Non sono un uomo facile (I am not an easy man): recensione del film Netflix

Non sono un uomo facile delinea un mondo spietatamente reale, che non si libera dai cliché, ma che fa dei suoi punti deboli un atto propulsivo di satira della società patriarcale.

Non sono un uomo facile (I am not an easy man) è una commedia francese diretta da Eleonore Pourriat con Vincent ElbazMarie-Sophie Ferdane e Pierre Benezit.

Il film, disponibile dal 13 aprile su Netflix, segue Damien, scapolo, seduttore e sciovinista, un uomo che ha successo al lavoro e con le donne e che conosce molto bene i vantaggi di una società patriarcale. Un giorno Damien vede il suo maschilismo prendere una rotta diversa quando ha un incidente e, al suo risveglio, finisce in un mondo capovolto. Damien all’improvviso si sveglia in una Parigi stranamente familiare, in cui le donne hanno preso il potere. Confuso e completamente fuori dalla sua zona di conforto, Damien fatica a trovare il suo posto in questo nuovo universo: adesso sono le donne ad indossare completi e cravatte, guidano grandi auto, guardano il rugby, giocano d’azzardo e punzecchiano gli uomini per la strada.

Non sono un uomo facile

Non sono un uomo facile: disponibile dal 13 aprile su Netflix

E non solo, sul posto di lavoro Damien si trova a subire ogni sorta di discriminazione, viene licenziato in tronco e, dulcis in fundo, incontra una donna, una scrittrice fatale, seduttrice e glaciale, Alexandra Lamour. Ormai costretto ad adeguarsi a questa nuova realtà dominata dalle donne, Damien rimarrà intrappolato nella ragnatela di Alexandra, che lo userà come cavia per scrivere il suo nuovo romanzo. Le cose cominceranno a precipitare dopo il loro incontro e Damien, per la prima volta, inizierà ad esplorare il mondo del romanticismo da una prospettiva completamente nuova.

Non sono un uomo facile è una commedia che combatte alcuni argomenti critici della nostra società. Una pellicola che ha la responsabilità e la virtù di guardare e analizzare da vicino la discriminazione di genere, un’esperienza capovolgente, straniante per certi versi perché mette in discussione molto del nostro mondo, dei nostri standard o costumi. E ciò che spicca è quanto un mondo in cui le donne sono al comando, porti con sé gli stessi stereotipi e le stesse disparità di genere, che in questo caso toccano da vicino gli uomini.

Non sono un uomo facile

La commedia di Eleonore Pourriat non si libera dai cliché

Non sono un uomo facile è un film molto rischioso: da un lato tenta di dare, con un tocco di piccata ironia, una scossa tellurica alla visione fallocentrica della società, dall’altro accosta, in modo errato e scorretto, i termini maschilismo e femminismo. Queste due parole, in questo film, rappresentano le bandiere che contraddistinguono i due mondi, l’uno per l’appunto che vede gli uomini al potere, l’altro le donne.

Evidentemente la regista ha commesso un’imprudenza linguistica, con lo scopo di contendere e dividere le due visioni della realtà sotto due specchi di linguaggio opposti, ma che opposti d’altronde non sono. Non è certo una novità asserire che i termini maschilismo e femminismo non sono contrari semantici. Sono sicuramente due aspetti che si sottraggono a vicenda, ma è una vera imprudenza impugnare il senso di due parole e metterle l’una contro l’altra, soprattutto in questo preciso periodo storico.

Eppure per questa svista, questa licenza poetica, possiamo anche perdonarla perché la commedia della regista Eleonore Pourriat è davvero ben costruita, è piena di buone idee, di momenti esilaranti. Non rivoluziona l’idea di genere e non ne scoperchia i preconcetti, ma sa distinguersi, riesce a dare diversi spunti di riflessione e ad intrattenere al tempo stesso, soprattutto quando si prodiga attraverso il rovesciamento dei ruoli, mostrando le disuguaglianze assurde che le donne devono soffrire tutti i giorni. In questo sa esattamente dove colpire, dove la ferita brucia in modo più intenso.

Non sono un uomo facile

Non sono un uomo facile: ironia e satira della società patriarcale

Ed è nelle piccole cose, nei dettagli che Non sono un uomo facile riesce a spiccare per davvero. Per prima cosa ci fa abitare per poco una realtà alternativa, in cui il protagonista Damien, interpretato da un ottimo Vincent Elbaz, deve affrontare quotidianamente le vessazioni e le provocazioni di queste donne dominanti. E il film ha successo semplicemente perché non rimane in superficie, ma va a fondo della questione. Gli uomini, considerati il ​​sesso più debole in questo mondo parallelo, affrontano per davvero il sessismo in tutte le sue sfaccettature: dalle molestie per strada, allo stress mentale della relazione di coppia, dalle ingiustizie sul lavoro ai dettami della bellezza.

Damien si ritrova in un mondo in cui deve fare la ceretta se vuole compiacere, dove gli shorts e le mini gonne sono indossati come un diktat, un mondo in cui essere un uomo sessualmente libero può essere frainteso. Non sono un uomo facile delinea un mondo spietatamente reale, che non si libera dai cliché, ma che fa dei suoi punti deboli un atto propulsivo di satira della società patriarcale, un film che può davvero destabilizzare e dare nuova linfa ad un dibattito, giusto e urgente, che ha per tema centrale il ruolo della donna in una società con il credo dell’egemonia fallocrate.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3

Tags: Netflix