Tiger House: recensione del film di Thomas Daley

Un film claustrofobico, rivolto al tema cinematografico dell'home invasion, ma che purtroppo fa alcune mosse sbagliate.

Tiger House è un thriller diretto da Thomas Daley, con Kaya Scodelario, Dougray Scott, Ed Skrein e Langley Kirkwood.

Mark è un liceale di buona famiglia, fidanzato con Kelly. Kelly, una sera, decide di insinuarsi dentro casa di Mark senza l’approvazione dei genitori di lui. Mentre Kelly e Mark discutono del futuro della loro relazione, Mark sente un forte tonfo. Kelly si nasconde in soffitta, per evitare di essere scovata dai genitori, ma Mark, non appena esce dalla stanza, viene sorpreso da una banda di criminali che ha preso in ostaggio i suoi genitori. I rapitori legano e imbavagliano l’intera famiglia, ma non si accorgono della presenza di Kelly, che farà di tutto per intervenire ed impedire che i sequestratori possano far loro del male.

Tiger House: il film con Kaya Scodelario

Tiger House Cinematographe.it

Tiger House è un film claustrofobico, rivolto al tema cinematografico dell’home invasion, genere molto affine allo stile di appartenenza della pellicola, ovvero il thriller, un topos filmico molto presente nell’orizzonte hollywoodiano. Esempi di questo genere sono Funny Games di Michael Haneke o il più recente Better Watch Out

Kaya Scodelario (Maze Runner, Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar), è l’attrice principale del film, in quanto si trova a reggere sulle sue spalle buona parte dell’azione della pellicola. Il film spesso si perde in riprese molto statiche e ripetutamente focalizzate sul volto di Kaya, che affronta il suo ruolo con nerbo e decisione, nonostante le scene spesso la vedano sempre in disparte o nascosta. La cosa interessante di questo film, purtroppo forse l’unica, è il cambiamento di Kelly, che da ragazza semplice, da teenager ingenua e dimessa, si trasformerà in una guerriera pronta a combattere contro l’intera banda di criminali, disposta a tutto pur di sopravvivere e salvare la vita a Mark.

Per quanto Tiger House tenti di dare una progressione e un senso a tutti i personaggi, purtroppo deve fare i conti con la realtà dei fatti, ovvero che i personaggi sono e restano scritti molto male. E non solo. Il film cambia spesso lati, punti di vista, anche in modo frenetico e scostante, al punto che ci si perde in angolazioni divergenti che non attraggono quasi mai l’empatia dello spettatore, proprio per la superficialità e la mancanza di tempo e di drammatizzazione.

Tiger House Cinematographe.it

Le intenzioni della trama di Tiger House, per quanto lodevoli, non hanno un esito apprezzabile

L’idea di incrociare due generi, ovvero thriller e d’azione, non è male, considerato che l’ambientazione suburbana aggiunge un elemento claustrofobico alla fruizione del racconto. Ma purtroppo le intenzioni, per quanto lodevoli, non sfociano in un esito godibile o credibile, anzi ciò che resta è solo un vano tentativo di attraversare un genere, sempre molto popolare, di invasione domestica. La trama ha un disperato bisogno di una buona caratterizzazione, di una quadratura drammatica più ferma.

Tiger Housein fin dei conti, dissipa una buona resa attoriale, di Kaya Scodelario, mentre si dirige verso un finale che cambia logica nelle ultime scene, sprecando non solo la bontà eroica della protagonista, ma anche l’ultimo briciolo di svolta drammatica della pellicola. Il punto di rottura è mostrato praticamente durante l’epilogo del film; se solo fosse stato mostrato prima, avrebbe contribuito a rendere la pellicola carica di maggior tensione, donando un senso di suspense e di incertezza che avrebbe tenuto sicuramente lo spettatore incollato alla sedia, in trepida attesa dei risvolti finali.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.1