Caravaggio – l’Anima e il Sangue dove è stato girato? Tutte le location del film
Un itinerario artistico ed enogastronomico alla scoperta delle location in cui è stato girato Caravaggio - L'Anima e il Sangue e nelle quali è possibile ammirare i capolavori dell'artista
L’intera esistenza di Caravaggio potrebbe di fatto concentrarsi, oltre che sul binomio genio e sregolatezza, in un intenso viaggio che da Milano ci conduce verso Roma e Firenze e poi giù fino a Napoli, alla Sicilia e all’isola di Malta; un percorso che Michelangelo Merisi fece perché spinto dalla smodata voglia di scoprire nuove tecniche e nuovi orizzonti, ma verso il quale fu dirottato anche per via della sua indole da attaccabrighe. Nel tratteggiare il suo vissuto in Caravaggio – l’Anima e il Sangue, il nuovo film targato Sky e Magnitudo Film, in uscita nelle sale italiane il 19, 20, 21 febbraio 2018 con Nexo Digital, gli autori prendono in esame i luoghi reali in cui l’artista ha vissuto e che tutt’ora custodiscono i suoi capolavori.
Le tappe della vita del Merisi, quell’uomo che col suo talento ha totalmente stravolto il modo di intendere l’arte – mettendo i suoi colleghi nelle condizioni di dover “dare” sempre di più e sempre qualcosa di diverso – diventano dunque le tappe di un itinerario fatto di bellezze architettoniche e opere d’arte che già da sole, con la loro composizione, riprendono il concetto stesso di set cinematografico. Già, perché di fatto Caravaggio è stato un antesignano della fotografia e del video making, creando scenari così reali da sembrare quasi vivi.
Per le riprese di Caravaggio – l’Anima e il Sangue il team di Sky si è avventurato in cinque città italiane e non, scindendo da queste circa quindici differenti luoghi d’arte che fanno da set cinematografico.
Milano: la città che diede i natali a Caravaggio e nella quale mosse i primi passi artistici
Il nostro itinerario tra le location di Caravaggio – l’Anima e il Sangue ha come prima tappa Milano. Le telecamere di Jesus Garcés Lambert si sono addentrate in luoghi di cultura come l’Archivio Storico Diocesano, dove è riposto il certificato di battesimo di Michelangelo Merisi, e la Pinacoteca di Brera, in cui si trova la seconda versione de La cena in Emmaus.
La città mereghina, come senz’altro saprete, è stata fondamentale per il Merisi, che ivi ha mosso i primi passi della sua lunga carriera, imparando i trucchi del mestiere presso la bottega di Simone Peterzano, pittore manierista lombardo. Una formazione sancita con un contratto di apprendistato di quattro anni, in cui Caravaggio ha potuto apprendere e confrontarsi con i migliori maestri lombardi e veneti.
Fu sempre Milano, il 28 settembre del 1571, a dare i natali all’artista. Sebbene i genitori fossero nativi di Caravaggio, infatti, si trasferirono per lavoro nella città in cui Michelangelo Merisi trascorse diversi anni della sua esistenza e in cui si trovano tutt’oggi molte delle sue opere.
Nello specifico, il film d’arte Sky ci porterà all’interno del già citato Archivio Storico Diocesano, un luogo di cultura nato dalla mente di San Carlo Borromeo, che custodisce un ricco patrimonio di documenti storici provenienti dalla diocesi ambrosiana e dagli enti ecclesiastici ad essa collegati. La raccolta comprende manoscritti, libri antichi, disegni, mappe, fotografie e, in questo caso, anche il certificato di nascita del Merisi.
A circa un quarto d’ora di passeggiata dall’Archivio si trova l’importante Pinacoteca Ambrosiana, istituita dal Cardinale Federico Borromeo (cugino di San Carlo Borromeo) nel 1617. Vi consigliamo di addentrarvi tra le 24 sale che ospitano la ricca collezione artistica per rinvenire, oltre alla bellezza dei capolavori di Leonardo o Raffaello, la magnifica Canestra di frutta caravaggesca: un olio su tela di piccole dimensioni, la cui riproduzione avrete certamente visto milioni di volte e, se frugate tra le tasche di vecchi cappotti, forse ritroverete le vecchie 1000 lire italiane in cui l’opera era raffigurata. Caravaggio la dipinse a quanto pare su commissione del Cardinale Del Monte, tra il 1594 e il 1598. La frutta diviene protagonista assoluta del dipinto e simbolo della precarietà dell’esistenza umana; ciò che in apparenza sembra fresco e fragrante un attimo dopo è in procinto di marcire.
