Owen è un aspirante rapper che cerca in tutti i modi di farsi notare dalle case discografiche. Il suo migliore amico e agente Jeff crede davvero che Owen sia uno dei migliori rapper in circolazione e, grazie ad alcune conoscenze nel settore, riesce a donare ad Owen un’occasione importantissima per raggiungere i vertici del rap. Durante una serata, in cui si sarebbe dovuto esibire di fronte a Wiz Khalifa, Owen gli vomita addosso e il video della scena diventa tragicamente virale.
La sua carriera è stroncata sul nascere, i social media lo deridono quotidianamente, cosa che lo spinge a rinunciare a tutto e ad iscriversi nei Marines. Jeff, da buon amico, non si da per vinto e offre ad Owen un’ultima notte in cui riscattarsi, l’ultima occasione per convincere un’etichetta discografica e il suo dirigente ad offrigli un contratto, un piccolo spiraglio che lo salverà dai suoi sogni infranti.
The After Party: il film Netflix disponibile dal 24 agosto
The After Party è una commedia coming-of-age che ci traghetta nell’esplosiva New York City e precisamente nella vita di un ragazzo alle prese con la sua disillusione artistica e con un mercato discografico asfittico. Ciò che si può asserire è che diventare un musicista è arduo, ci vuole talento, duro lavoro, sacrificio e dedizione. All’interno del film tutto questo è praticamente inesistente, ed è un peccato perché la difficile dinamica che si instaura tra due ragazzi presi dai loro sogni, dalle delusioni in un mondo concreto e materialista che si riflette solo sul colore dei soldi, sarebbe stato un argomento intrigante e coinvolgente per una commedia.
Ma il film è poco interessato a queste tematiche, tant’è che pone tutta la sua forza nel vedere i due ragazzi girovagare per la città da una festa ad un’altra: Owen è disinteressato ormai a conquistare la fiducia del settore, mentre Jeff cerca disperatamente di trovare un modo per fargli firmare un contratto, barcollando in modo miserabile tra il disfattismo e i party notturni.
The After Party sceglie deliberatamente di non indagare sulle molteplici contraddizioni dell’hip-hop, della discografia, del successo inarrivabile e del talento dissipato, resta in superficie e sceglie di soffermarsi su quel poco che resta. La sceneggiatura è frivola, il film sembra dimenticare la sua storia, inarcando la narrazione su particolari infimi; la trama è approssimativa e sembra non essere particolarmente radicata nella realtà.
The After Party: un film frivolo e superficiale
Le uniche cose degne di essere ricordate sono le scene rap, in cui Owen dà il suo meglio e mostra, anche se per poco, qual è il suo vero talento. Le sequenze rap sono ben fatte, per quanto nel complesso siano poche e sono anche apprezzabili, in fin dei conti, i riferimenti alla cultura e al mondo hip-hop, come anche i cameo di molti rapper all’interno del film, che sicuramente sapranno deliziare gli appassionati del genere.
In ultima analisi ciò che lascia The After Party non sono le emozioni (non c’è quasi nessuna emozione nel film), non sono i dialoghi, non è la musica, non è la storia, ma solo l’insuccesso drammatico di un film che compie un suicidio narrativo dopo l’altro, confondendo fatalmente la commedia con la sua amica antagonista ovvero la vacuità.