Il Grinch (2018): recensione del film d’animazione
Con una grafica d'alto livello e un comparto sonoro natalizio, Il Grinch torna al cinema er insegnare ai bambini l'importanza del Natale.
Molti, se pensano a Il Grinch hanno in mente il film di Ron Howard del 2000, il secondo riadattamento del libro di Dr Seuss, dopo la serie tv Il Grinch e la favola di Natale. Quello di cui stiamo per parlarvi è invece il progetto d’animazione di Scott Mosier e Yarrow Cheney, cin uscita nelle sale italiane il 29 novembre con Illumination; un film per bambini che è il più aderente al testo How the Grinch stole Christmas.
Nel 2000 le atmosfere erano cupe e il Grinch era un personaggio più crudele, un reietto, allontanato dalla comunità. In questa nuova versione animata tutto è più colorato e tenero, le immagini sono luminose e il Grinch è più umano. Non odia tutti, semplicemente non sopporta il caos natalizio e soprattutto: è un eremita, come nell’originale il suo è un allontanamento volontario dalla città.
Il Grinch: il film doppiato da Alessandro Gassmann è fedele al libro di Dr. Seuss, anche nelle illustrazioni
Il Grinch parla ai bambini e mostra buoni sentimenti: l’importanza della famiglia e della comunità e come le parole siano il più potente mezzo per cambiare. La narrazione scivola leggera e viene lasciato ampio spazio all’intimità dei personaggi, cosa provano e cosa pensano.
Nonostante il migliore amico del Grinch, il fido cane Max, sia coinvolto in gag simpatiche, il linguaggio slapstick dell’Illumination non spicca per brillantezza come in Pets – Vita da Animali o Cattivissimo Me. Rispetto ai precedenti film della casa di produzione, Il Grinch ha ambizioni più elevate. Cerca infatti un campo di confronto con i classici della Disney che si sono relazionati con le fiabe, cercando di entrare nei cuori dei bambini e non solo farli divertire. In questo modo ha meno presa, però, sul pubblico dei maggiorenni che hanno riso per quel tipo di animazione: adesso siete pronti a confrontarvi con un’Illumination più matura?
La storia raccontata nel film aderisce, sia per la trama che per le illustrazioni, al libro del ’57. Vediamo infatti un Grinch più affusolato, con un ventre gonfio e un’espressione bonaria. Cinico e risoluto si prende beffa di chi gli sta attorno, dal cane Max alla vecchietta nel supermercato.
Il Grinch scopre che quest’anno il Natale sarà tre volte più grande e, non sopportando l’idea della confusione che nascerà, decide di rubarlo. L’idea è di vestirsi da Babbo Natale per rubare tutti i regali nelle case di Chissarà e fermare questa febbre festiva. Dall’altra parte la piccola Cindy-Lou Chi vuole catturare Babbo Natale perché quest’anno il suo desiderio è vedere la mamma più felice. I due plot sono destinati a scontrarsi e l’amore e l’innocenza della piccola farà diventare il cuore della creatura di due taglie più grandi.
La solitudine come perno centrale de Il Grinch
Il lavoro in computer grafica è di altissimo livello e il design è curato nei minimi dettagli. Buona parte del merito è del regista Cheney, che ha iniziato a lavorare per Illumination come scenografo già da Cattivissimo Me.
I due director sono riusciti a strutturare un linguaggio visivo coerente con l’immaginario del Dr Seuss. Le immagini comunicano molto più delle parole e traspare tutto il malessere dei personaggi nello stare da soli: un tema centrale del film. Gli spazi sembrano sempre enormi per queste piccole creature finché non si ritrovano tutti insieme. Grazie anche alla colonna sonora che accompagna lo spirito natalizio, si giunge a un lieto fine di amicizia e affetto familiare.
Il Grinch ha tutti gli elementi per essere apprezzato dal pubblico, parla in modo diretto ai bambini ed è gradevole anche per i genitori. Quello che fa è restituire la storia per quella che è, con un prodotto di alta qualità, semplice e chiaro nel linguaggio. Non aspettatevi quindi di essere stupiti da colpi di scena o risoluzioni alternative di trama, ma preparatevi a entrare nel clima natalizio.
Il Grinch è al cinema dal 29 novembre 2018 con Universal Pictures e vede al doppiaggio, nella versione italiana, Alessandro Gassmann, mentre a doppiare il protagonista del cartone animato nella versione originale è Benedict Cumberbatch.