Il Mio Uomo Perfetto: recensione del film con Nancy Coppola
Il Mio Uomo Perfetto, attraversato da un'atmosfera innocente, romantica e morbida, poteva e anzi doveva sicuramente osare di più!
Per Antonietta (Nancy Coppola) la vita ha l’opaco colore della noia e della mancanza di realizzazione personale e il ripetitivo odore dei caffè che è costretta a preparare tutti i santi giorni nel bar in cui lavora, con il solo fedele amico Mariano (Antonio Cestari) a farle compagnia. Antonietta non è soddisfatta del suo lavoro e ancor meno della sua vita sentimentale, dal momento che deve ancora arrivare il suo uomo perfetto (da qui il titolo del film, Il Mio Uomo Perfetto), con il quale coronare un sogno d’amore simile a quello che lega sua madre Lidia (Eva Grimaldi) e suo padre Gaetano (Giuseppe De Martino).
Ad essere sinceri però un uomo interessato a lei ci sarebbe, l’onesto e romantico Federico (Antonio Palmese), che però ai suoi occhi non è abbastanza ricco, indipendente ed elegante, al contrario del bel Fabio Stralti (Francesco Testi), che sembra in tutto e per tutto l’uomo adatto a lei. Tra dubbi e avventure galanti, tra equivoci e sogni ad occhi aperti, Antonietta si troverà a confrontarsi con sé stessa, a capire cosa vuole in realtà dalla sua vita e, forse, a mettersi in discussione.
Il Mio Uomo Perfetto: atmosfere romantiche per il primo film con Nancy Coppola
Sceneggiato da Giuliana Boni (che si è occupata anche dei costumi), opera prima del regista Nilo Sciarrone (produttore assieme a Nancy Coppola della EVO Films), Il Mio Uomo Perfetto rappresenta il debutto cinematografico per la popolarissima cantante neomelodica Nancy Coppola e a tale genere musicale si può effettivamente equiparare un film che in tutto e per tutto assomiglia ad una delle sue tante canzoni, che ne hanno fatto una delle voci più popolari del genere.
Il Mio Uomo Perfetto è infatti attraversato da un’atmosfera innocente, romantica, morbida; un film in cui l’iter narrativo si snoda in un un universo semplice, dai colori pastello, con personaggi familiari, immediati, dal bello un po’ ingenuo alla ragazza tutta acqua e sapone, dall’arrivista narciso e vanitoso all’amico gay, fino ai genitori in perenne affettuoso bisticcio. Nancy Coppola, lanciata definitivamente dall’Isola dei Famosi, si muove nei panni di una ragazza come ce ne sono tante nel nostro paese. Fresca, ingenua, solare, un po’ immatura, superficiale e non molto emancipata, la sua Antonietta è al tempo stesso una critica ed un’esaltazione alle ragazze italiane dei nostri giorni, delle quali incarna sia i pregi che le virtù.
Interessante nello spunto di partenza, nelle trovate, il film di Sciarrone ha nel personaggio interpretato da Testi un’ottima controparte fatta di razionalità, materialismo, narcisismo e a cui molto si confa l’aria un po’ fredda e autocompiacente utilizzata dall’attore veronese. Eva Grimaldi, Maria Guerriero, Maria Del Monte e tutti gli altri interpreti si muovono con convinzione all’interno di un film che però stenta a trovare un suo ritmo, ad ingranare la marcia, e sovente pecca leggermente nel cercare di avere al suo interno troppe atmosfere diverse, senza sceglierne una.
Il Mio Uomo Perfetto: un film che doveva osare di più!
Molto frequentemente poi, i dialoghi sono troppo sopra le righe, troppo artificiosi, innaturali, scadendo in alcuni momenti in un patetismo tale da fare assomigliare il tutto a certe soap opera sudamericane ambientate a fine ‘800, quasi a suggerire un’innocenza che a conti fatti non esiste più né nel nostro paese, né sopratutto in chi vi abita. Certo la fruizione de Il Mio Uomo Perfetto non è aiutata da una regia non abbastanza dinamica e sciolta, troppo spesso lenta e scolastica, così come da un montaggio poco efficace. A questo si aggiunge una colonna sonora che appesantisce e toglie naturalezza al tutto, e non aiuta, anzi amplifica, i frequenti tempi morti.
Il Mio Uomo Perfetto forse avrebbe dovuto inseguire maggiormente una linea narrativa più moderna, più scattante, senza accontentarsi della grande simpatia di Cestari (davvero un’ottima prova la sua), o dell’esperienza e verve di Eva Grimaldi o Maria del Monte. Sicuramente si sarebbe dovuto osare di più, collegarsi maggiormente alla meravigliosa tradizione della commedia napoletana, piuttosto che strizzare l’occhio ai prodotti televisivi nostrani. Ecco allora che i messaggi e le tematiche (tutt’altro che superficiali) vengono messe da parte, l’analisi ironica e leggera di quest’Italia abitata da giovani con i sogni dei vecchi dettati dalla mancanza di prospettive e cultura, viene meno, si assopisce e scompare.Ragazze che inseguono l’ideale di un uomo a cui sottomettersi che deve essere sempre e solo bello, autoritario, ricco (sopratutto ricco), rinunciando alla propria personalità, capaci di rinnegare ogni sogno, ogni amicizia pur di donarsi al drago. I “bravi ragazzi”, quelli di cui parlano le canzoni della gloriosa tradizione napoletana, sono come il Federico di Antonio Palmese: destinati a una sconfitta tanto immeritata quanto inevitabile, certo a meno che l’auto diventi nuova, da barista o muratore si diventi improvvisamente come uno dei fusti tronisti che imperano nella vita e nei sogni delle Antoniette del nostro paese.
Ma tutto questo è sfiorato, suggerito, ammorbidito e infine rinnegato, in nome di un film fiaba che poteva e doveva osare di più, ma che di certo ha tutto per piacere a quel pubblico “neomelodico” affamato di storie semplici, un po’ demodé ma in fondo romantiche, sempre uguali a sé stesse, che affolla i concerti di una Nancy Coppola tutt’altro che fuori parte in questo suo esordio cinematografico.
Certo, lo vogliamo ripetere, Il Mio Uomo Perfetto è forse più adatto ad un palinsesto televisivo che ad una sala cinematografica, ma l’ultimo giudizio (in questi casi) spetterà sicuramente al pubblico.
Il Mio Uomo Perfetto è al cinema dal 15 marzo.