I nomi del Signor Sulčič: recensione del film di Elisabetta Sgarbi
Dopo essersi dedicata ai documentari Elisabetta Sgarbi fa il suo esordio registico nel cinema di finzione con I nomi del Signor Sulčič, un racconto confuso e introspettivo.
In uscita il 7 febbraio I nomi del Signor Sulčič il nuovo film di Elisabetta Sgarbi con Ivana Pantaleo, Elena Radonicich, Lucka Pockaj, Roberto Herlitzka, Paolo Graziosi, Adalberto Maria Merli, Gabriele Levada, Branko Zavrsan, Claudio Candiani, Giorgio Moretti, Camilla Boneschi, Tatjana Rojc, Zdracko Dusa, Livio Vasieri, Claudio Magris, Giorgio Pressburger. Prodotto da Betty Wrong con Rai Cinema e distribuito da Istituto Luce Cinecittà.
I nomi del Signor Sulčič – Le conseguenze della memoria
Irena Ruppel ha scoperto segreti inconfessabili sulla sua famiglia e insieme alla ricercatrice universitaria Ivana tenta di chiudere il cerchio della sua vita incontrando in una valle remota del Delta del fiume Po il misterioso Gabriele. L’uomo rimane affascinato da Irena e dopo la sua partenza si mette sulle sue tracce da Trieste a Lubiana, fino a Tolmin. Questo viaggio rivelerà la vera identità dei suoi genitori e di Irena cambiando per sempre la sua esistenza. Un viaggio nella memoria personale ma anche in quella collettiva tra spie naziste, identità violate, famiglie perdute.
Dopo una filmografia interamente dedicata ai documentari, la regista Elisabetta Sgarbi con I nomi del Signor Sulčič fa il suo esordio nel cinema di finzione girando una storia sulla memoria, l’ennesima legata alle disumane conseguenze del nazifascismo. Si parte quindi da una ricerca personale per raccontare la memoria collettiva, non a caso il film esce nelle sale a ridosso del Giorno del ricordo istituito per il 10 febbraio. Un viaggio onirico durante il quale il protagonista farà i conti con nuovi e vecchi fantasmi per poter finalmente voltare pagina. “Portami via la memoria e non sarò mai più vecchio” recita un verso di un poeta ferrarese alla fine del film: Gabriele avrà infatti la possibilità di continuare a vivere, mettendo da parte un passato doloroso e scomodo, scegliendo il bene profondo che scopre nello sguardo sincero di Irena. “I nomi racchiudono un grande inganno” scrive Filippo nel suo Vangelo apocrifo e Gabriele a sue spese imparerà che è dannatamente vero. Il suo nome è il primo a tradirlo, ma cosa nasconderà questa bugia?
I nomi del Signor Sulčič – Un freddo thriller dell’anima
Un racconto confuso e introspettivo che lascia poco spazio allo “spettacolo” e all’immedesimazione aggrovigliato tra le numerose suggestioni e le ermetiche emozioni dei personaggi. Come accade per l’interpretazione dell’attore non professionista Gabriele Levada visibilmente poco a suo agio nei panni del protagonista. Un film nel quale si percepisce troppo la deriva documentaristica della regista che non approfondisce la psicologia dei personaggi avvolti in un costante e insopportabile alone di mistero. Una sorta di thriller dell’anima che però non ha nulla di avvincente, privo di ritmo, che non crea quell’empatia necessaria per suscitare interesse sull’epilogo della storia. E a poco serve l’affascinante colonna sonora curata dal Maestro Franco Battiato del quale viene utilizzato il capolavoro La cura, sprecando parole bellissime e indimenticabili in un’insensata e morbosa scena di ballo. Il freddo distacco che Sgarbi comunica con il suo film di certo non appare come un omaggio al ricordo e alle tante vite che la Storia ha ferito nel profondo ma come un pretenzioso esercizio di stile. Rimane da capire a chi è destinato un prodotto del genere, chiuso in sé stesso e non funzionale a l’obiettivo principale: quello di non dimenticare le brutture del nazifascimo, le tragedie personali che hanno accomunato milioni di persone, il dolore causato dalle guerre.