Come d’incanto: il significato del film di Kevin Lima
Come d'incanto unisce il mondo delle favole targate Walt Disney alla società dei giorni nostri, spronando ognuno a vivere la vita che sogna.
Come d’incanto è una vera e propria fiaba che collega con successo il mondo incantato dell’universo della Walt Disney (dietro la produzione del film) ai giorni nostri. Nel regno di Andalasia, la giovane fanciulla Giselle sta per sposarsi con il bellissimo principe Edward, ma l’unione non è ben vista dalla matrigna di lui, che decide di inviare la promessa sposa in un luogo in cui “nessuno vive felice e contento”, cioè la New York dei giorni nostri. Qui, conosce Robert che proprio grazie al candore e alla spontaneità della principessa ritrova la speranza nel futuro e la gioia del presente. Il lieto fine arriva puntuale, nonostante i cattivi del racconto tessano numerosi piani per minare la felicità dei protagonisti, ma le sorprese sono pronte a dare i loro frutti sullo schermo.
Come d’incanto intreccia le storie del mondo della fantasia con la nostra realtà quotidiana
Un posto d’onore nella narrazione è occupato dal simpatico racconto dello scontro tra l’ingenua Giselle e la frenetica New York: la dolce fanciulla dallo spirito candido e illibato cerca di ritrovare luoghi e ruoli a lei familiari nel mondo reale cadendo inevitabilmente in grossolani errori, che puntualmente la deludono. A far da contraltare a questa purezza di pensiero c’è Robert, cinico e disilluso come non mai. Il rapporto tra loro due, tanto imprevedibile quanto sorprendente, aiuta entrambi a rinnovare il loro sguardo sul mondo trovando nuovi stimoli per affrontare la quotidianità.
Come d’incanto è un inno alla possibilità di definire il proprio avvenire, di decidere il modo di guardare la realtà che ci circonda trovando ogni spunto immaginabile per rendere tutto un po’ migliore. La regia di Kevin Lima e soprattutto la sceneggiatura di Bill Kelly, guida i personaggi nella ricerca di se stessi, svincolandosi dalle convinzioni personali per ampliare il panorama di possibilità che la quotidianità offre. Dal canto suo, Giselle finora cieca alla cattiveria del mondo reale trae profitto dal cinismo di Robert e dal suo modo incupito di guardarsi intorno per sviluppare uno spirito critico e oculato. Le decisioni prese dai due traggono giovamento da questo scambio di prospettive e permettono ai due di liberarsi dalle nocive sovrastrutture per affermare la loro natura e personalità.
Come d’incanto esorta il pubblico a rinnovare il proprio sguardo sul mondo
Come d’incanto esorta con forza gli spettatori a disfarsi anche per poco tempo delle proprie convinzioni e lasciare che lo sguardo sul mondo si rinnovi, guidato dalle speranze nutrite per il futuro. Ognuno deve ritrovare la capacità di liberarsi dagli ostacoli creati da convinzioni e pregiudizi, per riuscire finalmente a raggiungere gli obiettivi che realmente possono dare soddisfazione e gioia. Cambiare prospettiva e, soprattutto, trovare nuove forme e modalità in oggetti già conosciuti: questo permette di trovare nuova linfa per raggiungere i propri obiettivi e vivere a pieno le esperienze che più ci danno gioia. Spesso il mondo del lavoro e la frenesia di rispettare scadenze e impegni imposti non lasciano campo alla piena realizzazione di sé.
In questo contesto la città di New York diventa simbolo principe della contemporaneità nelle sue accezioni negative, in cui le infinite possibilità date da progresso, tecnologia e convivialità sono troppo spesso soffocate dalla necessità di dare soddisfazione agli obblighi imposti prima di ogni altra cosa. Come d’incanto afferma a gran voce che il mondo della fantasia, in cui i nostri desideri trovano compimento, e la realtà quotidiana regolata da scadenze lavorative e obblighi sociali non sono poi così distanti e che basta trovare nuova linfa nel nostro stesso sguardo per tornare a combattere con forza per i nostri desideri.