Rian Johnson (Star Wars) cancella più di 20.000 tweet dopo il licenziamento di James Gunn
Rian Johnson (Star Wars: Gli Ultimi Jedi) ha improvvisamente cancellato i suoi numerosi tweet, antecedenti al 25 gennaio 2018.
Rian Johnson, il regista di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, ha eliminato più di 20.000 tweet dopo che la Disney ha licenziato James Gunn dal Marvel Cinematic Universe
La Disney ha posto un pericoloso precedente la scorsa settimana, tagliando qualsiasi legame col regista James Gunn, a causa di messaggi offensivi postati anni fa, prima del suo coinvolgimento nel MCU, sul suo profilo Twitter. Questa decisione dello studio ha messo vari componenti dell’industria di Hollywood sulla difensiva, tra cui anche il regista e sceneggiatore di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, Rian Johnson, che ha cancellato tutti i suoi tweet antecedenti al 25 gennaio di quest’anno.
Johnson è stato un membro particolarmente attivo su Twitter per molti anni, interagendo regolarmente con i suoi follower e venendo coinvolto in varie discussioni sui suoi film. L’uscita di Star Wars: Gli Ultimi Jedi ha portato una minoranza di fan a esprimere il loro disprezzo per il film e le scelte attuate dal regista con reazioni estreme, in cui desideravano fare del male a Johnson. Nonostante l’odio contro di lui, Johnson ha sempre selezionato con cura le persone a cui rispondere su twitter e ha trattato sempre tutti con rispetto, anche quando magari era in disaccordo.
Star Wars: Rian Johnson risponde alle numerose critiche mosse dai fan
Il canale youtube John talks Star Wars ha usato delle immagini per mostrare il cambiamento dei tweet di Johnson, pari recentemente a circa 22.000 e adesso ridotti a poco più di 1.100. Johnson, rispetto molti altri registi Disney, aveva più diritto di qualsiasi altra persona a usare il linguaggio che più preferiva sui propri social, anche se ha spesso optato per un tono pacato ed elegante.
Anche se il regista non ha esplicitamente commentato il motivo dell’eliminazione dei suoi tweet, il tempismo sembra essere legato direttamente a quanto successo con James Gunn, i cui commenti offensivi non rispettavano l’immagine della Disney anche se appartengono a un periodo prima della partnership.