2 gran figli di… – recensione del film con Owen Wilson e Ed Helms

Dopo War Dogs – Trafficanti, di cui aveva firmato la fotografia, Lawrence Sher debutta sul grande schermo alla regia di una nuova commedia, leggera e disimpegnata, che porta in scena i due fratelli più sfasati d’America in “OPERAZIONE: PAPÀ CHI SEI?”

Come reagireste se scopriste che, per quarant’anni della vostra vita, una delle persone che più vi ama al mondo vi ha mentito spudoratamente? Ogni persona reagisce a modo suo alle situazioni, dimostrando il proprio modo d’essere interiore; c’è chi dà di matto, chi sdrammatizza e chi resta indifferente. Tutto questo succede in 2 gran figli di…

Nel film diretto da Lawrence Sher, Peter e Kyle Reynolds (rispettivamente Ed Helms e Owen Wilson) sono gemelli diversi, non solo nell’aspetto ma anche per il rispettivo stile di vita; il primo è un noioso, cinico e depresso andrologo, divorziato e con un figlio che lo detesta. Mentre il secondo è eccessivamente ottimista e dal cuore gentile e il suo fascino e la sua disinvoltura l’hanno reso un conquistatore e un amante del buon sesso che ha fatto della sua fisicità un mezzo di sostentamento. Il primo è concreto mentre il secondo è più evanescente. Dopo quattro anni di lontananza, i due si rincontrano in occasione delle nozze della madre Helen (Glenn Close) e durante la breve riunione familiare verranno alla luce inconfessabili segreti per lungo, anzi lunghissimo, tempo rimasti nascosti. E con il “non ero sicura di chi fosse vostro padre” si accende una miccia pronta a esplodere in qualsiasi momento.

Così, in un istante ci troviamo catapultati in un folle viaggio on the road tra i cieli e le strade d’America, alla ricerca disperata di quella metà di DNA paterno, alla quale Peter sente il bisogno impetuoso di dare un volto e trovare, finalmente, quella figura genitoriale di cui è stato privato. Inizia in questo modo una corsa a staffetta di probabili candidati accompagnata da tante attese, delusioni e indecenti verità.

2 gran figli di… come vincere il “toto padre”

2 gran figli di cinematographe

Sì, perché scoprire che tua madre, negli anni ’70, era uno spirito libertino che aveva vissuto pienamente la rivoluzione sessuale di quell’epoca è un bel colpo! Chi l’avrebbe detto che un tempo per lei la monogamia non era una priorità e che quindi aveva dato libero sfogo ai propri istinti?!

2 gran figli di… nasce in originale con il nome di Bastards, adattato in seguito in Father Figures, per evitare problemi di censura sull’utilizzo del termine scurrile. Tale volgarità, già implicita anche nella scelta stessa dell’adattamento del titolo italiano, non è da sottovalutare ma neppure da prendere eccessivamente sul serio, proprio perché conferisce alla vicenda una caratteristica divertente e divertita.

Tuttavia, 2 gran figli di… si presenta come un possente prodotto visivo di circa due ore con un gran numero di interpreti e di avvenimenti, tanto da arrivare al punto di introdurre personaggi ben caratterizzati e situazioni che appesantiscono e rendono saturo il corpo filmico. Infatti, il bene e il troppo non stanno insieme, visto che sarebbe stato opportuno sfoltire l’enorme quantità di materiale girato di circa venti minuti, in modo da tagliare soggetti superflui e tempi di narrazione morti.

Lo stile registico di Lawence Sher è energico, caratterizzato da rapidi movimenti di macchina e dinamiche panoramiche; il tutto è ulteriormente enfatizzato da un montaggio attivo grazie all’utilizzo dello split screen, vano tentativo di rimediare alla sovrabbondante divagazione dovuta alla narrazione.

Per conclude possiamo dire che la filosofia di 2 gran figli di… è racchiusa dentro un’unica frase: La vita non è una meta ma un viaggio e con queste parole possiamo congedarci dallo stravagante e sui generis quadretto familiare! Il film è al cinema dal 1° marzo con Warner Bros.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.5