Agents of S.H.I.E.L.D. 5: recensione season première “Orientation”
Gli agenti dello S.H.I.E.L.D. guidati da Phil Coulson sono tornati e questa volta per una nuova missione davvero distruttiva.
È andata in onda ieri sera, mercoledì 20 Dicembre, su FOX (canale 112 di Sky), la season première della quinta stagione di Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. La serie ABC, apripista dei progetti televisivi facenti parte dell’Universo Cinematografico Marvel, è tornata eccezionalmente con due mesi di ritardo rispetto al solito. Come ben ricordiamo, infatti, la nuova stagione ha debuttato negli Stati Uniti nei primi giorni di Dicembre lasciando spazio, ad ottobre, ad un’altra serie Marvel: Inhumans. Quest’ultima, però, non è riuscita a soddisfare le aspettative dei fan, risultando povera di contenuti e qualità tecniche.
Agents of S.H.I.E.L.D. debutta con una season première inaspettata
La serie, creata da Joss Whedon, Jed Whedon e Maurissa Tancharoen, è diventata in questi ultimi anni un appuntamento imperdibile con tutti i fan Marvel. Nonostante si sia sempre di più discostata dall’Universo Cinematografico di cui fa parte, Agents of S.H.I.E.L.D. ha sempre mantenuto il suo stretto legame con il progetto UCM. Dopo un season finale di quarta stagione da cardiopalma, la quinta si apre con un doppio episodio intitolato Orientation. Nei primi minuti della prima parte di première vediamo cosa accade al gruppo protagonista capeggiato dall’inossidabile Agente Phil Coulson, come sempre interpretato da Clark Gregg. Gli Agenti si ritrovano catapultati a bordo di una strana e misteriosa stazione spaziale. Chi ci vive? Come ci sono arrivati? E, soprattutto, perché?
Sono alcune delle tante domande che attanagliano sia gli spettatori che gli stessi protagonisti. Solo la fine del primo episodio, che evitiamo di descrivere per chi non ha ancora visto le due puntate che compongono l’inizio di stagione, è in grado di dare una – e decisamente inquietante – delle mille risposte che tanto cerchiamo.
Phil Coulson, l’agente Melinda May, Daisy Johnson aka Quake, Mack, Yoyo e Jemma Simmons si ritrovano insieme in un luogo ostile e da sviscerare, popolato da umani e Kree. Questa razza non è sicuramente nuova ai fan Marvel. Anzitutto sono introdotti nel quattordicesimo episodio della prima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. intitolato T.A.H.I.T.I. Ma non solo. Un noto Kree appare come villain principale di Guardiani della Galassia diretto da James Gunn nel 2014: ci riferiamo chiaramente a Ronan l’Accusatore interpretato da Lee Pace.
Ma qual è la relazione tra umani e Kree su questa strana astronave sperduta nello spazio? Un’altra domanda ancora senza risposta.
Orientation è l’ottima partenza di una serie che negli anni ha saputo sorprendere sempre di più. Lasciata la terra, l’azione si sposta in modo completamente inedito su un terreno mai battuto – tralasciando la breve parentesi di Jemma e Fitz sul pianeta Maveth. Con un’atmosfera che a tratti ricorda un tipico episodio di Doctor Who, la quinta stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. inizia cablando quasi perfettamente mistero, azione e tutti quegli elementi che hanno fatto grande la serie. Sicuramente, merito di ciò va, innanzitutto, agli attori protagonisti, ormai e più che mai compatti. Ognuno di loro ha un ruolo ben preciso e, proprio grazie ad una caratterizzazione identitaria cresciuta nel corso di ogni singola puntata, si amalgama al resto del gruppo.
Orientation convince sin da subito portando lo spettatore a chiedersi cosa è successo e perché. Una scrittura, che molto spesso strizza l’occhio all’Universo Cinematografico Marvel con ricercati riferimenti, è accompagnata da una sempre maggiore consapevolezza. Uno dei nuovi elementi che porta la serie a crescere è anche un evoluto utilizzo degli effetti speciali che in Orientation sono una gioia per gli occhi di chi guarda. Una partenza del genere è certamente positiva e pone le basi per una stagione degna di nota. Non ci resta che guardare.