Venezia 75 – Living the Light – Robby Müller: recensione

Robby Müller è stato un collaboratore fondamentale per alcuni registi e uno sguardo denso sulla luce per dare vita alle scene di famosi film.

Robby Müller è stato un collaboratore fidato per alcuni dei registi più importanti della cinematografia europea e americana. Nato a Willemstad nel 1940, il direttore della fotografia olandese ebbe la possibilità di lavorare in giro per tutto il mondo, impegnandosi in produzioni indipendenti fino a giungere anche all’imponenza degli studios hollywoodiani, cercando ogni volta di dare il meglio per il proprio lavoro, ma soprattutto tentando di raggiungere sempre il medesimo obiettivo: vivere la luce. Living the Light – Robby Müller, prendendo per titolo proprio l’obiettivo che si prefissava ogni volta il direttore della fotografia, è il documentario diretto da Claire Pijman che esplora la carriera e la vita di una figura chiave per il cinema di molti autori, di cui i fondamentali riportano le proprie testimonianze per ricordare il lavoro svolto insieme e la sua capacità di rendere tangibili le idee filmiche.

Robby Müller ha trascorso la propria vita sempre con una telecamera in mano. Ed è attraverso filmini, su filmini e ancora filmini che si sviluppa l’assemblaggio della regista Pijiman, che ha scoperchiato quelli che per l’uomo stavano a rappresentare gli album personali di un’intera vita e che hanno reso possibile la messa a punto del documentario. Non solo però video privati, Wim Wenders (anche produttore del film), Jim Jarmusch (incaricato nel reparto musiche insieme a Carter Logan) e Lars Von Trier sono soltanto alcune delle individualità del cinema chiamate a parlare del proprio rapporto lavorativo e amicale con Müller, nonché fra le maggiori identità di rilievo con cui instaurò un legame pressoché indissolubile.

Living the Light – Müller: un documentario elaborato sul lascito del direttore della fotografia

robby müller cinematographe.it

Un visionario che sapeva perfettamente quale sarebbe dovuta essere la maniera con cui la luce avrebbe dovuto raccontare il film a cui stava prendendo parte, che non puntava mai alla spettacolarizzazione dell’immagine, ma alla sua verità più sincera. Per questo la scelta di Robby Müller ricadeva sempre su opere tra loro similari. Lui cercava la realtà, storie che potessero toccarlo perché non solo avevano la capacità di parlare alle sue emozioni, ma che sapeva potessero toccare l’umanità di tutti. Ed ecco quindi la scelta di una fattura nitida ed essenziale, che sapesse colpire per la naturalezza con cui veniva elaborata e riusciva ad adattarsi ogni volta al tipo di racconto ideato.

E il suo volersi avvicinare alla realtà si andava congiungendo allo sguardo denso che riservava alle pellicole su cui doveva dedicarsi, preferendo star lontano dallo sfarzo delle grandi case di produzione, pur avendo preso parte ad alcune di queste. La semplicità della sua fotografia è la diretta conseguenza dell’impossibilità di Müller di smettere di riprendere costantemente ciò che lo circondava, cosa che ha fatto per tutti i giorni che ha vissuto sulla terra. È proprio nell’eccesso di materiale che scivola però Living the Light – Robby Müller, nella scelta dell’autrice di riempire il film di momenti rubati, che si ritrovano a prendere troppo spazio durante il quadro dell’artista, che avrebbe funzionato anche senza la continua volontà di mostrarne gli attimi privati.

“Facciamo la luce” diceva sempre Robby Müller, che suonava come “Facciamo l’amore” ai suoi tanti collaboratori, ma Claire Pijiman sembra più voler entrare nell’esistenza intima dell’uomo che nel suo percorso lavorativo e questo non danneggia il fine del documentario, ma ne limita il contenuto, poco sviluppato e concentrato troppo su di un materiale ripetitivo. Un’opera comunque in cui si ha il piacere di ascoltare l’opinione e il ricordo di coloro che seppero trovare nel lavoro di Müller un pezzetto di quello che volevano venisse raccontato nei propri film. Una luce che, per coloro che lo hanno conosciuto, rimarrà comunque sempre accesa.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.3