Sopravvissuti: recensione del film con Margot Robbie e Chris Pine 

La recensione di Sopravvissuti (Z for Zachariah), il film thriller sci fi tratto dall'omonimo romanzo di Robert C. O'Brien con Margot Robbie e Chris Pine nel cast

Sopravvissuti (Z for Zachariah) è un film di Craig Zobel, adattamento dell’omonimo romanzo di Robert C. O’Brien, interpretato da Margot RobbieChris Pine e Chiwetel Ejiofor.

Dopo un’apocalisse nucleare che ha reso il pianeta Terra un luogo totalmente radioattivo e inospitale, Ann Burden si trova a vivere sola nella sua dimora, badando alla fattoria di famiglia. I suoi cari non sono mai tornati dopo essere andati alla ricerca di superstiti, e lei, temendo di essere rimasta l’unica sopravvissuta, si dedica alla lavorazione dei campi, alla caccia e alla pesca, essendo la valle che abita stranamente immune alle radiazioni e completamente inalterata. Un giorno si accorge che un uomo attraversa il suo territorio, uno scienziato in difficoltà, alla ricerca di un briciolo di salvezza da quell’inferno, e non sarà l’unico.

Il regista di Sopravvissuti pone l’attenzione sul mondo interiore dei protagonisti

Sopravvissuti Cinematographe

Sopravvissuti è un film vacuo, che si impone senza nerbo nel panorama cinematografico post-apocalittico, in cui è praticamente assente la componente fantascientifica. Un film strutturato in modo errato, insensato, che non spiega né accenna il motivo o la causa dell’inospitalità del pianeta, ormai preda di radiazioni nocive e letali per l’essere umano. La natura è una protagonista silente, la parte che viene mostrata più ampiamente è quella che appartiene ad Ann, una valle incontaminata, un Eden riservato per coloro che sono riusciti con prontezza o fortuna a sopravvivere all’apocalisse.

È interessante osservare come la natura sia totalmente indipendente dalla mano e dalla mente umana e come nonostante le radiazioni mantenga un suo ciclo vitale che procede, diversamente dall’uomo che è legato inesorabilmente ad essa, soprattutto in condizioni così avverse. Inevitabile non pensare ad un’ispirazione biblica, con la rappresentazione di un luogo misteriosamente immune ad ogni catastrofe, abitato da una sorta di Eva post-apocalittica, che però deve divincolarsi tra due uomini che in qualche modo sconvolgono gli equilibri della sua dimora.

Gli unici spunti interessanti del film sono legati in primis ai sentimenti: la sensibilità e la fede di Ann entrano in contrasto con il pensiero di Loomis, un uomo diffidente, un uomo di scienza. Parallelamente l’altra nota positiva di Sopravvissuti è la sua presentazione come una pellicola squisitamente bucolica, in cui la protagonista si prodiga e si dedica alla coltivazione, mettendo tutta se stessa per portare avanti la fattoria di famiglia. Il regista preferisce porre l’attenzione sul mondo interiore dei protagonisti, favorendo e mettendo in risalto il loro disagio, la loro vulnerabilità, la costrizione di essere rimasti soli senza sapere cosa potrà accadere, in un mondo in cui la tecnologia è stata demolita.

Sopravvissuti Cinematographe

Sopravvissuti è fratturato da una lentezza espressiva desolante

Sopravvissuti non riesce a convincere perché i protagonisti sono caratterizzati in modo maldestro e la storia si complica in modo prevedibile: non c’è un punto di svolta, non c’è interesse per il destino dei personaggi, è tutto statico, posato e snervante. Il regista Zobel sembra voler omaggiare il capolavoro di Tarkovskij Stalker in alcuni momenti, anche se è una somiglianza molto lontana; si riesce quasi a percepire l’idolatria per il maestro sovietico, soprattutto nell’idea che vede quel territorio rurale isolato dal resto del pianeta, ormai corrotto e inabitabile.

I tre attori rendono a sufficienza la tensione, la sfiducia, la riflessione e lo stato d’animo che li determina. Ciò nonostante il film sembra non procedere, è fratturato da una lentezza espressiva desolante, che per quanto punti molto sugli scontri tra i personaggi e sul loro rapporto fatto di silenzi, sguardi e confessioni sofferte, non vive di picchi, non ha momenti forti o decisivi, rimane tutto sul piano dell’evocazione, fino alla fine, lasciando solo confusione nella mente di chi guarda.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

1.9