Venezia 75 – Dead Women Walking: recensione
Dead Women Walking, il docu-film di Hagar Ben-Asher, è un viaggio doloroso, un'immersione profonda nei tempi e nei luoghi della pena di morte.
Dead Women Walking è un film diretto da Hagar Ben-Asher, presentato durante le Giornate degli Autori all’interno della 75 edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il docu-drama, scritto e diretto dalla regista israeliana Hagar Ben-Asher, ci spinge nel braccio della morte, un film composto da nove capitoli in cui donne diverse devono affrontare l’impatto della pena di morte, un tragico e disumano esito come paradosso di giustizia.
Dead Women Walking è interpretato da Dale Dickey, Dot Marie Jones, Lynn Collins, Colleen Camp, June Carryl, Ashton Sanders; ognuna di loro incarna una donna condannata per omicidi efferati che, oltre una legittima pena detentiva, deve affrontare un’imminente esecuzione. Il film di Hagar Ben-Asher ci trasla sia fisicamente che emotivamente all’interno di una realtà cruda, feroce, che racconta con grande lucidità quanto sia ingiusto e spietato condannare a morte una persona, anche se a seguito di un’azione inumana e malvagia.
Dead Women Walking: il docu-drama di Hagar Ben-Asher
Ciò che rende questo film brillante ed efficace sono le interpretazioni e la capacità delle attrici di rendere onore e spessore alle storie di queste donne. Ogni capitolo ci traghetta nelle loro storie, nel dramma dell’attesa di conoscere il proprio destino, vengono sviscerate tematiche complesse come l’approccio alla fine di una vita, la consapevolezza dell’ultimo saluto, del non ritorno.
Dead Women Walking è un viaggio doloroso, una immersione profonda nei tempi, nei luoghi della pena di morte; al centro ci sono donne che affrontano il proprio conto alla rovescia e accanto a loro anche i propri amici e familiari devono affrontare lo stesso tipo di esecuzione con rabbia, struggimento e impotenza. Ogni capitolo rivela la profondità e lo stato psicologico delle detenute che, senza pleonasmi o stereotipi, disegna un’esperienza di forte impatto.
Dead Women Walking è un viaggio doloroso: un’immersione profonda nei tempi e nei luoghi della pena di morte
Le figure che si muovono attorno alle donne sono quasi sempre le guardie carcerarie e a volte testimoni, parenti e manifestanti. Le guardie occupano un posto molto speciale nella vita delle detenute: in un certo senso sono angeli custodi, ultimi brandelli di umanità con cui possono discutere, esprimere i loro desideri, disporre le volontà o le ultime parole. Le guardie in questo docu-film assumono la complessa funzione di ultimo connettivo con la realtà e di quell’ultimo vincolo di collisione con la propria vita.
Dead Women Walking, oltre che sensibilizzare il pubblico circa l’efferatezza della pena di morte, ci porta all’interno delle celle, dei processi e delle esecuzioni, raccontando con poesia e umanità il percorso emotivo di un essere umano segnato dalle violenze e dagli abusi. Gli Stati Uniti, dal 1976 quando fu reintrodotta nel paese la pena di morte, ha condannato e ucciso 16 donne e 178 sono le condanne che sono state emesse da quell’anno, buona parte delle quali provengono da cinque stati quali California, Florida, Texas, North Carolina e Alabama.
Dead Women Walking è un pugno nello stomaco
Dead Women Walking è un pugno nello stomaco, un film che traccia gli ultimi giorni di una serie di donne nel braccio della morte, donne di tutte le razze, con volti, corpi ed esistenze differenti. Un devastante squarcio nella realtà giudiziaria americana, che trasmette con forza il trauma provocato da una punitiva e letale decisione approvata dallo stato, la legittimazione e l’autorizzazione di uccidere per dimostrare che non si deve uccidere.