Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni: recensione e analisi del finale
Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni è commedia dolce-amara di Woody Allen con Naomi Watts, incentrata sulla fede e su cosa succede quando smettiamo di averne.
Non c’è niente di meglio che le parole di Woody Allen per riassumere in poche righe Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, commedia dolce-amara uscita nel 2010:
“Ero interessato al concetto di fede in qualcosa. Sembra squallido quando lo dico ma abbiamo bisogni di illusioni per andare avanti. E le persone che riescono ad illudersi sembrano più felici di quelle che non ci riescono”.
Alfie (Anthony Hopkins) e Helena (Gemma Jones) divorziano dopo una vita insieme. Mentre Alfie cerca a tutti i costi di ringiovanirsi con trattamenti, estenuanti sessioni in palestra e un matrimonio con la giovane prostituta Charmaine (Lucy Punch), Helena si affida alla figlia Sally (Naomi Watts) e alla consulenza di Cristal, una chiaroveggente che le predice un futuro radioso. Sally ha una cotta non dichiarata per il suo capo, Greg (Antonio Banderas) ma è infelicemente sposata con Roy (Josh Brolin), un medico reinventatosi scrittore che attende con ansia e frustrazione crescenti il verdetto sul suo nuovo romanzo.
Proprio durante lunghe giornate passate davanti alla finestra a pensare al suo nuovo romanzo, Roy nota per la prima volta la sua dirimpettaia, Dia (Freida Pinto), una musicologa in procinto di sposarsi. Roy ne è rapito e lentamente la conquista. Nel frattempo, sua moglie Sally, scontenta e spinta dalla madre, lascia il marito e la galleria d’arte per aprirne una tutta sua, grazie a un prestito di sua madre.
Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni: un finale che ribalta le carte in tavola
È proprio nel finale che le situazioni si ribaltano. Alfie si copre di debiti per mantenere lo stile di vita stravagante della nuova moglie in un crescendo di infelicità di entrambi che culmina con il tradimento di lei; il manoscritto di Roy viene accettato ma lo scrittore scopre in realtà l’amico non è morto ma in coma e Helena rifiuta di prestare denaro a Sally, sotto suggerimento di Cristal. Sembrano tutti insoddisfatti delle proprie scelte: tutti tranne Helena che incontra Jonathan (Roger Ashton-Griffiths), un uomo che la sostiene nel suo percorso di fede e con cui inizia una nuova vita.
Il fil rouge della pellicola è la fede ed è proprio la fede a far pendere la bilancia dei personaggi da un lato o dall’altro. Sally, Alfie e Roy hanno sempre creduto che la madre fosse pazza per accettare i consigli di una chiaroveggente ma finiscono tutti insoddisfatti con le proprie scelte mentre Helena è l’unica ad ottenere un lieto fine. Helena costruisce con Cristal un rapporto che va al di là delle previsioni sul futuro. La figlia Sally ripete più volte che Cristal dice alla madre semplicemente quello che vorrebbe sentirsi dire ed è proprio questo che succede: la promessa di un futuro radioso spinge Helena a credere in un futuro radioso che, alla fine, arriva.
Se non fosse per Helena, la pellicola sarebbe un calderone di tematiche interessanti ma troppo poco approfondite per dare spessore ai personaggi, che appaiono spesso piatti e superficiali: Alfie è solo un uomo nel pieno di una crisi di mezz’età – e Anthony Hopkins sembra annoiato nell’interpretarlo – mentre Roy è uno scrittore che non si prende nemmeno la briga di chiedere alla sua nuova fiamma il nome del padre di lei, un eminente figura nel mondo letterario, ma si diverte a fare battute di pessimo gusto ai danni di Dia senza che nessuno si sforzi di rispondere a tono.
Se Sally non sembra così piatta come gli altri, è solo grazie a Naomi Watts che riesce a essere esasperata senza esasperare. In particolare, le scene con Antonio Banderas, nei panni del direttore della galleria d’arte, sono un giusto mix di seduzione e speranza mentre in quelle con il marito, Sally riesce a mostrarsi come una donna ormai stanca e pronta per una relazione con un uomo che sa quello che vuole.
Tutto sommato, si ha l’impressione che Allen abbia già raccontato questa storia e molto meglio di così ma il cast d’eccezione e la colonna sonora con una versione molto piacevole di When You Wish Upon a Star, rendono questo film guardabile. Forse, però, sarebbe stato meglio se questa sceneggiatura, come il manoscritto di Roy, non avesse visto la luce.
Testo di Jennifer Traini