Blues and Bullets – Una dance macabre tutta da giocare

Eliot Ness è un poliziotto in pensione. Ritiratosi dopo aver visto dilagare la corruzione nella propria America degli anni del proibizionismo, decide di aprire un piccolo diner (dal nome, appunto, Blues and Bullets) e dedicarsi unicamente a cucinare torte e hamburger per i propri avventori.

Ma Eliot Ness non è un poliziotto qualunque: è uno degli investigatori più celebri della sua epoca, grazie alla lotta senza esclusione di colpi con il criminale simbolo degli gangsterismo americano: Al Capone; e quando Alphonse Capone, uscito di galera anzitempo grazie alla buona condotta, lo fa convocare, Ness non può esimersi dal rispondere alla chiamata. La cosa sorprendente è che tra i due rivali nasce una strana collaborazione: la nipote di Capone, infatti, è solo una delle molte bambine rapite a Santa Esperanza ed ecco che Ness torna a vestire i panni del detective, per tentare di trovare e salvare i bambini scomparsi.

Parte da qui la trama di Blues And Bullets, gioco noir episodico della Indie spagnola Crowd of Monsters, e fin dai primi istanti ci si rende conto di quanta passione e rispetto abbiano dedicato gli sviluppatori nella creazione di questo titolo. La ricostruzione è meticolosa, la grafica è curata nei minimi dettagli e se le animazioni a volte risultano leggemente legnose, l’impatto visivo complessivo è assolutamente eccezionale. Ottima la scelta del bianco e nero a fortissimi contrasti, dove l’unico colore che appare è il rosso. Ogni oggetto rosso (le scarpe, la cravatta, il sangue…), infatti, viene lasciato esplodere a tinte violentissime, per un’impatto visivo che lascia il segno.

Personaggi, dialoghi e scenografie sono quelle che ci si potrebbe aspettare da un romanzo di  James Ellroy. Le situazioni sono volutamente stereotipate, con personaggi che ricalcano alla perfezione l’archetipo di riferimento: dall’investigatore alcolizzato al “negro” picchiatore; dal poliziotto grasso e corrotto alla “pupa” fatale… il tutto, come detto, nel profondo rispetto di chi quegli anni li ha davvero vissuti. Un omaggio al genere, quindi, ma anche alle persone che lo hanno reso reale.

Blues and Bullets

Dal punto di vista del gameplay, il gioco non presenta nulla di particolarmente nuovo ma prende il meglio di quanto si trovi nel panorama videoludico e lo fonde in un gioco vario e mai noioso. Alle sequenze di esplorazione (in cui il giocatore deve semplicemente trovare dei punti attivi “cue” per procedere nell’acquisizione delle informazioni), vengono alternati momenti di sparatorie sotto copertura e combattimenti corpo a corpo con la tecnica del quick time event (QTE), in cui rispondere in tempi brevi ad una serie di comandi per aver la meglio sugli avversari.
Anche i dialoghi sono qualcosa di già visto: appare evidente, infatti, l’ispirazione tratta dalla serie di giochi della Telltale (The Walking Dead in primis), e infatti anche qui viene tenuta traccia delle risposte, che vanno ad arricchire le statistiche del giocatore.

Stesso discorso per il piano editoriale del gioco: come per TWD viene sfruttata la struttura episodica per il gioco nella sua completezza. Siamo infatti di fronte al solo primo episodio, a cui ne seguiranno altri quattro. Il tutto andrà quindi a comporre la prima stagione di questo “Crime drama”, per una fusione multimodale in cui il confine tra cinema, tv e videogioco si fa sempre più sbavato e sfumato… proprio come il mondo che emerge da questo titolo, i cui contorni si sciolgono sotto l’incessante pioggia e tra le note blues che accompagnano durante la svolgimento della trama.

Assolutamente degno di nota, invece, lo stile investigativo scelto per l’analisi della scena del crimine. Quando Eliot si trova sulla scena, infatti, si accede ad un “tabellone” in cui il giocatore deve collocare gli indizi al posto giusto, come nelle più classiche lavagne investigative con le polaroid appese a creare un reticolo di informazioni capace, una volta ultimato, di ricostruire cosa è accaduto. Per il pathos regalato, dovuto anche alla particolare efferatezza del crimine, questo è sicuramente il momento migliore dell’episodio.

In conclusione Blues and Bullets vale sicuramente la pena di essere giocato, il prezzo competitivo (4,99 euro per episodio) e il fatto che sia stato realizzato da una società indipendente spagnola, fanno si che si possa chiudere un occhio su qualche piccolo difetto tecnico, anche perché non inficia la godibilità della storia di questa graphic novel in cui invece di sfogliare le pagine, si usa il controller.