Venezia 74 – The Shape of Water: recensione del film di Guillermo Del Toro
Con La forma dell'acqua - The Shape of Water, Guillermo Del Toro porta al cinema una storia d'amore fatta di pura poesia visiva! Il dramma sci fi è in sala dal 14 febbraio 2018 con 20th Century Fox
Un’altra principessa immersa in una favola per adulti che luccica come gocce baciate dal sole e irradia direttamente dalla luce del proiettore un appassionato quanto mai dolce amore: The Shape of Water è il film in concorso nella 74esima edizione del Festival di Venezia diretto dal cineasta messicano Guillermo Del Toro e pronto a trafiggere ardentemente il cuore di qualsiasi più trasognato spettatore.
Elisa (Sally Hawkins) è incompleta. Muta da quando era piccola, la giovane lavora come donna delle pulizie in un blindato centro aereospaziale, condividendo le ore di lavoro con la sua amica nonché collega Zelda (Octavia Spencer) per poi tornare nella sua confortevole casa di legno e vedere vecchi film in bianco e nero con l’emotivo vicino Giles (Richard Jenkins). Giorni che si ripetono con cadenzata ripetitività quelli della placida Elisa, fin quando nei lunghi corridoi del suo posto di lavoro non fa capolino una creatura acquatica sconosciuta a cui si legherà sempre più profondamente. Con l’intenzione di voler liberare il misterioso soggetto, la donna si ritroverà protagonista di un’insolita storia romantica, dovendo però scontrarsi con la malignità del capo della sicurezza Strickland (Michael Shannon) e con le controversie di una guerra fredda che non manca di mietere le sue vittime.
The Shape of Water – poesia visiva per una favola cinematografica
Magia cinematografica quella che generosamente il regista Guillermo Del Toro regala con la sua ultima, tenera, grande opera. The Shape of Water è una poesia visiva, un racconto avvolto da una matura fantasia che non manca di non lasciare sopito alcun tipo di sentimento. Del Toro trasforma un’America costretta a fronteggiarsi con l’ideologia sovietica in un piccolo mondo reso caldo e incantato dalle carezzevoli atmosfere europee, riempiendo lo spazio invisibile della perfetta messa in scena con le melodie sofisticate e toccanti del compositore francese Alexandre Desplat.
I personaggi di The Shape of Water sono scritti con tale maestria da diventare ben presto chiare e distinte identità, eccellentemente integrate nella rete di eventi che con bellezza man mano crescente si susseguono con la stessa fluidità di un corso d’acqua. Ad interpretarli, attori dalla bravura tale da giungere fino al punto di perdersi interamente nei loro ruoli tanto da scomparire, restituendo al pubblico degli individui coscienti e pensanti, capaci delle più meravigliose, delle più terribili e delle più commoventi azioni.
The Shape of Water – un cast incredibile per la storia di Guillermo Del Toro
Se l’ottima protagonista interpretata dall’attrice britannica Sally Hawkins è il filo conduttore della storia, a sostenere maggiormente la spina dorsale di The Shape of Water sono gli incredibili personaggi di contorno, partendo dall’ironia dirompente con cui Octavia Spencer e Richard Jenkins riescono ad illuminare con sporadica acutezza il film arrivando all’enorme, ponderosa prova di recitazione dell’immenso Michael Shannon, fuoriclasse del cinema contemporaneo. Nei panni di uno spietato capo della sicurezza, Shannon rende tangibile un sadismo sanguinario, feroce come quello di un animale, un uomo che ricerca nella sfida con il mostro la conferma di potersi dichiarare Dio in terra, affrontando un’interpretazione grandiosa e totalizzante.
The Shape of Water, che molto richiama alla memoria l’opera del 2006 Il labirinto del fauno – altra fiaba firmata Guillermo Del Toro – è la suggestione dell’amore intenso che travolge come un’onda, che trascina nelle acque più oscure tanto da far rischiare di affogare, ma che alla fine lascia risalire per permettere di respirare ancora una volta a pieni polmoni. Un film armonioso nella sua non trascurata durezza, un sogno che abbraccia il cinema e lo sommerge di magnifiche percezioni.