La ragazza dei tulipani: recensione del film con Alicia Vikander
In sala dal 6 settembre, La ragazza dei tulipani è un film romantico ambientato nella Amsterdam del 1636, tratto dal romanzo Tulip Fever di Debora Moggack.
Può un singolo fiore determinare la fortuna o la totale disfatta di una famiglia? A cosa è disposta una giovane donna innamorata pur di dare libero sfogo alle sue passioni? La ragazza dei tulipani – distribuito in Italia dal 6 settembre – di Justin Chadwick è un dramma romantico in costume che porta sullo schermo delle tematiche di straordinaria contemporaneità. La storia della giovane Sophia dà inoltre modo alla star nascente Alicia Vikander di aggiungere un altro tassello alla sua promettente carriera e di sugellare un personaggio femminile piuttosto interessante. Punto di forza del film è, infatti, il cast ricchissimo di giovani promesse e interpreti ormai più che consolidati, tutti in grado di dare spessore e sfumatura al proprio ruolo.
La ragazza dei tulipani: come in quadro fiammingo
Pittore e modella, il fascino dell’artista e il tormento di una moglie non innamorata. Al centro della vicenda raccontata da Debora Moggack – dal cui libro, Tulip Fever, Tom Stoppard ha tratto la sceneggiatura – l’amore adultero tra Sophia, la giovane consorte del ricco mercante Cornelis Sandvoort (Christoph Waltz), e il bel pittore Jan Van Loos (Dane DeHaan). Il loro legame proibito nasce, come nella migliore delle tradizioni, a partire da uno sguardo, da un dettaglio: piccolo, ma sufficiente per far divampare l’incendio della passione. Siamo nella Amsterdam del 1636, in pieno sviluppo della classe borghese: la città sta cambiando volto, diventando uno dei centri del commercio internazionale e patria dei nuovi ricchi che poco alla volta soppianteranno definitivamente la vecchia nobiltà. L’arte e gli artisti cambiano mecenati, formato, soggetti: dai grandi temi sacri si arriva alla celebrazione dei piccoli ambienti, dei mercanti e delle loro mogli, su tele abbastanza contenute da arredare un interno domestico.
Tra i motivi di maggiore fascino de La ragazza dei tulipani c’è proprio la ricostruzione di questo cambiamento e la resa, con una fotografia splendidamente studiata, della luce e dell’atmosfera tipica dei quadri fiamminghi del XVII secolo. Non solo il più famoso e solare Vermeer, ma sono omaggiati soprattutto i più cupi Pieter de Hooch e Gabriel Metsu, veri e propri interpreti degli ambienti intimi e polverosi delle case olandesi e di come i raggi del sole o il lume della candela disegnavano i profili dei loro abitanti. C’è una tale delicatezza nella ritrattistica fiamminga, nell’alternarsi di ombre, luci e impressioni da nobilitare seduta stante ogni soggetto, che si tratti di una servetta occupata a rammendare o di una nobildonna riccamente bardata, in compagnia di un imponente cavaliere. La ragazza dei tulipani si concentra su queste atmosfere e le rende con grande efficacia attraverso la fotografia di Eigil Bryld, che abbiamo già visto all’opera in House of Cards e in Becoming Jane.
La ragazza dei tulipani: l’amore ai tempi della finanza
Uno degli aspetti più originali e interessanti del film non è nella sua trama o nello sfondo amoroso su cui si concentra la tensione dell’eroina interpretata da Alicia Vikander. A dispetto di ogni idea che possiamo esserci fatti sull’età pre-illuminista, i meccanismi finanziari muovono i loro primi passi proprio nell’Olanda della prima metà del 1600, quando tutta la cittadinanza – sia tra i ricchi, sia tra i poveri – è colta dalla cosiddetta Febbre dei Tulipani. La rarità di alcune varianti del bulbo indusse il mercato a gonfiarsi e – per la prima volta – gli acquirenti a contrattare su beni non (ancora) materiali. Il rischio e la prospettiva di guadagni esponenziali fecero in modo che molta gente arrivò a investire enormi somme di denaro, nella speranza che la bilancia della fortuna pendesse dalla loro parte. Questo clima febbrile, a cui seguì lo scoppio di una delle prime bolle speculative della storia, è uno dei protagonisti del film e il suo andamento imprevedibile uno dei principali motori della narrazione. Sembra incredibile come da una semplice striatura cremisi su un fiore bianco possa dipendere la fortuna, l’amore, la felicità di donne e uomini; eppure, questo non solo è possibile, ma è una realtà molto concreta che si perpetua, in maniera anche più esasperata, nella nostra contemporaneità.
Il ruolo della fortuna ne La ragazza dei tulipani
La trama de La ragazza dei tulipani gioca proprio su questo assoluto protagonismo della fortuna e del caso che regola i destini dei personaggi, che sembrano in piena balia degli eventi. Questo è un meccanismo che rende, fino all’ultima scena, le storie dei protagonisti sempre sospese sul filo di un rasoio molto incerto e che avvicina la trama alle grandi narrazioni romanzesche in cui il disegno divino si rivela piano piano attraverso coincidenze quasi incredibili. Così come, per puro caso, compare nel lotto acquistato per diciotto fiorini un bulbo in grado di moltiplicarne il valore, per una fatalità altrettanto improbabile sui personaggi si abbatte una momentanea – ma terribile – disgrazia. I modi astuti con cui Sophia, Maria (Holliday Grainger), Willem (Jack O’Connell) cercano di cavalcare le impervie onde del destino, tuttavia, definiscono l’eroe moderno, colui in grado di cavarsela – con la tenacia e con l’astuzia – di fronte all’incertezza della vita. Non per altro, si tratta tutti di personaggi provenienti dalle classi più basse della società, a cui – proprio in quel periodo storico – è finalmente concesso di tentare una scalata.
Secondo una possibile chiave di lettura, inoltre, a muovere le vere fila del racconto non è solo il rapporto passionale tra Sophia e il pittore Jan, ma anche – e soprattutto – la grande amicizia che lega la giovane signora alla sua serva Maria. Il trionfo dell’amore romantico (che pur non manca all’interno della storia) è qui messo da parte da un profondo legame tra donne, la cui solidarietà e supporto reciproco permettono all’intera faccenda di prendere pieghe davvero inaspettate.
Numerosi sono, dunque, gli aspetti che fanno de La ragazza dei tulipani un film degno di essere visto, una buona occasione per tornare al cinema dopo l’estate. Si tratta di un film girato in maniera elegante, ben interpretato, con una struttura narrativa talvolta azzardata, ma che trova un suo senso nell’economia generale: è soprattutto un’opportunità per avvicinarsi e approfondire un periodo sempre affascinante, attraverso un punto di vista inedito e poetico.