Venezia 74 – Il terzo omicidio: recensione del film di Kore’eda Hirokazu
The Third Murder è un legal drama atipico, in cui la verità è opaca e nessuno potrà declinarla.
Il terzo omicidio (The Third Murder in inglese e Sandome no Satsujin in lingua originale) è un film di Kore’eda Hirokazu, presentato in concorso alla 74ª Mostra del Cinema di Venezia ed interpretato da Fukuyama Masaharu, Yakusho Koji e Hirose Suzu.
Misumi, è un operaio di una industria alimentare che, in seguito al suo licenziamento, uccide a sangue freddo il suo ex capo con una chiave inglese, per poi bruciarne il corpo. Un avvocato, Shigemori, verrà inserito tra i membri della difesa del presunto omicida. Questi, desideroso di scovare la verità, cercherà in Misumi un’ammissione pulita che faticherà ad arrivare. La difesa fin da subito gli consiglia di confessare l’omicidio, al fine di evitare la pena di morte. Misumi allora ammette tutto, esponendo tutti i dettagli dell’omicidio, ma l’avvocato, dubbioso su molti aspetti delle sue confessioni, comincerà ad indagare sul caso, parlando con i colleghi della fabbrica e con la famiglia della vittima.
Shigemori, confrontandosi con la moglie e la figlia, noterà tante opacità nei loro racconti, che lo porteranno a sospettare proprio della moglie, poiché, in seguito al decesso di suo marito, avrebbe dovuto riscuotere i soldi dell’assicurazione. Un omicidio tutt’altro che lineare, che poi verrà sconvolto anche dai silenzi delle figlia, che serba un segreto inconfessabile, portando gli avvocati a dubitare di qualsiasi movente e delle ragioni dello stesso Misumi.
Il terzo omicidio è un legal drama atipico, in cui la verità è opaca e nessuno potrà declinarla
Il terzo omicidio è un film molto complesso, con un intreccio arduo da districare, ed è proprio questa la potenza e la condanna di un regista che ha scelto di indagare sulla relatività della verità e sull’impossibilità di delinearla, soprattutto in un’aula di tribunale. Alcune scene del film, nonostante rappresentino semplici confronti tra imputato e avvocato, diventano momenti intimi grazie alla leggerezza del regista nel rendere un vis-à-vis come un istante di complicità, di sovrapposizione visiva.
Un legal drama atipico, in cui la verità è opaca, rinnegata, e nessuno potrà declinarla, e ciò è proprio negli intenti del regista, che sceglie di non rivelarla, chiudendo un processo con dubbi e atroci quesiti che accompagneranno lo spettatore per tutti i titolo di coda. Questo modo di fare cinema è funzionale nei termini di tensione narrativa, soprattutto quando la struttura noir e l’impostazione visiva si compiono al meglio, come nelle scene delle interviste o nello stesso tribunale.
Il terzo omicidio, nonostante le imperfezioni e il crinale tra storia e spettatore, è una pellicola stilisticamente ineccepibile
Ma è innegabile che un intrigo senza risoluzione sembra un’insensatezza, un’imprecazione rilevante, ma Kore’eda Hirokazu ci porta verso questa ulteriore negazione poiché per lui giudizio e verità procedono per due strade diverse, se non parallele. Il terzo omicidio risiede in questa opposizione, l’unica verità che ci suggerisce il regista è proprio qui, e non è una cosa che i personaggi scoprono o di cui sono coscienti.
The Third Murder si colloca ben al di là di una semplice crime story, da cui prende lo scheletro, la struttura portante, per poi farsi strada attraverso le proprie convinzioni, in modo a volte ridondante, cavilloso ma senza perdere il taglio maestoso, quale caratterizza Kore’eda. Nonostante le imperfezioni e il crinale che si crea tra storia e spettatore, The Third Murder resta una pellicola stilisticamente ineccepibile, visivamente sempre molto adeguata ed elegante, che si sprigiona come un balsamo che riesce spesso a celare i difettucci e le carenze di cui la pellicola è inesorabilmente succube.
Il film è disponibile in streaming su CGDigital.it dal 19 maggio 2020.