anni ’80.
Tuttavia se l’originalità non è di certo il maggior merito della pellicola, non si può non riconoscere l’impegno profuso nella creazione di un film d’animazione che fosse curato anche dal punto di vista della colonna sonora. Quest’ultima infatti si caratterizza per la ricchezza di genere evocati, dalla musica leggera ad uno stile che potremo definire più spiccatamente “pop”. Il tutto si fa più interessante se si considera che dietro ai brani che accompagnano le scene più significative di Savva c’è lo stesso regista Max Fadeev.
Il punto di forza? Un finale che insegna a sognare ed andare oltre le apparenze
In definitiva Savva non colpisce per autenticità della trama o per qualità dell’animazione, ma si salva in calcio d’angolo grazie al suo singolare mago: non un uomo anziano con i capelli e la barba bianchi, ma una grintosa bambina dagli occhi di ghiaccio. Una scelta quest’ultima che ha il merito di mostrare ai bambini come l’apparenza a volte possa ingannare, ma soprattutto di educarli a vedere oltre i luoghi comuni: se una bambina può essere un mago potentissimo, allora ciascuno di loro può sognare di diventare chiunque desideri, nel rispetto degli altri e di se stesso.