Diverso da chi? – la spiegazione del finale
La spiegazione del finale fuori dagli schemi del film di Umberto Carteni, tra famiglia allargate e bisessualità
Diverso da chi? è un film italiano del 2009 diretto da Umberto Carteni con protagonisti Luca Argentero, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Pannofino e Giuseppe Cederna che racconta la vicenda di Piero, giovane politico apertamente gay candidato alla carica di sindaco in una città del nord-est italiano e fidanzato con Remo, col quale convive.
Per farsi portavoce dei diritti omosessuali e di un più generale “diritto alla diversità” il protagonista, interpretato da Luca Argentero, si candida alle primarie del centrosinistra per diventare sindaco, circuito anche dai leader del partito che necessitano di candidati fantoccio da affiancare al candidato prescelto. Piero, affiancato da una laboriosa e fantasiosa squadra di amici, riesce sorprendentemente ad arrivare secondo alle primarie, divenendo poi a sorpresa il candidato ufficiale, a causa della morte improvvisa del vincitore, tra i pregiudizi e l’agitazione del partito. Per provare a mettere una toppa al fatto di aver un candidato gay nel “profondo nord” gli viene affiancata Adele, detta la furia centrista, candidata moderata e radicata nei valori cattolici, contraria perfino al divorzio. Inizialmente tra i due è guerra aperta e l’incompatibilità tra le idee progressiste di uno e quelle conservatrici dell’altra risulta evidente.
Diverso da chi? e la doppia attrazione inaspettata
Remo, con la sua sensibilità maggiormente femminile, aiuta Piero ad ingraziarsi Adele, così tra i due nasce un’intesa che però sfocia in un’attrazione reciproca insospettabile e imprevista, mettendo in difficoltà le loro rispettive convinzioni personali. Piero dovrà quindi districarsi tra una campagna elettorale in cui è diventato il simbolo della comunità gay e una situazione personale che risulta sempre più ingestibile, dovendo così coniugare immagine pubblica e vita privata per salvarsi da una catastrofe politica e domestica. L’attrazione nei confronti di una donna porta Piero a farsi molte domande, così come Adele si ritrova a riconsiderare il suo sistema di valori e in una situazione di disagio personale rispetto alla coerenza tutta d’un pezzo dimostrata fino a quel momento.
In un susseguirsi di situazioni rocambolesche e qualche equivoco Piero si ritroverà di fronte alla necessità di svelare a Remo la sua condizione e a dover sostenere la sua battaglia politica senza rovinarsi la reputazione. Piero ammette così al suo fidanzato la relazione con Adele ma al contempo afferma – in maniera sincera – d’essere innamorato di entrambi. Remo inizialmente non accetta questa condizione allontanandosi e al contempo Piero decide di interrompere la relazione con Adele. Quest’ultima rivela però d’essere incinta scombussolando ulteriormente le cose.
Nel finale di Diverso da chi? troviamo una famiglia allargata diversa dall’ordinario
È da questo punto in poi che si costruisce il finale del film. Remo e Piero si riavvicinano, il primo sente un forte desiderio di paternità, considerandosi in senso molto lato una sorta di secondo padre del figlio, e il secondo apre il suo cuore in un comizio pubblico dove racconta d’amare sia un uomo che una donna dimostrando il lato umano del politico e venendo così apprezzato dagli elettori, pur non vincendo poi le elezioni. Così Adele decide di non tenere da sola il bambino ma di riconoscere la paternità di Piero e i tre vivono una sorta di triangolo amoroso dove il nascituro si ritrova ad avere due padri e una madre crescendo con tutti e tre (lo vediamo scriverlo anche in un tema di scuola) in un clima di serenità. Possiamo immaginare quindi che Piero, oltre al recuperato rapporto con Remo, continui anche la sua relazione con Adele, in quadro da famiglia allargata sui generis.
Diverso da chi? – una commedia divertente con un finale non convenzionale
Il finale del film cerca d’essere irriverente e di giungere a una conclusione fuori dagli schemi, risultando però parzialmente confusionario nel messaggio che vuole trasmettere. Se da un lato l’intento del film è quello d’essere una storia a difesa dei diritti gay, dall’altro rende ambiguo il messaggio con il comportamento altalenante di Piero portato fino all’eccesso dell’assurdo. Di sicuro un obiettivo dell’esordiente regista Carteni è quello di rompere il tabù della bisessualità, dimostrando come esista effettivamente un desiderio che va oltre lo schema binario delle relazioni sentimentali, così come emerge la volontà di dimostrare che la famiglia la fanno le persone in sé indipendentemente dallo schema sociale predominante.
È dunque sulla riconsiderazione del concetto di famiglia che fa principalmente leva il film con il suo finale fuori dall’ordinario, divertendo lo spettatore e risultando piacevole, pur non riuscendo a mantenere la solidità narrativa delle premesse e rischiando di risultare poco utile alla causa LGBT nel modo forzato in cui viene costruita l’altalenante passionalità di Piero.