Private Life: recensione del film Netflix di Tamara Jenkins
La recensione di Private Life, il film scritto e diretto da Tamara Jenkins, presentato al Sundance Film Festival e disponibile su Netflix dal 5 ottobre 2018
Private Life è un film scritto e diretto da Tamara Jenkins, presentato al Sundance Film Festival e disponibile su Netflix dal 5 ottobre 2018. Il cast è composto da Paul Giamatti, Kathryn Hahn, Kayli Carter, Molly Shannon, John Carroll Lynch, Desmin Borges e Denis O’Hare.
La storia ci porta nella vita di una coppia che vive a New York, Richard e Rachel, lei scrittrice sulla quarantina, lui sulla soglia dei cinquanta e regista di teatro. Richard e Rachel da anni cercano di avere un figlio che, a causa di problemi di fertilità, non sono mai riusciti a concepire. La vita li ha portati a dover perseguire strade parallele, dall’adozione, alla donazione di ovuli, fino alla fecondazione in vitro.
Nonostante le varie alternative e dopo aver lottato per anni, e dopo un certo numero di trattamenti medici, Richard e Rachel non ottengono i risultati sperati. Quando la loro nipotina Sadie va a vivere con loro, nella mente della coppia nasce un’idea che potrebbe cambiargli la vita, una proposta che potrebbe avere complicazioni familiari imprevedibili.
Private Life: il film Netflix di Tamara Jenkins
Private Life ci porta nella vita di una coppia che lotta per avere un bambino, un argomento che, per quanto possa non risultare nuovo, riesce ad elevarsi da altre narrazioni e drammi passati, grazie ad uno stile e ad un uso del dialogo fresco, percettivo e reale; il film ha successo e si guarda senza difficoltà anche perché non cade totalmente nella tragedia e misura la propria carica comica.
Questa commedia mette in evidenza la sua irruenza attraverso una sceneggiatura spesso esilarante, e grazie soprattutto ai due protagonisti Paul Giamatti e Kathryn Hahn. Il personaggio di Rachel possiede le battute più taglienti, però dentro di lei, e soprattutto nelle parole nascoste e nel gioco di sguardi che si scambia con suo marito, pulsa una storia parallela, una storia che mostra quanta pazienza, quanta riluttanza, quanto dolore e sacrificio nascondano in realtà questa coppia sfortunata e bislacca.
In alcune scene del film possiamo vedere in dettaglio le varie fasi che si accompagnano alla fecondazione assistita: tutti i trattamenti medici quotidiani, le accortezze, le punture e gli esami frequenti, e soprattutto si nota il peso del ruolo di un buon medico, quanto effettivamente il rapporto medico-paziente sia necessario e centrale nella vita di una coppia che tenta di avere un bambino.
La regista Tamara Jenkins mostra con delicatezza ed intelligenza il dolore privato di una coppia, entrando nella specificità dei personaggi, nei loro gusti, nelle loro debolezze e nelle abitudini, giocando con le loro imperfezioni senza mai eccedere nella stereotipia. Questa è una caratteristica rara in una commedia che tocca tematiche così delicate: ciò che racconta è una storia che si addensa di situazioni difficili e spesso sgradevoli, vicende che tantissime persone attraversano in continuazione e di cui sicuramente si parla spesso poco e male.
La regista Tamara Jenkins mostra con delicatezza il dolore privato di una coppia
Private Life in questo senso ha un valore aggiunto, perché non esagera e non calca mai la mano laddove avrebbe potuto farlo, nemmeno con i suoi personaggi. La regista avrebbe potuto far risaltare la scontrosità di Richard, o l’irrequietezza di Rachel o il pressappochismo di Sadie, ma ciò non accade e lascia che la commedia venga costellata di piccoli momenti di felicità e di ritmi minori. Il film, in ultima analisi, è davvero aggraziato nell’esposizione, porta una ventata di leggerezza intelligente all’interno di una tematica tumultuosa e schiacciante, un film generoso e di cuore sulla complessità del desiderio di avere un bambino.