Rusty il selvaggio – La colonna sonora sperimentale del film di Francis Ford Coppola
Rumori della strada mescolati con composizioni originali tramite l'uso del sintetizzatore: il marchio della colonna sonora di Rusty il selvaggio, diretto da Francis Ford Coppola
Rusty il selvaggio è il film tratto dal romanzo della scrittrice Susan E. Hinton, alla base del lavoro di regia e scrittura nel 1983 operato dal cineasta Francis Ford Coppola. Con protagonisti Matt Dillon e Mickey Rourke, Rusty il selvaggio racconta della vita sgangherata di un turbolento sedicenne cresciuto con il mito del proprio fratello maggiore, detto “Quello della moto”.
Film realizzato in un contrastato bianco e nero punteggiato solo a tratti da simbolici tocchi di colore, Rusty il selvaggio è ritmato da una colonna sonora resa per cadenzare e rendere percepibile la sensazione di un tempo che giunge alla fine. Inizialmente ideata dal regista stesso, Francis Ford Coppola si è affidato in seguito all’esperienza e all’abilità del batterista dei The Police Stewart Copeland, che registrò i rumori della città del film mescolandoli alla colonna sonora stessa attraverso l’utilizzo del novello Musync (sintetizzatore).
Rusty il selvaggio – La colonna sonora sperimentale di Stewart Copeland
Il compositore e batterista Stewart Copeland ha intrapreso durante la sua carriera uno stile teso ad introdurre nelle basi rock degli accenni medio-orientali ed ha riempito a pieno lo spazio musicale con giochi dati da hit-hat, octobas, piatti e rullante. È un’artista che ha caratterizzato le proprie musiche dotandole di andamenti e ritmi sincopatici. Quest’ultimo elemento è infatti riscontrabile in gran misura anche nella colonna sonora di Rusty il selvaggio e nella prima traccia ufficiale della soundtrack del film, il brano Don’t Box Me In, nato assieme alla collaborazione con Stan Ridgway, il quale presta al pezzo la propria voce.
Il regista Francis Ford Coppola aveva in mente per il livello musicale del suo film una dimensione del tutto sperimentale, per questo ben presto si rese conto della necessità di dotarsi di un musicista professionale e da lì nacque l’unione con Stewart Copeland. L’artista americano seppe cogliere perfettamente le intenzioni di Coppola che si rivelarono ottimali per l’ideazione dell’intera opera. Copeland registrò i suoni e i rumori della città di Tulsa, nello Stato dell’Oklahoma, per coglierne il vero spirito, il vero fermento, e le unì poi alle melodie da lui stesso composte, in un mix che racchiude al suo interno l’anima del luogo natio del protagonista del film Rusty il selvaggio assieme ad un’energia aggressiva e grintosa. Una soundtrack che rispecchia a pieno titolo una città viva e pulsante, che risuona con forza nel brano della pellicola Tulsa Tango.
Le sonorità orientaleggianti, che non furono estranee alla produzione musicale di Stewart Copeland, non vengono certo tralasciate anche per questo lavoro cinematografico del batterista e sono infatti trasportate in Rusty il selvaggio nel brano Brothers of Wheels, pezzo dall’emblematico titolo che ben sottolinea il carattere dei personaggi e del tema della storia. Un brano che va a comporre la soundtrack del film sempre molto vitale, che richiama lo stile di Copeland e la sua tendenza ad inserire nelle sue melodie anche inserti di sonorità reggae.
Una piccola curiosità musicale su Rusty il selvaggio che si allontana però dall’operato di Stewart Copeland: il famoso gruppo punk Green Day si è ispirato al film per la loro canzone Rusty James, contenuta nel primo album della trilogia ¡Uno!.