Orange is the new black 3×01- Mother’s Day: recensione
Il 14 giugno Orange is the new black ha finalmente fatto il suo ritorno su Netflix con una nuova attesissima terza stagione come sempre disponibile in streaming in tutte le sue 13 puntate.
Il fatto che Netflix carica online tutta la stagione, fa salire l’attesa del pubblico che per un anno intero è in astinenza del carcere di Litchfield e delle sue detenute. Quest’anno l’episodio pilota ha trasmesso una certa continuità e ha rasserenato gli animi, facendo tornare alcuni personaggi e alcune situazioni al loro posto: inanzitutto Red, la colonna portante del carcere e delle sue dinamiche interne ritorna dopo la convalescenza in ospedale, con uno sfregio in volto e l’intenzione di porre fine ad ogni complotto e traffico illegale, perché ha capito quanta sofferenza e violenza hanno portato i suoi capricci e le sue battaglie personali. Il rientro più atteso è però quello di Laura Prepon, che torna a vestire i panni della detenuta più affascinante della storia seriale; in questo episodio Alex è quasi irriconoscibile : volto tumefatto, lacrime senza fine e depressione, per essere tornata in carcere ed essere stata beccata dalla guardia di sorveglianza con una pistola. A consolarla ovviamente c’è Piper, che la abbraccia, la coccola e non sa come dirle che è stata lei ha far chiamare la guardia di sorveglianza. Questo senso di colpa per Piper è insopportabile ma è anche quello che la fa sentire forte, dopo che Alex ha fatto il suo nome al processo e le ha mentito due volte, adesso in un certo senso possono essere a pari merito.
Questa situazione apre ad Alex e Piper una nuova sfida e una nuova opportunità per il loro rapporto, si trovano a vivere nuovamente insieme qualcosa che non avevano mai vissuto prima. Un altro fattore che mette una certa tranquillità agli spettatori è il tema della puntata, la festa della mamma. La giornata dedicata a tutte le mamme viene celebrata anche nel carcere di Litchfield, con il solito stile di racconto che fa ogni volta innamorare della serie: uno stile ironico che cela la drammaticità della vita dietro le sbarre. Il penitenziario apre le sue porte ai bimbi, che hanno la possibilità di passare una giornata con le proprie mamme e viene allestito dalle guardie e dalle carcerate stesse per fingere che lì dentro almeno per un giorno ci possa essere qualcosa di bello e speciale: c’è Big Boo vestita da clown della morte, c’è una pignatta vuota, giochi per bambini, cibo e dei bellissimi flashback durante la puntata che riprendono dei momenti dei protagonisti con le proprie mamme.
Da questo episodio emerge che queste donne non riescono ad essere delle brave mamme agli occhi dei figli, il fatto che sia stato allestito il carcere per loro e che nelle ore di visita si mostrino comprensibili e affettuose, non cambia la realtà delle cose: sono delle mamme criminali, carcerate e quindi assenti dalla vita di tutti i giorni, che hanno lasciato i loro figli a vivere con fidanzati criminali o con parenti poco affettuosi. Questo passaggio è evidente nella puntata soprattutto nelle due donne più forti della serie, Red e Gloria Mendoza, le due “mamme” di Litchfield. Si può vedere come loro, nonostante l’assenza forzata dalla loro vera famiglia, siano diventate un punto di riferimento per le ragazze del carcere, indipendentemente dall’etnia a cui appartengono, che in carcere è motivo di divisione. A litchfield sono protettive nei confronti di certe ragazze, cercano di dare loro delle regole che nella vita purtroppo non hanno mai avuto e che all’interno del carcere di sicuro non ricevono, ma soprattutto cercano di farle sentire delle persone, amate e protette. Nikki, ex tossica, passa le sue giornate in lavanderia a fissare una partita di eroina che ha nascosto all’interno di un condotto e che dovrebbe vendere, ma non ha il coraggio di farlo. E’ evidente che Nikki ha perso la guida di Red, che è stata impegnata troppo nel corso della seconda stagione in una battaglia senza esclusione di colpi con l’altra “mamma” Vee.
Una puntata partita in sordina, soft, ma comunque nel pieno stile Orange is the New Black, con una buona dose di cattiveria, cinismo ma anche tenerezza ed emozione. Si può intuire che la trama di quest’anno sarà basata come per la prima stagione sui personaggi, sul loro passato, sulle loro emozioni e il loro percorso di crescita personale. Dopo una seconda stagione molto bella, ma incentrata sulla storia di conflitto interno al carcere, non vediamo l’ora di vederci questa nuova stagione che si butta a picco sulle detenute, le loro fragilità e la loro forza d’animo.