Parigi a piedi nudi: recensione
Parigi a piedi nudi è la nuova opera di Dominique Abel e Fiona Gordon, quando la fantasia prende il sopravvento sul reale trasformando qualsiasi cosa in bizzarria. Una commedia placida e buffa, con l'ultima interpretazione di Emmanuelle Riva.
È una Parigi da vivere quella di Dominique Abel e Fiona Gordon. Una Parigi in cui danzare, perdersi per le strade, innamorarsi. Una Parigi da visitare a piedi nudi. In un’atmosfera trasognante, in cui l’arte della contorsione dei corpi e la fisicità dei mimi si mescola allo strumento di ripresa del cinema, l’incontro di personaggi buffi dà il via ad una storia d’amore dalla dolcezza impacciata, in cui l’improbabile è l’unica costante divertente e certa. Tra incontri improvvisi e sentimenti gentili, Parigi a piedi nudi è il nuovo invito di Abel e Gordon nel lasciarsi trasportare dalla fantasia dell’assurdo, in una placidità mai statica, ma piena di possibilità.
Fiona (Fiona Gordon) ha sempre voluto vedere Parigi. A spronarla a partire, dopo una preoccupante lettera, è la zia Martha (Emmanuelle Riva), rimasta sola nella capitale francese e bisognosa dell’aiuto della nipote. Ma al suo arrivo in terra straniera Fiona si ritroverà completamente sola senza sapere che fine abbia fatto la zia Martha. Sarà così che si lascerà affiancare dall’inventivo clochard Dom (Dominique Abel) per addentrarsi nella città e cercare qualche traccia della donna, un incontro curioso iniziato con delle incomprensioni che finirà per diventare qualcosa di più.
Parigi a piedi nudi – L’irrealtà e la stravaganza di Dominique Abel e Fiona Gordon
Nulla è realistico in Parigi a piedi nudi. L’irreale diventa la condizione reale dei luoghi, del tempo e delle azioni del film. In una non profondità, in cui lo sfondo rimane un piatto orizzonte di cui intravedere i contorni, i corpi dei personaggi giocano con le forme modificandole e creandone in continuazione di nuove, in un surreale che si espande per la città inglobando persone, oggetti, territori. Facendo proprio lo spazio e muovendosi in modo coreografico in questo, Dominique Abel e Fiona Gordon plasmano il loro nuovo film con la bizzarria appartenente al loro caratteristico duo, che fa dell’esaltazione della finzione la chiave principale.
Costruita seguendo i tratti della commedia romantica che si colora del percorso di crescita della protagonista, facendola giungere infine alla sua maturazione e al proprio ingresso nel mondo, la pellicola della coppia è un divertente film di situazioni in cui emerge con precisione il sottogenere slapstick unito ad un’eccentricità tutta personale. Una stravaganza che dà la spinta ai protagonisti e alla fabbricazione delle loro scene, toccando il proprio meglio nel momento completo dell’estraneazione e dell’immersione totale nella sostanza dell’estrosità.
Parigi a piedi nudi – L’ultima (buffa) interpretazione di Emmanuelle Riva
Due protagonisti i cui ruoli sembrano cadere a pennello, ingranati dopo anni di affiatata collaborazione e che, nonostante la coesione solida, riescono ad integrare con facilità altri personaggi. È ciò che infatti avviene con la parte affidata alla candidata al premio Oscar Emmanuelle Riva, alla sua ultima interpretazione in Parigi a piedi nudi, che ne riporta un’anima genuinamente infantile e fantasiosa. La Riva è una bambina di molti anni che della vecchiaia porta l’aspetto, ma non certo lo spirito. Un ruolo giocoso in cui l’attrice francese si è lasciata guidare dai capitani della zattera Abel e Gordon, i quali hanno saputo condurla con affetto in un parco giochi di improvvisazioni e modellato secondo l’immaginazione.
Passeggiando per i vicoli di una città che da sempre porta con sé aria di magia, Parigi a piedi nudi tenta di assorbirne l’essenza per presentarsi come una commedia divertente che non smette mai, nemmeno una volta, di non prendersi sul serio, portando la sua storia su livelli di illusione concreti e apprezzabili. Una ricerca per ricongiungersi con una zia scomparsa, un tentavo di regalare al mondo un pizzico di stramberia.