RomaFF13 – La negrada: recensione del film
Un film decisamente necessario per portare l’attenzione del grande pubblico su una minoranza di cui non si parla abbastanza.
Quando si pensa al Messico e ai suoi problemi sociali, non può non venire in mente la lunga storia di inimicizia, insofferenza e tensione che lega lo Stato alla vicina America, soprattutto alla luce dei più recenti fatti di cronaca. Ma il Messico non è solo questo. Infatti, c’è una nutrita fetta di popolazione che non ottiene la visibilità che invece le spetterebbe – la comunità Afro-Americana discendente di quella parte di schiavi che furono portati in Messico. Così, il terzo film di Jorge Pérez Solano, La negrada, decide di dare una voce e un volto a questa minoranza in un racconto dal respiro intimista di un uomo diviso tra due donne sullo sfondo della Costa Chica.
La negrada: il queridato nella vita della minoranza Afro-Americana del Messico
Pratica presente in tutto il paese ma tenuta nascosta da più o quantomeno soprasseduta dalla società, il queridato è invece apertamente accettato nella comunità Afro-Americana del Corralero in Oaxaca. Con questo termine si indica una situazione di poligamia in cui un uomo sposato può avere un’altra o più case in cui vive con altre donne, le quali, agli occhi della comunità, non hanno la stessa importanza della prima moglie ma sono comunque riconosciute. Neri è uno di questi uomini che intrattiene una relazione del genere con Magdalena dalla cui casa lo separa un braccio di mare. Al Corralero vive con la moglie Juana dalla quale ha una figlia ormai adulta. Quando la donna si ammala gravemente, le dinamiche di queste due famiglie cominciano a mutare sempre di più e l’equilibrio che si era raggiunto a rompersi.
Interamente retto da un cast di attori non professionisti, La negrada è un dramma realista di vita quotidiana dove non vediamo rappresentati avvenimenti eclatanti ma solo le piccole azioni che compiamo ogni giorno, dal cucinare allo svolgere le attività lavorative. Così facendo, il film si presenta non solo come opera di finzione necessaria per conoscere la minoranza Afro-Americana del Messico ma anche come un documento prezioso per avere un assaggio di quelli che sono i loro costumi e la loro cultura, sia che si parli di ricette di piatti tipici che di vite umane legate a doppio filo dal destino. Quella del Corralero è una comunità povera, dalle abitudine frugali dove le giornate si trascinano sotto il sole caldo, animate da qualche bottiglia di birra e dai balli cui ci si abbandona alla sera.
La negrada: la sua necessità e il suo limite
Ma La negrada è anche un film che mette in primo piano la morte e indaga come il suo avvicinarsi influisca sui rapporti che Neri intrattiene con le due donne solitamente scanditi da un rigido programma settimanale. La malattia e la morte di Juana serviranno anche a Magdalena per vedere il suo uomo sotto una diversa luce ma soprattutto per ripensare la sua vita di eterna seconda e tentare di riprenderne il controllo. Il film non dimentica neppure di accennare al rapporto tra la minoranza Afro-Americana e la maggioranza Messicana. Di ritorno da alcune commissioni svolte in città, la figlia di Neri e Juana viene fermata a un posto di blocco e fatta scendere dall’autobus per un controllo a campione. Non essendo in possesso di un documento, le viene chiesto di cantare l’inno messicano così da provare la sua vera appartenenza. Con la macchina da presa fissa sul volto della donna, la vediamo iniziare a cantare, fuori tempo, titubante, l’umiliazione che le dimora negli occhi e la rassegnazione di chi ha già vissuto questa scena altre volte.
Film decisamente necessario per portare l’attenzione del grande pubblico su una minoranza di cui non si parla abbastanza, La negrada funziona perfettamente come documento sociale facendo leva sul realismo smaccato regalatogli dal cast e dall’ambientazione. Allo stesso tempo però, la pellicola non riesce a catturare lo spettatore come dovrebbe, lasciandolo fin troppo tiepido di fronte a uno scorrere così rilassato del tempo da risultare quasi incurante di tutte quelle difficoltà quotidiane disseminate nel vissuto dei suoi protagonisti.