Trieste Film Festival 2019: il manifesto firmato da Dominique Issermann
Torna il Trieste Film Festival, che quest'anno ha deciso di celebrare i 30 anni della caduta del Muro di Berlino con il manifesto firmato dalla grande fotografa francese Dominique Issermann.
La fotografa francese Dominique Issermann firma il manifesto della nuova edizione del Trieste Film Festival, che nel 2019 festeggerà il suo trentesimo anniversario
Un anno importante quello che verrà per il Trieste Film Festival: nel 2019 infatti la manifestazione festeggerà il suo 30° anniversario e per celebrarlo, ha deciso di dedicare l’edizione di quest’anno ad un altro importante evento storico, la caduta del Muro di Berlino, avvenuta proprio nello stesso anno di nascita del festival.
Per celebrare due eventi così importanti che ricadono nello stesso anno, il Trieste Film Festival ha scelto quindi un manifesto davvero particolare, scegliendo di coinvolgere la grande fotografa francese Dominique Issermann. Sul manifesto infatti compare una foto scattata durante una pausa di lavorazione di Possession, il film di Andrzej Żuławski girato a Berlino nell’estate del 1980. Lo scatto ritrae la protagonista Isabelle Adjani intenta a saltare al corda proprio accanto al Muro. Vediamo insieme il manifesto della prossima edizione del Trieste Film Festival.
Max Mestroni dell’agenzia creativa Claimax ha spiegato il motivo di questa scelta per il manifesto della prossima edizione del Trieste Film Festival:
Siamo stati subito sedotti dalla foto di Issermann: lontana dalle simbologie celebrative, nonostante la severità del bianco e nero riesce a restituire ingenuità e leggerezza.
L’anniversario della caduta del Muro di Berlino non sarà però protagonista solo del manifesto della prossima edizione del Trieste Film Festival. All’interno della manifestazione infatti, verrà dedicata una breve retrospettiva a questo importante eventi storico, con la proiezione di quattro titoli: Uno, due, tre! di Billy Wilder, realizzato a Berlino nel 1961, proprio l’anno in cui venne eretto il Muro; Totò e Peppino divisi a Berlino di Giorgio Bianchi del 1962, dove le scene ambientate nelle vicinanze del muro furono ricostruite all’ippodromo di Tor di Valle di Roma; il documentario candidato all’Oscar Rabbit à la Berlin di Bartosz Konopka, che racconta la vita quotidiana della Berlino del Muro attraverso gli occhi della colonia di leprotti che per decenni abitò la striscia della “no zone”; Possession di Andrzej Żuławski.
Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo, direttori artistici del Trieste Film Festival, hanno spiegato l’importanza di questa retrospettiva, perché:
porta con sé un pizzico di quell’umorismo, quello jüdischer Witz, che contraddistingue la cultura mitteleuropea, che mescola l’alto e il basso, il dramma e la commedia, e che offre uno sguardo sbilenco e anti-celebrativo di un momento storico da cui è nata anche la nostra manifestazione.
L’appuntamento con la 30° edizione del Trieste Film Festival è dal 18 al 29 gennaio 2019.