Un amore così grande: recensione del film con Il Volo
Un film leggero dal linguaggio televisivo molto marcato, che non gli permette di trovare una propria identità cinematografica.
Opera prima del regista Cristian de Mattheis Un amore così grande ha come protagonisti Giuseppe Maggio e l’esordiente Francesca Loy, affiancati da Franco Castellano, Fioretta Mari, Eleonora Brown, Daniela Giordano, Riccardo Polizzy Carbonelli. Con la partecipazione speciale de Il Volo: Ignazio Boschetto, Gianluca Ginoble e Piero Barone. In sala dal 20 settembre con Medusa. L’esperienza registica di Christian de Mattheis è televisiva e di questo ne risente Un amore così grande, con delle ingenuità tipiche dello schermo domestico.
La storia di Vladimir, protagonista di Un amore così grande
Vladimir (Giuseppe Maggio) è vissuto a San Pietroburgo con la madre (Daniela Giordano) fino alla sua morte. Poco prima di lasciarlo gli ha chiesto di andare a cercare suo padre a Verona. Così Vladimir giunge nella città italiana, dove canta per strada per guadagnarsi qualcosa. Canta lirica, una passione trasmessa dalla madre, che lo fa ancora sentire vicino a lei, nonostante non ci sia più. Questo sarà la sua salvezza perché proprio per strada farà la conoscenza di Veronica (Francesca Loy), una guida turistica, figlia di un industriale. Tra loro scatta subito il colpo di fulmine, ma non sarà una storia facile.
L’altro incontro fortunato è con il manager (Riccardo Polizzy Carbonelli) de Il Volo, che convince il trio a far aprire il loro concerto dal giovane talento italo-russo. Intanto Vladimir deve trovare suo padre e travolto da un turbinio di emozioni non sarà facile gestire la sua vita, fatta di sogni e scelte da prendere.
La lirica: motivo di orgoglio di Un amore così grande
La trama del film verte intorno alla storia d’amore sofferta e la difficoltà di affermare se stessi. Eppure chi ha davvero talento presto o tardi troverà la propria soddisfazione. Ricorda il sogno americano, che abbiamo visto e rivisto in numerose pellicole. Qui non siamo in America, ma a Verona e protagonista è la lirica, ma a parte questo non siamo molto lontani.
L’amore lottato e contrastato dalla nonna di Veronica (Fioretta Mari), alto-borghese, fa eco a Romeo e Giulietta, dopotutto siamo a casa loro. Ma non arriviamo a nessun gesto estremo, perché come vuole la fiction televisiva, la vicenda deve avere un lieto fine e infondo sono tutti buoni.
Vladimir deve scegliere tra la donna che ama e la sua passione, una decisione sofferta che lo porta a perdere tutto. Ma solo per un attimo, perché le cose si sistemeranno, senza rinunciare a niente.
La lirica resta l’elemento più interessante, non essendo abituati a vederla al cinema. Cavalcando il successo de Il Volo, che sta cercando di rendere questo genere popolare e per tutti (con un notevole successo), Cristian de Mattheis li chiama nel suo film. Da La Bohème a La Traviata Un amore così grande lascia grande spazio all’Opera. Vladimir canta per strada, va’ a lezione e dedica la sua voce a Veronica per conquistarla.
Un Amore Così Grande – Il linguaggio televisivo non permette di valorizzare l’idea iniziale
Peccato che il film mostra notevoli fragilità a livello di sceneggiatura, essendo i dialoghi esili e a tratti patetici. Inoltre la regia è legata alla fiction, dalla fotografia dai toni caldi, alla direzione degli attori che rimangono molto fermi.
Un amore così grande ricorda i musicarelli pop che andavano in tv negli anni ’60 con Al Bano, Caterina Caselli, Gianni Morandi e Rita Pavone. Il linguaggio televisivo non riesce a consentire al film di trovare una propria identità cinematografica e verrà ricordato più per la presenza de Il Volo e il loro concerto all’Arena di Verona, che per la visione del regista.
Un vero peccato perché l’idea iniziale poteva avere esiti molto più interessanti e originali. Chissà se servirà comunque a diffondere la popolarità della lirica, un importante patrimonio per noi italiani.
Un amore così grande è al cinema dal 20 settembre con Medusa Film.