Snowfall: recensione del pilot della serie tv
Trasmesso dal 5 luglio di quest'anno negli Stati Uniti da FX e in arrivo il 26 novembre qui in Italia, Snowfall è la futura serie tv di punta del palinsesto Fox. Ne abbiamo visionato l'episodio pilota in anteprima e queste sono le nostre impressioni a riguardo.
Sulla penisola italiana, l’uscita statunitense di un prodotto come Snowfall è passata decisamente in sordina: sarà che mancano ancora 20 giorni alla diffusione del primo episodio per merito di Fox, ma sembra quasi che, anche prima dell’uscita, desti ben poco interesse nel pubblico nostrano.
Quella offerta da Snowfall non è una trama originale o dalla messa in scena innovativa: seguendo i punti di vista di tre differenti personaggi (il giovane spacciatore proveniente dai bassifondi Franklin Saint, il wrestler messicano Gustavo “El Oso” Zapata e l’operatore della CIA Teddy McDonald), la serie descrive la storia vera della prima rapida diffusione del crack nell’ambiente metropolitano, avvenuta nella Los Angeles del 1983, anche se in questa prima puntata questo grande disegno viene a malapena abbozzato.
Snowfall non rappresenta niente di diverso da ciò che abbiamo visto in passato
Tuttavia già da questa prima ora di Snowfall si ha la netta sensazione di aver davanti un prodotto estremamente pigro, sia nell’elaborazione dei risvolti della trama fuori dai canoni, che nell’impostazione di questi suddetti canoni, che si limita esclusivamente a riproporre nella medesima maniera di altri prodotti che trattano le suddette tematiche (ma di ben più pregevole fattura).
Tra queste, è quasi superfluo citare il tanto lodato Narcos di casa Netflix, dalla quale la serie distribuita da FX attinge a piene mani, non riuscendo a mettere in scena in maniera coinvolgente i meccanismi che fanno funzionare quell’organismo che è il narcotraffico su scala globale. Si ritorna quindi a sguazzare nelle zone più malfamate e decadenti della città degli angeli, ma senza lo spirito di analisi e di ricerca nei confronti del suddetto ambiente, che invece avrebbero potuto giovare enormemente alla riuscita del prodotto. Si poteva tentare anche un approccio simile a quello adottato per Atlanta (gioiellino sempre prodotto da FX), non tanto per quanto riguarda la critica verso il mondo musicale odierno, ma per la lucidità con il quale riesce a dipingere le sfaccettature del microcosmo che la comunità black col tempo si è andata a creare. Inutile notare come l’opportunità di mostrare tale realtà in una collocazione temporale differente, ovvero i tanto amati anni 80′, sia stata sprecata.
Nemmeno il cast di Snowfall brilla particolarmente
Con la mancanza di un volto particolarmente riconosciuto, non resta che affidarsi esclusivamente alle capacità attoriali del nutrito cast, che purtroppo fuoriescono a sprazzi, senza mantenere una costanza di fondo. Probabilmente Damson Idris (Franklin Saint) è l’interprete che si distingue maggiormente su tutti, riuscendo ad incarnare abbastanza bene il ruolo dello spacciatore in “erba”; tuttavia, ben presto anch’esso cade al livello di una macchietta stereotipata, esattamente come il resto dei personaggi coinvolti.
Tanti difetti…che hanno portato ad un rinnovo!
L’insieme di questi fattori non può che suscitare una mancanza pressoché totale di interesse verso un prodotto come Snowfall, un miscuglio di tanti modelli narrativi che si sono già visti e rivisti nella cinematografia quanto nella serialità moderne (in particolar modo, come già scritto, in quest’ultima).
A lasciare un attimo interdetti è quindi la scelta di FX di rinnovare la serie per una seconda stagione dopo ascolti decenti – ma non esaltanti – e critiche decisamente tiepide, che vertono tra la sufficienza strappata per il rotto della cuffia e la lieve insufficienza. Avrà avuto negli Stati Uniti un successo amplificato dalle tematiche e dal contesto spazio-temporale in cui è ambientata la vicenda? Oppure tale “successo” arriverà anche in Italia, seguendo l’onda della popolarità di Narcos?
Non resta che aspettare il 26 novembre, data d’uscita del primo episodio in Italia, per vedere se Snowfall, un buco nell’acqua sotto quasi ogni aspetto, a partire proprio da un fragile e soporifero pilot, si ritagli una sua fetta di pubblico consistente, confermandosi un investimento corretto.