7 giorni: la recensione del film di Rolando Colla

Il 24 agosto esce nella sale italiane 7 giorni, il nuovo film di Rolando Colla, che indaga le conseguenze di un'attrazione fatale e la paura dei sentimenti

La volontà di andare fuori dagli schemi, una forte impronta autoriale, un’analisi accurata delle dinamiche di coppia e, soprattutto, della paura di aprirsi all’altro. Si potrebbe riassumere così 7 giorni, l’ultimo film del regista e sceneggiatore italo-svizzero Rolando Colla (Giochi d’estate), in uscita nelle sale italiane il 24 agosto.

Ambientato interamente nell’isola di Levanzo, a largo delle coste siciliane, questo frammento di terra aspro e abbandonato, fatta eccezione per uno sparuto gruppo di abitanti in età ormai avanzata, fa da sfondo all’incontro tra Ivan (Bruno Todeschini), biologo francese, e Chiara (Alessia Barela, già protagonista nel precedente film di Colla), costretti ad unire le forze per organizzare il matrimonio del fratello di lui con la migliore amica di lei, entrambi ex alcolisti. Ma l’asprezza dell’isola, unita all’indolenza dei suoi abitanti, renderà il compito più difficile del previsto.

7 giorni

“Non è fattibile, dobbiamo essere realisti” ripeterà infatti più volte il personaggio di Todeschini, quarantacinquenne disilluso, che guarda quasi con derisione all’ossessivo, sognatore, poco realista fratello di cui sta organizzando le nozze. Nonostante questo, la convivenza forzata con Chiara sfocerà presto in molto altro: uno scambio di sguardi, due mani che si sfiorano e tra i due nasce fin da subito un’attrazione dalla quale sembra quasi impossibile sottrarsi. Bisognerà attendere tuttavia più di metà del film prima di assistere al concretizzarsi di un vero e proprio rapporto, quasi che il regista volesse lasciare in sospeso la storia d’amore il più a lungo possibile.

E questo perché Ivan e Chiara sono personaggi in fuga da qualsiasi coinvolgimento emotivo, molto diversi tra loro ma accomunati dalla paura nei confronti dell’altro, da quel terrore di non essere corrisposti, di sentirsi per l’ennesima volta rifiutati, feriti. I due escogitano quindi un sistema sicuro al fine di “contenere i danni”: limitare l’amore nel tempo e precisamente nei sette giorni necessari ad organizzare le nozze, soluzione furba per evitare il coinvolgimento e quindi, la possibile sofferenza.

Ed è qui che si nasconde la domanda che il regista di 7 giorni pone allo spettatore: è possibile fissare un sentimento dentro un confine preciso?

7 giorni

La risposta viene data nell’arco dei sette giorni che dividono e scandiscono il film in altrettanti capitoli, attraverso un’analisi che via via scandaglia i sentimenti e il passato dei due protagonisti. In un’alternarsi di musiche francesi e di canti tradizionali siciliani, il risultato è un’indagine che seppure prende le mosse da una trama prevedibile, con intelligenza rifiuta risposte scontate e cliché del caso, a partire dalla stessa rappresentazione dell’isola di Levanzo.

7 giorni si serve di una trama prevedibile per indagare con intelligenza e originalità i sentimenti e il passato dei due protagonisti

Se infatti la bellissima fotografia mette in risalto il mare e i paesaggi della Sicilia, siamo tuttavia molti lontani dal rischio di un ritratto idealizzato dell’isola, lugubre e addormentata. Un risultato facilitato dal fatto che tutto, in 7 giorni, finisce per passare attraverso la lente inflessibile e cinica del protagonista francese, come del resto sono in francese sottotitolato anche la maggior parte dei dialoghi tra i protagonisti. Una scelta che sicuramente sottolinea la non convenzionalità del film, che si serve di questo angolo d’Italia come metafora del protagonista: arido, disilluso, ma soprattutto isolato per sua stessa volontà.

“Isolarsi non ha mai fatto bene a nessuno” si dirà ad un certo punto: una frase che riassume bene il senso di 7 giorni e il percorso di cambiamento al quale vengono progressivamente sottoposti i due protagonisti, più che credibili nell’ottima interpretazione dei due attori principali.

Colla è riuscito così nell’impresa di realizzare un prodotto con una sua peculiarità, seppure a partire da un tema ampiamente affrontato, evitando abilmente gli stereotipi grazie ad una visione personalissima che si riverbera dai personaggi all’ambientazione e che contribuisce a rendere 7 giorni una delle proposte cinematografiche più interessanti di questo periodo.

7 giorni

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3