Gaga: Five Foot Two – recensione del documentario Netflix

Gaga: Five Foot Two è il film Netflix che esplora il lavoro e la maturazione artistica e umana della famosa icona pop Lady Gaga.

Ci sarebbero milioni di motivi per non apprezzare un’artista come Lady Gaga, ma ne basta uno solo per amarla: il suo essere estremamente, umanamente fragile. Prodotto da Netflix e distribuito dalla stessa piattaforma streaming a partire dal 22 settembre, Gaga: Five Foot Two è il documentario che racconta gli ultimi anni di lavoro della cantante più estrosa che abbia mai calcato i palcoscenici della scena mondiale, la lavorazione di una star mostratasi tra le più innovative icone a livello di gusto e costumi, giunta al punto massimo di maturità e carriera, eppure ancora bisognosa – come ogni altra persona reale – di aggrapparsi a poche, fondamentali certezze.

Momenti intensi quelli riportati dalla camera del regista Chris Moukarbel: le giornate in studio di registrazione, le prove, la realizzazione di videoclip, la partecipazione ad eventi della società mondana. Un universo firmato Gaga fatto di amicizie e professionalità, ma interrotto sempre con maggiore frequenza da una sofferenza che la cantante non riesce più a sopportare. Diagnosticatole la fibromialgia, sindrome caratterizzata da una rigidità dei muscoli che comporta una continua situazione di dolore, l’interprete si divide tra la creazione dei nuovi brani per la composizione del suo ultimo album e le visite o terapie necessarie per impedire agli spasmi di sovrastare la voglia di musica e spettacolo dell’irrefrenabile Germanotta.

Gaga: Five Foot Two – la rivoluzione di Lady Gaga da ragazza a donna, sospesa senza trucchi

gaga five foot twoIniziando con una Lady Gaga sospesa, attaccata a quei fili che presto la faranno atterrare sul palco del Super Bowl – ritenuto punto massimo della propria carriera – il documentario Gaga: Five Foot Two esplora a differenti livelli l’interiorità di una musicista diventata nel tempo autorità nello show business, ma ancora legata a ciò che concretamente la rende una delle stelle più brillanti del firmamento discografico: il bisogno affettivo di sentire la famiglia accanto, il calore degli amici cari, l’augurio di poter un giorno non più legare i suoi successi musicali alle sofferte delusioni d’amore. Perché è esattamente questa umanità a comporre l’artista Lady Gaga, a darle forma e spessore, una passione smodata per la musica accompagnata dal desiderio genuino di rendere felice, attraverso le proprie melodie, il pubblico.

Interagendo in maniera naturale con la telecamera, la quale segue ogni passo dell’elaborato piano lavorativo della cantante, Lady Gaga si lascia a riflessioni personali, fa mostra dell’acquisita conoscenza del proprio io, trattando con particolare attenzione il tema della crescita e gonfiandosi di rispettoso orgoglio nel potersi finalmente definire, ma soprattutto sentire, una vera donna. Con le sue insicurezze, con le sue cadute, con i suoi sbagli, ma pur sempre una donna.

Ed è così che il passaggio da giovane ragazza che prende coscienza di sé, del proprio corpo e delle proprie capacità, confluisce nel compimento di un album maturo, lontano dai fronzoli e dagli eccessi di cui Stefani Germanotta ora non sente più bisogno. Joanne è una poesia tra il delicato e il selvaggio che parla di lei, del suo passato, degli affetti a cui purtroppo si è destinati a rinunciare. Un manifesto del punto di svolta al quale è giunta la vita della popstar e il suo percorso nella dimensione dello spettacolo; una donna che ha saputo guardarsi dentro, togliendo finalmente qualsiasi trucco.

Gaga: Five Foot Two – Il ritratto a cuore aperto di un’artista

Gaga: Five Foot Two - il doc su Lady Gaga dal 22 settembre su NetflixGaga: Five Foot Two è il sudore di una vera artista che mette anche il più piccolo pezzo della propria anima – compreso il dolore fisico – all’interno del suo operato; un prodotto cinematografico simile ad una canzone che, come un’operazione a cuore aperto, esplora fino in fondo l’amore della famosa cantautrice per il proprio mestiere e l’immensa gratitudine verso ciò che l’ha resa ad oggi uno dei simboli dell’immaginario pop.

Un documentario a tratti così intimo da fare quasi male. Un’animale da palcoscenico da cui esce fuori una voce da angelo, la quale riesce a far venire i brividi anche con le poche canzoni riportate dal regista Chris Moukarbel. Un regalo per tutti i little monsters che potranno sentirsi ancora più vicini al loro idolo Lady Gaga, un motivo su un milione di motivi per rispettare questa enorme, sensibile, talentuosa artista.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.6

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