Achille Tarallo: recensione del film di Antonio Capuano

In Achille Tarallo ci sono tutti i cliché con i quali viene sempre rappresentata Napoli al cinema.

Esce nelle sale il 25 ottobre Achille Tarallo, il nuovo film del regista napoletano Antonio Capuano  che per la prima volta si misura con la commedia e dirige Biagio Izzo, Ascanio Celestini e Tony Tammaro.

Achille Tarallo vive in un quartiere popolare di Napoli, è un autista di bus ma il suo sogno è quello di diventare un grande cantante come Fred Bongusto. Insieme al suo amico Cafè canta ai matrimoni un genere definito “Tamarro italiano” con scarso successo. Achille, infatti, è l’unico napoletano che vuole cantare in italiano perché pensa che il dialetto abbia rovinato la sua città e le sue canzoni, andando contro la sua famiglia, gli amici e il suo improbabile impresario romano Pennabic. Tre disgraziati che sperano ogni giorno di farcela, scontrandosi con la dura realtà. Presto, però, per Achille arriva l’opportunità di dare una svolta alla sua vita…

Achille Tarallo – Ruoli inediti per Biagio Izzo e Ascanio Celestini

Achille Tarallo - Cinematographe.it

Biagio Izzo sorprende in un ruolo inedito da assoluto protagonista: tolta la parlata napoletana e le movenze fortemente caricaturali che lo hanno reso famoso nei “cinepanettoni” e nei film di Vincenzo Salemme, l’attore si trova a suo agio dimostrando anche di sapere cantare bene. Merito anche delle lezioni di uno dei coprotagonisti – e autore della canzoni del film – Tony Tammaro: nella realtà come nella finzione è un cantante “umoristico” famoso per i suoi testi demenziali. Un altro ruolo “fuori dagli schemi” è quello dell’impresario Pennabic interpretato da Ascanio Celestini: attore e regista impegnato, in questa evasione nel genere comico – demenziale risulta, però, decisamente fuori parte.

Achille Tarallo - Cinematographe.it

In Achille Tarallo ci sono tutti i cliché con i quali viene sempre rappresentata Napoli al cinema: i cantanti neomelodici che si esibiscono ai matrimoni, i furbetti sui bus, il traffico selvaggio, la poca voglia di lavorare, gli uomini marpioni e le donne “vrenzole” urlatrici. Questa commedia musicale, però, ha il merito di partire da un tema originale: un bislacco artista neomelodico che si rifiuta di cantare napoletano, un sacrilegio per amici e familiari. Achille però non vuole sentire ragioni: il napoletano – a detta sua – è una “zoccola” e lui vuole distinguersi e diventare un cantante elegante come Fred Bongusto. Una buona premessa che, però, perde terreno lungo la narrazione deviando in lunghe regressioni e in sketch slegati. Questo porta il film a perdere gradualmente ritmo compromettendo la performance anche degli attori più convincenti. A questo si aggiungono dei discutibili  e immotivati effetti speciali realizzati in computer grafica che non giovano alla già debole messa in scena: come del fumo che fuoriesce dalla bocca di un personaggio dopo aver bevuto del caffè bollente; o l’alter ego di Achille, il cane Fred, che alla fine del film inizia a ballare e cantare doppiato da Biagio Izzo.

Achille Tarallo – Un tema originale tra, musica, cliché ed effetti digitali

Achille Tarallo - Cinematographe.it

Appare, così, chiaro che l’incursione di Capuano nella commedia non funziona pienamente, se si escludono momenti divertenti e surreali come l’acrobatica scena di sesso di Achille con la sua procace amante o i suoi monologhi notturni con il cane sulla vita e l’amore. Capuano, autore di drammi come La guerra di Mario e L’amore buio, nell’affrontare per la prima volta un tema leggero sembra perdersi in numerosi sottotesti – le amanti di Achille, i suoi sogni irrealizzabili, la ricerca dell’amore vero, la voglia di evadere – non esaurendo l’idea principale del film. Il risultato appare decisamente approssimativo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.3