Zoo: recensione

Zoo è la nuova serie estiva della CBS che da appena una settimana imperversa sul network procedurale per eccellenza. Lo show che si va ad aggiunge ad Under The Dome ed Extant, è un thriller dal grande acume la cui buona idea di base, in me che non si dica inciampa in tutti i dettami di una narrazione televisiva flebile e pallido spessore. Zoo che è ispirato ad un libro omonimo di James Patterson, non è il guilty pleasure estivo che tutti aspettavano.

Anche se la CBS non è maestra nel creare serie tv che possano intrattenere piacevolmente – dato che molto spesso non fa altro che trasmettere sulle sue frequenze pallidi e noiosi procedurali – con Zoo si è voluta adattare alle moderne leggi della serialità. Un romanzo diviene nuovamente fonte di ispirazione e tutti i dettami di una complessa narrazione televisiva, si inerpicano nel plot cercando di far brillare una storia che in realtà non è per nulla invitante. Zoo è un racconto pseudo animalista, analizzato da più punti di vista, ambientato sia nella Savana africana che nella caotica New York. Due punti di vista che fanno emergere un’amara verità.

Jackson Oz (James Walk visto recentemente in The Crazy Ones) è un zoologo di fama mondiale, Jamie Campbell è una giornalista alla ricerca dell’ultimo scoop. Entrambi però arrivano alla consapevolezza di un qualcosa di molto pericoloso per la razza umana: gli animali sono come presi da un’isteria di massa ed attaccano l’uomo per cibarsi di loro. Se la giornalista sospetta che alle radici di questa “insurrezione” possa esserci una multinazionale, Jackson intuisce che è lo spirito stesso dell’animale ad essere cambiato, avvalorando una tesi che suo padre anni fa ha cercato di dimostrare. Da quello più feroce a quello più mansueto, per un  motivo sconosciuto, la minaccia per l’umanità non arriva da guerre batteriologiche e colpi di stato, ma da quell’essere che ha voluto dominare ed ammaestrare a sua immagina e somiglianza: la bestia.

I protagonisti in una scena del pilot

I protagonisti in una scena del pilot

Nonostante l’impegno, Zoo il thriller animalista della CBS, non è sicuramente la serie dell’estate 2015. L’intrattenimento è puerile e senza il benché minimo appeal, la retorica prende il sopravvento ed i personaggi non riescono a far emergere i loro punti di forza a causa di una sceneggiatura poco incisiva che, con il passar dei minuti, finisce per annoiare terribilmente. Niente da fare quindi per un network che cerca inesorabilmente di seguire il corso della moderna serialità. Se l’esperimento di Extant bene o male risulta essere invitante nella sua interezza, Zoo capitola dopo pochi attimi in un baratro di prevedibilità e no-sense, allo stesso modo in cui annaspa Under The Dome. Zoo quindi nonostante è partita con buoni ascolti, è una serie che piacerà ad uno spettatore svogliato, in cerca di un prodotto serioso ma dai mille risvolti; invece per il serial maniac attento a tutte le sfumature televisive americane, la nuova produzione della CBS è il risultato di una chiara mossa commerciale, con l’intento di voler colpire uno spettatore passivo. Zoo quindi porta con sé grandi aspettative ma se il pilot è così inconsistente, non si osa immaginare in che pressapochismo saranno costruiti i prossimi episodi.

http://https://www.youtube.com/watch?v=Q-sIi0fw8nM

Giudizio Cinematographe

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.7
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.7
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.2

Voto Finale

Tags: CBS