Da Evangeline Lilly a Scarlett Johansson: il #MeToo non basta!
Quello accaduto a Evangeline Lilly sul set di Lost non è un caso isolato. Come lei, altre attrici sono state costrette a girare scene di nudo indesiderate.
Messa all’angolo e costretta a girare una scena di nudo parziale: così, quale giorno fa, Evangeline Lilly raccontava una sua brutta esperienza sul set di Lost. L’attrice, presto al cinema con Ant-Man and The Wasp (che vi consigliamo di non perdere per svariate ragioni), aveva dichiarato di essersi sentita mortificata e tremolante, ma di aver comunque continuato a girare la scena. Dopo l’intervista, sono arrivate le scuse direttamente dai creatori e produttori di Lost, che hanno espresso il loro dispiacere per averla fatta sentire a disagio. Il caso di Evangeline Lilly, purtroppo, non è isolato. Insomma, sembra proprio che i movimenti femministi #MeToo e Time’s Up, sorti dopo lo scandalo sessuale di Harvey Weinstein, non sono abbastanza per supportare le attrici.
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Il trattamento delle attrici a Hollywood oltre Evangeline Lilly: da Meghan Markle ad Helen Mirren
Il mondo di Hollywood, sia quello passato che quello presente, è pieno di esempi in cui le donne rischiano la propria reputazione se non rispettano le volontà dei registi. Oltre a Evangeline Lilly, altre attrici hanno raccontato le loro esperienze poco piacevoli durante la produzione di un film.
Prima di diventare la duchessa del Sussex, Meghan Markle aveva raccontato come gli autori di Suits non avessero fatto altro che sessualizzare il suo personaggio, Rachel, a volte senza un motivo logico. “Ogni scena iniziava con lei che indossava un asciugamano”, ricorda l’attrice durante un panel sul pay gap del 2014. “E io ho detto: no, non lo faccio più.” Natalie Portman invece rimpiange di non aver dato retta al suo intuito e non accettare i ruoli di protagonista prima nel corto Hotel Chevalier e poi nel film L’ultimo inquisitore, dove ha scene di nudo. Helen Mirren è stata ingiustamente etichettata da alcuni tabloid come un’attrice a cui piace girare scene senza veli. In un’intervista ha spiegato: “Ho fatto quelle scene perché non volevo essere una persona rigida. Ora sono incastrata con la reputazione di una a cui piace girare scene di nudo”. E la lista potrebbe proseguire all’infinito.
Evangeline Lilly: quando la nudità colpisce le supereroine
La nudità femminile dovrebbe essere messa al pari di quella maschile, ma l’industria hollywoodiana spesso fallisce in questo processo. Mentre il corpo di un uomo viene visto senza ambiguità, come il simbolo di forza e di onore, quello di una donna funge mal volentieri da “contorno” in una determinata scena senza apparente motivo. In Star Trek Into Darkness, ad esempio, l’attrice Alice Eve resta in intimo davanti al personaggio interpretato da Chris Pine. La sequenza è stata inserita perché, secondo il costumista, il fanbase di Star Trek è principalmente composto da pubblico maschile. E non finisce qui. Anche in un blockbuster destinato alle famiglie, le eroine vengono rese sexy e vestite con abiti succinti, come accade per la Vedova Nera dell’universo cinematografico Marvel, interpretata da Scarlett Johansson.
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In Ant-Man and The Wasp, Evangeline Lilly interpreta un personaggio femminile forte. Il film ruota tutto su Hope van Dyne, una supereroina che non ha bisogna di apparire in lingerie per dimostrare il suo valore e la sua indipendenza. Il film era già in preparazione prima ancora che scoppiasse lo scandalo Weinstein, e rappresenta un’anticipazione del #MeToo: il personaggio di Evangeline Lilly indossa, sì, una tuta aderente, ma non viene strumentalizzata in modo sessuale.
Questi casi dimostrano come l’industria hollywoodiana abbia ancora bisogno di fare ancora dei passi in avanti prima che uomo e donna vengano trattati in egual maniera sul set. La nudità è accettabile se giustificata, ma non deve essere oggetto di contorno o motivo per invogliare un pubblico maschile ad andare a riempire le sale cinematografiche.