Dall’abbondanza solitaria si passa a una tavola per niente ricca e imbandita come le precedenti; vediamo il pane già spezzato, due piatti vuoti e una brocca. Siamo tra le mura della Pinacoteca di Brera ed esattamente dinnanzi a La cena in Emmaus, dipinta da un Caravaggio ormai stanco nel 1606. Tale versione è molto diversa da quella confezionata qualche anno prima e conservata presso la National Gallery di Londra, dove la tavola è rigogliosamente bandita con pane, pollo e un’invitante cesta di frutta.
L’opera è comunque di gran pregio e si può ammirare a Milano in uno dei luoghi d’arte più amati in città, inserito nel quartiere storico di Brera. Una zona in cui si respira creatività, grazie alla Pinacoteca e ai giovani che popolano l’Accademia, studiando e creando progetti d’arte.
Il quartiere storico di Brera è inoltre ricco di ristoranti e bar e la sera, quando le luci creano giochi d’ombre e i viandanti si accingono a calpestare sul pavimento ciottolato, è davvero incantevole. Se poi il giro si programma in una delle Notti al Museo, una visita serale in Pinacoteca è imperdibile e così anche uno sguardo intenso alla Cena in Emmaus di Caravaggio.
Roma è la seconda tappa tra le location del film Caravaggio – l’Anima e il Sangue
La seconda tappa del nostro viaggio ci porta dritti a Roma, in cui l’artista operò per oltre dieci anni, dal 1594 al 1606, producendo gran parte delle sue opere. Il Caravaggio arrivò nella Città Eterna dopo aver terminato l’apprendistato a Milano, stringendo importanti amicizie con nobili e Cardinali che rappresentano il motore della sua arte, ma anche con colleghi come i siciliani Lorenzo Carli e Mario Minniti. Qui il pittore inizia a produrre su grandi commissioni pubbliche e private.
Le opere site presso la Chiesa di San Luigi dei Francesi rappresentano la prima commissione pubblica assegnata all’artista, nel 1599, grazie al Cardinale Francesco Maria del Monte. Presso la Cappella Contarelli sita all’interno della suddetta chiesa si trovano la Vocazione di San Matteo, il Martirio di San Matteo e il dipinto San Matteo e l’Angelo: un’infiorata di luci e colori intensi che già da soli creano uno scenario cinematografico. Il ciclo di opere dedicate a San Matteo è disposto come in origine, il che ci fa sentire protagonisti del suo mondo fatto di angoscia, forza, istinto e tendenza costante al cambiamento.
Uscendo dalla Chiesa di San Luigi dei Francesi, incastonata nel rione Sant’Eustachio, torniamo all’aria aperta, alla luce di una città come Roma dove il clima è mite e l’arte si può trovare ad ogni passo. A pochi passi dalla Chiesa, infatti, troviamo Piazza Navona e si può continuare così un itinerario a piedi, dove tra un luogo di cultura e l’altro possiamo fermarci a riempire lo stomaco. Non si può consigliare un piatto preciso da assaporare nella Capitale, sarebbe una scelta troppo difficile, ma una vicenda abbastanza buffa (se vogliamo), che fece meritare al Nostro una querela da parte di un garzone d’osteria, ci porta ad assaporare un bel piatto di carciofi alla giudia!
È certo che a Roma ci sono ben altri luoghi in cui si possono rintracciare le opere di Caravaggio, come ad esempio Galleria Borghese (in cui sono custodite le tele come il Giovane con cesto di frutta, la Madonna dei Palafrenieri, Davide con la testa di Golia), Palazzo Barberini (Giuditta e Oloferne), la Basilica di Santa Maria del Popolo, la Basilica di Sant’Agostino, i Musei Vaticani o Galleria Doria Pamphilj.
La Firenze di Caravaggio – l’Anima e il Sangue: un mix di sofferenza, disperazione e forza
Ma se è vero che Caravaggio trovò a Roma la sua fortuna è anche vero che la Capitale è stata lo scenario di molte sue angosce; la location in cui a emergere non fu solo il suo talento ma anche la sua indole irrequieta e istintiva, testimoniata in denunce e querele ed esplosa nell’accusa di omicidio e nella conseguente condanna a morte per decapitazione pubblica da parte di chiunque lo avesse visto e riconosciuto per strada.
