The Strain 2: recensione
Dopo tredici settimane di programmazione televisiva, anche la seconda stagione di The Strain è giunta al termine. La serie originale FX, creata da Guillermo Del Toro e Chuck Hogan ed ispirata alla trilogia di romanzi scritti dagli stessi (The Strain – La Progenie 2009, The Fall – La Caduta 2010, Night Eternal – Notte Eterna 2011), ha avviato, ancor più della prima stagione, un forte hiatus nei confronti degli spettatori.
Essendo la stagione di mezzo – nonostante non si sappia ancora se la prossima sarà quella finale o meno – ha aperto le strade ad un finale ben più apocalittico e complicato delle aspettative.
Se con la 1×13 ci trovavamo di fronte all’alba della battaglia, con il corrispettivo di questa stagione appena conclusa, il sentimento di ansia mista ad attesa è aumentato esponenzialmente.
Ma andiamo per gradi.
Consci della minaccia Strigoi, il gruppo di cacciatori composto dal Dr. Ephraim Goodweather (Corey Stoll) e suo figlio Zack (Max Charles), la Dr. Nora Martinez (Mia Maestro), Abraham Setrakian (David Bradley), Dutch Velders (Ruta Gedmintas) e Vasily Fet (Kevin Durand), hanno trovato rifugio al di fuori delle mura della città. Il Maestro, ustionato dallo scontro, rinasce nel corpo di Gabriel Bolivar (Jack Kesy) e si affida nuovamente al suo braccio destro di sempre: Thomas Eichorst (Richard Sammell). Quest’ultimo è ancora una volta il referente del magnate Eldritch Palmer (Jonathan Hyde) i quali pur di ottenere l’immortalità, ha stretto un patto imprescindibile con il vampiro. Il giovane Gus (Miguel Gomez), dall’altra parte della città, ha stretto alleanza con gli Antichi Anziani capeggiati da una nuova figura: il vampiro Quinlan (Rupert Penry-Jones). La loro missione (apparente) è distruggere il Maestro.
Date queste premesse, il plot twist di stagione si è diramato lungo varie strade: con l’ausilio di alcuni flashback ci sono state presentate e/o approfondite le origini e le relazioni di alcuni personaggi. Pensiamo anzitutto alla bella season premiere diretta da Del Toro i quali ci mostrava la nascita dello Strigoi originale. Successivamente la storia del giovane Abraham Setrakian che, scottato dalla perdita della sua famiglia, ha pian piano scoperto il modo per uccidere l’oscura creatura: scovare e decifrare un manufatto antichissimo che contiene le istruzioni per distruggere un tale abominio, l’Occido Lumen. È proprio questo libro, uno dei punti cardine di questa stagione: l’ormai anziano Setrakian è alla ricerca forsennata dell’unica arma che potrebbe mettere fine a questa piaga.
Nel frattempo le pedine si muovono sulla scacchiera: Eph Goodweather e Nora Martinez sono impegnati nella ricerca di un vaccino e nella creazione di un virus che combatta l’epidemia. Kelly (Natalie Brown), ex moglie di Eph ormai vampira, riceve dal Maestro il dono della coscienza (e di un esercito di bambini-vampiro), affinchè riesca a recuperare suo figlio Zack. In città, una nuova forza politica, capeggiata dall’intraprendente Justine Feraldo, cerca in tutti i modi – anche con l’aiuto della forza civile – di fermare la minaccia inumana. Gus e Quinlan combattono nell’ombra. Palmer ed Eichorst, sempre più spesso in combutta fra loro, ostacolano in tutti i modi Setrakian.
In questa seconda stagione c’è molta carne al fuoco, eppure se da un lato tutto questo può sembrare un punto a sfavore della serie – alcuni momenti romantico-melodrammatici sono sembrati forzati e fuori luogo contestualizzati allo stile del prodotto televisivo – dall’altra è un modo per mettere tutte le carte in tavola prima del gran finale – i flashback ci hanno aiutato a completare un quadro lasciato in sospeso, o quanto meno, a capire certi meccanismi e reazioni inizialmente sconosciute. A stagione conclusa molti rapporti sono cambiati, alcuni personaggi ci hanno lasciato, altri non hanno ancora buttato giù la maschera. Non mancano però, quegli elementi che ci hanno fatto amare The Strain fin dalla sua prima puntata: il mistero, quel senso di angoscia e paura accompagnata da una regia precisa ed una fotografia veramente immersiva, l’adrenalina e quel pizzico di humour che non guasta mai.
Tante, infine, le domande che ci circondano dopo questo finale. Qual è il fine ultimo del Maestro? Cosa nasconde Quinlan? È davvero dalla parte degli uomini? Riuscirà Abraham Setrakian a combattere l’Oscurità, ora che ha in mano ciò che ha sempre desiderato trovare? E quali saranno le sorti di Ephraim Goodweather in questo momento di estrema crisi?
Come per le stagioni precedenti, la terza, probabilmente adattata dal terzo romanzo della trilogia, verrà mandata in onda su FX durante la prossima estate. Non ci resta che aspettare…