FFF20 – Where It Floods: recensione del film di Joel Benjamin
Where It Floods è un film indipendente che descrive un'America rurale e isolata, animato in cutout, con uno stile volutamente disadorno ed essenziale.
Where It Floods è un film d’animazione scritto e diretto da Joel Benjamin, presentato durante la 20a edizione del Future Film Festival, interpretato da Laurie Getchell, Rl Taradash, Suzanne Johnson, Christopher Marcum, Ryan Schiewe e Kevin Crispin.
Il mondo è rabbuiato dai cambiamenti climatici e dalle alluvioni. La storia è ambientata nel Midwest dell’America, dove la famiglia Barnes, formata da Calvin, Patty e Kenny, vivono nella loro fattoria nonostante i disastri ambientali abbiano minato in modo inesorabile i campi, portando negli anni a far letteralmente scappare tutti i loro vicini. Calvin non desidera fuggire, men che meno lasciare il suo terreno abbandonato, appartenuto per generazioni alla sua famiglia. Parallelamente Patty non vede futuro nella fattoria, essendo rimasti soli, con poco cibo e senza possibilità di sopravvivere a lungo.
Where It Floods: il film d’animazione col quale il regista e sceneggiatore Joel Benjamin dipinge l’immagine oscura di una società che ha perso tutto
Where It Floods è un film molto amaro che ci traghetta in un futuro distopico, che delinea ciò che potrebbe accadere al nostro pianeta e senza dover guardare nemmeno così lontano nel tempo. Un film che racconta il destino della famiglia Barnes, una famiglia che resiste in tutti modi, che tenta con grande fatica a mandare avanti i propri terreni agricoli, colpiti da forti alluvioni. Il regista e sceneggiatore Joel Benjamin dipinge l’immagine oscura di una società che ha perso tutto, di una famiglia che non ha più nulla se non il suo patrimonio perduto, un dramma tetro che mostra lo squallore e la delusione di una società civile che ha creduto nelle persone.
Where It Floods: la necessità di non svellere quel legame con la propria terra madre
Mentre Calvin attraversa le sue terre, laddove germogliava la vita e una natura rigogliosa, si percepisce la desolazione, una deprimente e malinconica desolazione. Ed è una sensazione che riguarda la natura, l’uomo, un senso di perdita che determina la vita di tutti i giorni, e che trova fondamenti anche nella paura, la paura di separarsi dalle proprie radici, la paura delle persone che vagano, degli avvoltoi che saccheggiano le case abbandonate.
Where It Floods è un film indipendente che descrive un’America rurale e isolata, animato in cutout, con uno stile volutamente disadorno, essenziale, in cui il disegno è ben evidente a partire dai tratti delle ombre e dei colori, l’implementazione stessa è per lo meno insolita. Un racconto breve che riesce anche con il poco tempo a disposizione a raccontare molto più di un dramma familiare, in cui si evince il desiderio da parte del regista di voler sollevare e legittimare l’urgenza della lotta contro i cambiamenti climatici, che sembra essersi smarrita dalle lista delle prerogative dei governi globali, soprattutto, ovviamente, negli Stati Uniti. Ed è proprio dagli Stati Uniti che proviene questo film d’animazione.
Where It Floods: il desiderio di legittimare l’urgenza della lotta contro i cambiamenti climatici
Where It Floods, presentato durante la 20a edizione del Future Film Festival, è inoltre impreziosito da un disegno sonoro che riesce a sublimare l’atmosfera plumbea delle terre del Midwest d’America, abbandonate e inospitali. Un film che tratta le conseguenze di una catastrofe climatica, un racconto necessario, globale e intimo in cui è evidente come il tema della rinascita, della sopravvivenza siano connesse con la speranza e il desiderio di non svellere quel legame con la propria terra madre.