A Beautiful Mind: la storia vera che ha ispirato il film con Russel Crowe
La storia vera di A Beautiful Mind è quella di John Forbes Nash Jr., uno dei maggiori matematici del Novecento.
A Beautiful Mind è uno dei capolavori cinematografici che hanno consacrato Russel Crowe all’Olimpo degli attori più famosi ed ammirati del mondo. Diretto da Ron Howard ed uscito nelle sale nel 2001, il film non è però frutto di una mente brillante che ha scritto a tavolino la storia, ma è tratto dalla biografia di Sylvia Nasar sul premo Nobel John Forbes Nash Jr, una delle menti più prolifiche del Novecento.
Il John Nash di A Beautiful Mind, splendidamente interpretato dall’ex gladiatore Russel Crowe, è dunque un personaggio realmente esistito che ha stregato tutti con la sua mente geniale e fragile allo stesso tempo, a causa di una forte forma di schizofrenia che lo colpì quando era all’apice del successo. Come accade per molti geni però, non tutto è stato facile per John Nash, e nel film lo abbiamo visto molto bene. Una vita praticamente perfetta è stata spazzata via da voci misteriose, alieni e messaggi criptati. Eppure c’è sempre qualcosa da imparare da questi film, e la maggior parte delle volte è che è sempre meglio conoscere la storia vera di un personaggio simile. Se ancora non la conoscete eccola qui per voi.
A Beautiful Mind: un film ispirato alla storia vera del matematico John Forbes Nash Jr.
Nato il 13 giugno 1920 a Bluefield, John Forbes Nash Jr. è stato uno dei maggiori matematici del Novecento. Le sue teorie, tra le quali la teoria dei giochi, hanno rivoluzionato l’economia tanto da permettergli di vincere un Premio Nobel per L’Economia nel 1994. Da piccolo John Nash era stato un alunno problematico in un certo senso: i professori non si accorgevano di quanto fosse geniale e questo li portava a pensare che fosse un ragazzo svogliato e con poca voglia di studiare, ma al liceo John iniziò a mettere a frutto le sue capacità, vincendo anche una borsa di studio e tanti altri premi, che lo portarono di diritto ad entrare nel prestigioso college di Princeton.
La sua mente però è stata affetta da gravi problemi di schizofrenia, esorditi nel 1959, quando Nash aveva già 30 anni ed insegnava al MIT: un giorno il matematico entrò nella sala professori dell’istituto con una copia del New York Times in mano, dicendo che l’articolo a sinistra nella prima pagina conteneva un messaggio cifrato inviato direttamente dagli alieni, e che solo lui poteva decifrare. Inizialmente i colleghi pensavano che scherzasse, ma si presentarono altri episodi simili sempre più gravi, che riguardavano la caccia alle streghe e voci misteriose e che culminarono con un primo ricovero coatto nello stesso anno.
Da lì si susseguirono altri ricoveri nel 1961, 1964 ,1964 e nel 1969, anni in cui, nonostante le terapie, Nash continuava a produrre geniali intuizioni matematiche. Una situazione di calma si ebbe solo dal 1970 in poi, quando Nash si riavvicinò alla moglie Alicia, dalla quale aveva divorziato dopo il secondo ricovero. Con cure adeguate, l’eliminazione di farmaci ed il sostegno della moglie, John Nash riuscì a dare il meglio, fino ad arrivare alla totale remissione dei sintomi della sua schizofrenia negli anni ’90.
John Nash morì all’età di 86 anni nel 2015. Il matematico si trovava con la moglie in un taxi ed era appena tornato dalla Norvegia, dove aveva ritirato l’Abel Prize
A Beautiful Mind: le differenze tra la storia vera e il film di Ron Howard
Sebbene il film A Beautiful Mind sia ispirato alla biografia del matematico, ci sono parecchie differenze tra la versione cinematografica e quella reale della sua vita. Prima di tutto il vero John Nash non ebbe mai allucinazioni visive, come vediamo nel film. Inoltre nella pellicola di Ron Howard non vengono citati i legami sentimentali avuti dal professore prima del suo matrimonio con Alicia: non c’è nessuna traccia del figlio avuto da una precedente relazione o del suo arresto per omosessualità, cosa frequente nel Novecento, come abbiamo visto anche in The Imitation Game, e non viene neanche menzionato il periodo di separazione dalla moglie. Inoltre nel film Nash continua a prendere i farmaci anche dopo il 1970, anno in cui in realtà smise le cure.
A parte queste divergenze fra storia vera e finzione, possiamo affermare con sicurezza che A Beautiful Mind sia uno dei migliori film tratti dalle biografie mai creati.