Andrea Camilleri su La mossa del cavallo: emozione e paura per il film Rai
Andrea Camilleri presenta La mossa del cavallo - C'era una volta Vigata, il primo film di Rai 1 tratto da un suo romanzo storico
La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata è il primo romanzo storico di Andrea Camilleri che viene adattato per la televisione. Il romanzo, edito da Sellerio Editore diventa così un film, dove il sottotitolo è stato aggiunto da Rai Fiction, per creare un legame con l’universo del Commissario Montalbano. La mossa del cavallo infatti vuole raccontare la Vigata di un’epoca passata, di fine Ottocento, prima delle vicende del famoso commissario.
L’opera di Camilleri è un romanzo storico, che tratta però temi molto attuali e, come ha affermato la direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta, con questo film arriva in televisione una parte importante della straordinaria opera dello scrittore. Il romanzo si trasforma per la tv attraverso un linguaggio visivo contemporaneo, grazie all’idea del regista Gianluca Maria Tavarelli di calarlo in un’atmosfera western. La mossa del cavallo vuole raccontare un momento della storia del nostro paese molto delicato: la situazione della Sicilia dopo l’Unità d’Italia. Una Sicilia che viveva nella confusione più totale, dove la mafia iniziava la sua corsa verso il potere. Ma anche un romanzo di formazione, visto il percorso di crescita personale che il protagonista Giovanni Bovara dovrà compiere per poter portare a termine il suo lavoro.
L’intuizione di Gianluca Maria Tavarelli e il rischio di Michele Riondino
L’idea di fare de La mossa del cavallo un film western è nata dalla mente del regista Gianluca Maria Tavarelli che, presente alla conferenza stampa di presentazione del film, ha spiegato cosa l’ha ispirato. Tavarelli ha infatti immaginato la Sicilia post-Unità come una terra di frontiera, con personaggi ambigui ma anche onesti, in cui i buoni sono alla continua ricerca della giustizia. Un terra dimenticata, quasi abbandonata a se stessa, come il Far West. Il regista però ha tenuto a precisare che per trasformare l’opera di Camilleri in un western è stato necessario calare la storia in un’atmosfera particolare, restando però sempre fedeli alla storia, che rimane un romanzo di denuncia. Fondamentali sono stati gli attori che, con i loro volti particolari, simili a delle vere e proprie maschere, sono riusciti a restituire nel migliore dei modi l’eccezionalità dei personaggi di Camilleri. La scommessa di
Tavarelli è stata fin dall’inizio quella di portare in televisione la giostra di emozioni che il romanzo trasmette, attraverso un linguaggio diverso e particolare, come quello western.
Ad interpretare il protagonista de La mossa del cavallo è Michele Riondino, l’ex giovane Commissario Montalbano. L’attore, presente alla conferenza stampa, ha descritto la sua partecipazione a questo nuovo film come un vero e proprio rischio. Riondino infatti ha dovuto misurarsi con un compito non semplice: passare dal dialetto genovese a quello
siciliano con estrema facilità. L’ispettore Bovara infatti dovrà imparare a comunicare e pensare come i suoi nemici per poter smascherarli. Secondo l’attore, lavorare sul dialetto non è un compito semplice perché non si tratta solo di una lingua, ma di un modo di pensare diverso. Il dialetto è un’attitudine, un comportamento preciso ma anche un carattere particolare di una società determinata e unica.
La mossa del cavallo: l’emozione e la preoccupazione di Andrea Camilleri
Il vero protagonista della conferenza stampa di presentazione de La mossa del cavallo è stato però Andrea Camilleri. Lo scrittore si è detto fin da subito emozionato e preoccupato di vedere per la prima volta un suo romanzo storico adattato per la televisione. Il successo di Montalbano ha creato infatti aspettative molto alte nel pubblico e Camilleri ha dichiarato di avere paura di deluderle. Come ha ammesso lo stesso scrittore, il suo è un romanzo duro, inquietante, una potente critica a uno dei periodi storici più importanti del nostro paese, ma soprattutto a uno degli errori più gravi del governo italiano post-unitario. La Sicilia infatti, dopo essere stata per anni controllata dai Borbone, si ritrova annessa ad uno stato nuovo, con leggi e norme a cui non era abituata. Per esempio, con l’Unità di Italia diventa obbligatorio il servizio di leva ma, privare le famiglie di contadini delle braccia dei figli più giovani e forti, voleva dire togliere forza lavoro e quindi diminuire il guadagno. La leva obbligatoria fu per i siciliani di fine Ottocento una vera e propria tassa.
Questi nuovi cambiamenti gettarono il popolo siciliano nel caos, favorendo la nascita e lo sviluppo della prima mafia e della corruzione. Camilleri si è poi detto onorato di essere in qualche modo diventato l’ambasciatore della Sicilia nel mondo. Il successo del suo Montalbano anche al di fuori dei confini nazionali infatti, ha permesso a tutti di conoscere una realtà siciliana diversa da quella dell’immaginario comune: una Sicilia positiva, fatta di paesaggi imperdibili e di persone oneste, pronte a far vincere sempre la giustizia. Il dialetto poi è sempre stato per lo scrittore una parte fondamentale, una radice culturale comune dalla quale non si può prescindere.
La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata andrà in onda in prima serata su Rai 1 lunedì 26 febbraio.