Outcast – L’ultimo templare: recensione

Outcast - L'ultimo templare è frutto di una collaborazione cinese, canadese ed americana, rispecchiata da un cast internazionale. Purtroppo, tuttavia, è la qualità intrinseca della pellicola a lasciare a desiderare.

Uscito nel 2014 e diretto da Nick Powell (ex stuntman per la prima volta dietro una macchina da presa), Outcast – L’ultimo templare è frutto di una collaborazione cinese, canadese ed americana, rispecchiata da un cast internazionale che comprendeva Nicolas Cage, Hayden Christensen, Liu Yifei ed Andy On.

Il film parte dalle ultime volontà di un vecchio e saggio Re nella Cina dell’alto Medioevo, che decide di lasciare il trono al figlio più giovane, l’appena quattordicenne Zao, scatendando però così l’ira del primogenito, il collerico ed ambizioso Shing (Andy On, divo del cinema taiwanese) che uccide il padre e si mette sulle tracce del fuggiasco Zao. Questi è infatti scappato con la sorella maggiore  Lian (Liu Yifei che sarà Mulan nel futuro Live Action della Disney) ma dopo non molto entrambi vengono raggiunti dai soldati di Shing e morirebbero se non fosse per l’intervento di un misterioso guerriero occidentale.

Costui altri non è che l’ex crociato Jacob (l’ex Anakyn Skywalker Hayden Christiansen), che distrutto dai sensi di colpa per ciò che ha fatto e visto in Terra Santa, si è allontanato da tutto e da tutti, cercando di dimenticare ogni cosa nel lontano Oriente, anche grazie all’oppio. Egli accetta di aiutare i due giovani, e per strada la comitiva incontra un ex commilitone di Jacob, il misterioso e letale Gallain (Nicolas Cage in versione Odinesca) che da tempo si è messo a capo di una banda di fuorilegge. Insieme dovranno cercare di sopravvivere alla furia di Shing, mentre i due ex crociati saranno chiamati a confrontarsi con il proprio passato e le proprie colpe…

Vi è qualcosa di incredibilmente triste nel vedere come due attori del calibro di Cage e Christensen si ritrovino oggi a doversi arrabattare con pellicole così infime e senza significato, dopo aver interpretato personaggi così importanti e così potenti, entrati di diritto nell’immaginario collettivo. Entrambi hanno sempre avuto risposte molto eterogenee dal pubblico e dalla critica, e certamente non possono essere paragonati a mostri della recitazione del calibro di un Tom Hardy o di un Edward Norton.

Tuttavia stiamo parlando nel caso di Cage di un Premio Oscar (ottenuto con City of Angels) e di uno dei volti simbolo del cinema anni 90 ed inizio 2000, grazie a grandi successi in action movies come Con Air, The Rock, Face/Off, ma anche grazie a film più originali come Lord of War, Il Cattivo Tenente o KickAss. Christensen invece mai aveva convinto del tutto, neppure ai tempi della trilogia prequel di Star Wars, tanto da meritarsi una nomination ai Razzie Award sia per L’Attacco dei Cloni che per La Vendetta dei Sith. Non gli è andata meglio con Jumper (uno dei peggiori flop di inizio millennio), mentre invece stupì la critica con Awake, L’inventore di Favole e Vanishing on 7th Street. Tuttavia ultimamente non ha avuto molta fortuna con altri film e produzioni…

Outcast – L’ultimo templare rappresenta per entrambi uno dei punti più bassi mai avuti in carriera, al momento che il film di Nick Powell (che da allora pare per fortuna non aver avuto più alcuna possibilità di dirigere alcunché) è un b-movie della peggior specie, di quelli che meritano a stento una connessione internet. L’iter narrativo è scontato, pedante e noioso, la regia è scolastica, banale ed imprecisa con errori di raccordo anche gravi, mentre la sceneggiatura di James Dormer (chi? Ecco appunto) attinge a piene mani ai cliché più ovvi, già visti e rivisti in una marea di anime e film di genere.

I combattimenti sono forse l’unica cosa positiva di tutto il film, ma non bastano a salvare Outcast – L’ultimo templare, che non decide mai esattamente che direzione prendere, se abbracciare in toto il genere cappa e spada in stile europeo o il wuxia cinese. Da tale infelice non scelta di partenza si arriva ad un mischiare le crociate, l’impero cinese e tanto altro, ma senza una vera anima che unisca il tutto, senza una vera idea di partenza, sperando evidentemente che bastassero un paio di duelli e qualche primo piano dei due divi per salvare il tutto. La  bella fotografia di Joel Ransom con la sua anima funerea e decadente dona qualcosa all’insieme, sicuramente più della moscia musica di Guillaume Roussel, ma alla fine Outcast rimane uno dei peggiori film del 2014, e qualcosa che vi sconsigliamo caldamente di vedere.

Purtroppo l’esempio di Outcast – L’ultimo templare è stato seguito di lì a poco da un altro film che vorremmo dimenticare, Last Knights di Kazuaki Kiriya con Clive Owen e Morgan Freeman, e poi da un altro “capolavoro” come Dragon Blade con Jackie Chan, Adrien Brody e John Cusack. Insieme questi tre film formano una trilogia degli orrori cinematografici, un mix letale di oriente ed occidente che speriamo di rivedere solo con buoni registi e sceneggiatori, o perlomeno con un pò più di fantasia e originalità, o almeno spettacolarità come nel caso di The Great Wall di Zhang Yimou del 2016.

Regia - 1
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 2

1.9