RomaFF13 – The Elephant And The Butterfly: recensione del film
L'avvicinamento tra un padre e sua figlia in un film delicato, dal forte potere emotivo.
The Elephant And The Butterfly (Drôle de père) è un film diretto da Amélie van Elmbt, presentato nella sezione Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma, con Isabelle Barth, Thomas Blanchard, Judith Chemla, Kristof Coenen e Alice de Lencquesaing. The Elephant And The Butterfly, prodotto dai fratelli Dardenne e con Martin Scorsese come produttore esecutivo, racconta la storia di Antoine, un uomo che torna a Bruxelles dalla sua ex fidanzata per affrontare il suo passato.
Antoine bussa alla porta di Camille, sua ex fidanzata e madre della loro piccola figlia Elsa, che non ha mai incontrato in cinque anni. Ma Camille, per quanto sorpresa di quell’incontro, deve partire per un importante viaggio di lavoro e sta aspettando la babysitter per la sua bambina. Quando Camille apprende che la babysitter non verrà, capisce di non avere altra soluzione e chiede ad Antoine di prendersi cura di Elsa mentre lei e il suo compagno sono via. Per Antoine sarà l’occasione di conoscere sua figlia con cui passerà tre giorni d’estate indimenticabili.
The Elephant And The Butterfly: il film di Amélie van Elmbt prodotto dai fratelli Dardenne
Elephant And The Butterfly è un film che mostra l’avvicinamento di un padre e di una figlia, eseguito con una tenerezza, una naturalezza disarmante. Il film convince nel suo più puro realismo grazie all’estrema dolcezza che la regista declina per mostrare l’affinità di Antoine e di Elsa. La pellicola dà vita alle emozioni del loro incontro, del conoscersi lentamente, con grande pacatezza ed eleganza formale, e cattura le piccole variazioni quotidiane del loro rapporto: Antoine è dapprima molto incerto e non sa come prendersi cura di una bambina, ma poi lentamente coglie le sfumature del suo carattere e sviluppa un istinto protettivo di padre impercettibile eppure evidente.
Antoine ed Elsa si ritrovano, scena dopo scena, ma non viene mai esplicitato il motivo della loro separazione: quello che è successo tra Antoine e Camille non viene mai spiegato. Antoine non è il genere di padre che ti aspetteresti, burbero ed egoista che abbandona sua figlia come se non gliene importasse nulla. Anzi Antoine è una persona sensibile e malinconica, uno chef professionista dedito al suo lavoro, infatti casa sua è sommersa di piante aromatiche e di spezie particolari. Elsa dal canto suo è un sogno, è tenerissima, curiosa, ed è interpretata dall’enfant prodige Lina Doillon, in modo autentico, che si comporta come una vera bambina, senza mai essere idealizzata o esasperata.
Elephant And The Butterfly è un film delicato, dal forte potere emotivo
La regista Amelie van Elmbt dirige Elephant And The Butterfly senza drammatizzare eccessivamente il racconto, che non vive di urla o lacrime, o di spiegoni dolorosi e penosi circa l’abbandono. Il film è ricco di fascino, di momenti naturalistici e meditativi, è delicato senza essere mieloso, racconta il distacco senza diventare brusco.
La colonna sonora di Michael Andrews è sublime, come anche la scenografia di Laurie Colson. Tutto è perfettamente bilanciato, il cui risultato è evidentemente una pellicola che sembra oscillare da un ruolo all’altro, sembra possedere una temporalità sospesa in cui vivono Elsa e Antoine, personaggi buffi e fragili, che si scoprono, si conoscono attimo dopo attimo, attraverso disegni, favole e passeggiate sulla spiaggia. Amelie van Elmbt realizza una pellicola genuina, mite, dal forte potere emotivo, che riprende alcuni tratti da Alice nelle città di Wim Wenders, una raffinata cronaca familiare, il cui mondo visivo tende quasi verso un realismo magico.