Proprio in questi ultimi anni a Roma iniziano quindi i quadri ricchi di maggior violenza: teste mozzate, sangue, sofferenza e, sebbene Caravaggio non si sia mai recato a Firenze, è lì che si trova la sua più celebre testa mozzata ed è per questo che le telecamere di Sky sono giunte nella Galleria degli Uffizi. Il primo luogo d’arte che giunge alla mente quando si parla di questa città, ma ovviamente non l’unico! Tra i corridoi e le stanze in cui si trovano la maggior parte delle opere di Raffaello e Botticelli spiccano Bacco, il Sacrificio di Isacco e il meraviglioso Scudo con Testa di Medusa: simbolo di sofferenza, disperazione e forza.
Ma Firenze, appunto, non è solo gli Uffizi; come Roma è arte e cultura a portata di mano o, meglio, a portata di bicicletta, a bordo della quale si può tranquillamente girare il centro storico respirando creatività pura nei meandri del quartiere universitario e assaporando i cibi della tradizione toscana. Ci sovvengono a tal proposito la mitica fiorentina, il lampredotto, la ribollita, la pappa al pomodoro e i cantucci che, come è d’obbligo, fanno rima col vin santo! E d’altro canto il Bacco caravaggesco non può che suggerire la degustazione di un buon Chianti (solo per citare il più noto).
La fuga a Napoli: la terza location di Caravaggio – l’Anima e il Sangue
Ritorniamo adesso mentalmente a Roma, ma solo per fuggire, al pari di Michelangelo Merisi che, accusato d’omicidio, andò via dalla Città Eterna con l’aiuto Costanza Sforza Colonna, la quale lo aiutò a rifugiarsi per un anno a Napoli, nei Quartieri Spagnoli.
Nella città partenopea, altra tappa del nostro itinerario tra le location di Caravaggio – l’Anima e il Sangue, è custodita, presso il Pio Monte della Misericordia, la celebre Sette opere di Misericordia. Anche in questo caso la tela è nella sua collocazione originale, sopra l’altare in una situazione imponente ed emozionante. Come in una scenografia – questa volta che rimanda più al teatro – luce e perfezione dei dettagli incantano gli spettatori.
Un giro a Napoli è d’obbligo e, già che ci siete, non potete non fare una capatina al Museo di Capodimonte (dove di trova la spettacolare Flagellazione di Cristo). Una città così piena di mistero e tradizioni in cui arte, musica e buona cucina si amalgamano abbracciandoci armoniosamente.
Ai più curiosi consigliamo di visitare l’antico palazzo nobiliare Cellammare, sito in via Chiaia, nel cuore del quartiere San Ferdinando. Una struttura in cui convivono diversi stili e che fu di fatto l’ultima dimora di Caravaggio.
Se questa passeggiata vi ha messo appetito di certo nella città di Pulcinella non mancano i punti di ristoro e le prelibatezze da gustare (basti pensare alla famigerata pizza, da poco divenuta Patrimonio Unesco, ai dolci tipici come babà, pastiera, sfogliatelle) ma, se possiamo darvi un consiglio, vi suggeriamo la Locanda del Cerriglio, la più antica della città, che ha riaperto i battenti da qualche anno. Se il ristorante che vedete adesso trasuda ataviche tradizioni e un clima di serenità, sappiate che non è sempre stato così; un tempo c’è stato chi per un bicchiere di vino di troppo ha perso le staffe, scatenando la rissa e chiaramente Caravaggio, così geniale e iroso, non poteva che farsi riconoscere anche a Napoli. Secondo alcune fonti in questa antica taverna il Nostro fu aggredito e sfregiato.
Caravaggio – l’Anima e il Sangue: itinerario nei luoghi del film – L’approdo a Malta
Dopo il soggiorno a Napoli, è sempre con l’aiuto della famiglia Colonna che Caravaggio riesce a fuggire di nuovo, giungendo a Malta (una taglia pende ancora sulla sua testa) e trovando rifugio nello storico e onorevole ordine dei Cavalieri di Malta. Non sarà molto lungo il suo soggiorno nell’isola e non sarà l’ultimo della sua vita, infatti Caravaggio si sposterà nuovamente in Sicilia per poi giungere a Napoli nelle ultime ore della sua vita, scosso e malato.
Anche a Malta non mancano alcune sue pregevoli opere, come la seconda versione de Il San Girolamo scrivente e la Decollazione di San Giovanni Battista, entrambe custodite all’interno della Concattedrale di San Giovanni, sita nel cuore di Valletta e simbolo della resistenza.
Nella soleggiata Sicilia, invece, altra isola del Mediterraneo, si trova il Seppellimento di Santa Lucia, un olio su tela custodito presso la chiesa di S. Lucia alla Badia, in Piazza Duomo, a Siracusa.