Atypical: recensione della prima stagione della serie Netflix con Jennifer Jason Leigh
Una serie assolutamente vincente quella proposta da Netflix, in grado di puntare i riflettori con leggiadria e profondità su una tematica attuale quanto ancora non sufficientemente conosciuta
“La normalità è sopravvalutata”. Questo l’assunto di base di Atypical, la splendida serie Netflix in 8 episodi incentrata sul magico mondo di un adolescente nello spettro autistico, alle prese con le sfide relazionali che la sua condizione gli impone. Lontana da qualunque accezione stigmatizzante o intento edulcorante, Atypical affronta una tematica tanto attuale quanto ancora non sufficientemente conosciuta, smontando ad uno ad uno i pregiudizi che aleggiano intorno alla neurodiversità, una condizione che riguarda individui che approcciano la realtà quotidiana in modo differente, ma non per questo necessariamente patologico.
Per addentrarsi con naturalezza e leggiadria nel caleidoscopico universo di Sam, l’ideatrice della serie Robia Rashid e il regista Seth Gordon partono dalle sue relazioni più strette, concentrandosi sul modo in cui ogni membro della famiglia del ragazzo affronta le problematiche quotidiane causate dall’ avere a che fare con un fratello o figlio “diverso”.
Sam (Keir Gilchrist) è un ragazzo di 18 anni, affetto da una forma di autismo ad alto funzionamento. Come previsto dal suo assetto neurologico, possiede un’intelligenza analitica e profonda, tesa a preferire i dettagli rispetto all’insieme. I suoi interessi ruotano attorno agli aspetti meno esplorati del mondo, come la vita dei pinguini in Antartide, forse tanto amati perché destinati a scegliere una compagna per la vita e amarla per sempre: Sam vorrebbe tanto trovare una fidanzata ma non sa da dove cominciare, ad esempio non sa di quali aspetti deve tenere conto per potersi definire innamorato.
A complicare le cose la sua inclinazione a dire sempre la verità e la difficoltà a decifrare i segnali provenienti dall’altra persona, problema tuttavia agevolato dal rapporto con l’amico e collega di lavoro Zahid (Nik Dodani), che grazie alla sua esuberante intraprendenza e all’affetto che lo lega a Sam cerca di indirizzarlo quotidianamente verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati…non senza qualche rocambolesco imprevisto.
Atypical: alla scoperta del magico mondo dell’autismo ad alto funzionamento, tra sfide quotidiane e successi possibili
Atypical ha il grande pregio di lasciare che siano le situazioni quotidiane a lasciar emergere gli ostacoli che Sam si trova ad affrontare, trasferendo alternativamente l’attenzione dal sentire del protagonista a quello di chi gli sta intorno, destinato inesorabilmente a fare i conti col suo personale rapporto con le problematiche di Sam.
C’è la madre iperprotettiva (Jennifer Jason Leigh) che si è dimenticata di essere donna per pianificare al millesimo la vita del figlio, onde evitargli scompensi causati dall’imprevedibilità di ogni giorno, il padre (Michael Rapaport) che invece non riesce ad accettare a fondo che il figlio sia diverso dagli altri e fatica ad instaurare una relazione profonda con lui, non tanto per le difficoltà di Sam ma per il proprio senso di inadeguatezza, non certo agevolato dall’avere una moglie che invece è sempre sul pezzo (anche troppo) e infine c’è Casey (Brigette Lundy-Paine), la sorella di Sam che ama il fratello tanto da non sentirsi libera di vivere la propria vita e che da sempre è abituata a rinunciare alle attenzioni dei genitori per cederle al ragazzo, ma che – non per questo – non ne avrebbe bisogno.
In questo variegato contesto umano, il debutto di Sam nel mondo della relazioni con l’altro sesso, un viaggio difficile ed esaltante che metterà il protagonista e gli spettatori di fronte al dilemma universale di cosa sia normale e cosa no e di come le sfide delle vita siano alla fine dei conti le stesse per tutti, indipendentemente dalla propria condizione mentale. Perché per quanto si cerchi di controllare le variabili (cosa ancora più necessaria per un ragazzo autistico) l’amore quando arriva arriva, portando con sé la sua quota di gioie e delusioni, che tutti – ognuno a modo proprio – possiamo affrontare.
Ecco allora che attraverso il bizzarro modo di Sam di approcciare la questione sentimenti, ci ritroviamo tutti a riflettere sulle dinamiche dell’amore, un sentimento per cui valutare i pro e i contro vale in realtà molto poco, in favore del senso di benessere che stare accanto ad una persona ci infonde. Perché noi umani non siamo poi così diversi dai pinguini di Sam, ci distingue solo la pretesa di poter controllare le variabili che ci circondano.
Fra le metafore etologiche che Sam utilizza per decifrare ed accettare la realtà ed estratti delle sedute con la psicoterapeuta Julia (Amy Okuda), impariamo così a conoscere un ragazzo come tutti gli altri, sensibile e preoccupato per il suo futuro, che ha solo bisogno di qualche accortezza in più per arrivare dove i suoi sogni lo portano, con l’aiuto e l’amore di chi sa stargli accanto. Perché anche noi, come Sam, ogni tanto vorremmo indossare le cuffie e isolarci dal frastuono del mondo, entrando in contatto con i nostri bisogni più profondi.
La prima stagione di Atypical è disponibile dall’11 agosto 2017 sulla piattaforma di streaming on demand. Dopo esserci commossi e aver riso fino alle lacrime guardando questi primi 8 episodi, non possiamo fare altro che aspettare una seconda stagione, che siamo certi non tarderà ad arrivare.