Sofia: intervista alla regista Meryem Benm’Barek-Aloïsi [VIDEO]
Abbiamo intervistato la regista di Sofia, Meryem Benm'Barek-Aloïsi, che ci racconta la genesi dell'opera, dalle diversità dei personaggi costretti a entrare in contatto l'uno con l'altro all'urgenza di raffigurare i volti della società marocchina.
La regista marocchina Meryem Benm’Barek-Aloïsi parla di Sofia, premio Un Certain Regard a Cannes 2018
In occasione dell’uscita nelle sale italiane di Sofia, abbiamo intervistato la regista e sceneggiatrice Meryem Benm’Barek-Aloïsi, che ci ha parlato delle tematiche dell’opera e delle caratteristiche principali dei suoi personaggi.
Sofia ha avuto la sua prima mondiale al Festival di Cannes nel 2018, nella sezione Un Certain Regard, dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, ed è il primo lungometraggio della regista, in precedenza già regista e autrice di cinque cortometraggi. Di questi corti, Jenna (2014) è stato quello che ha permesso a Meryem Benm’Barek-Aloïsi di essere conosciuta anche negli Stati Uniti, riscuotendo un particolare successo di critica e consensi tra il pubblico.
Meryem Benm’Barek-Aloïsi è nata nel 1984 a Rabat, in Marocco, dove ha frequentato l’Istituto Nazionale di Lingue e Civilizzazione Orientale, che le ha permesso di apprendere lingue arabe. Più tardi, Meryem si è trasferita a Bruxelles, dove ha frequentato la INSAS, una prestigiosa scuola di cinema. Nella stessa città europea, in seguito, ha girato i suoi cortometraggi, fra cui il già citato Jenna.
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Sofia è un thriller sociale che, guardando alle opere di Asghar Farhadi (cui, su ammissione della stessa regista, sembrerebbe ispirarsi), sfocia progressivamente in un’opera sociologica che si pone l’obiettivo di scandagliare i terreni della società marocchina. La vicenda narrata è quella di Sofia, una ventenne che vive ancora con i suoi genitori a Casablanca e che, un giorno, è costretta a svelare alla cugina Lena di essere rimasta incinta. A causa delle leggi marocchine, severissime per quanto riguarda i rapporti extraconiugali, Sofia dovrà rintracciare il padre di sua figlia prima che l’ospedale dichiari illegale la gravidanza.
Meryem Benm’Barek-Aloïsi ci spiega, nell’intervista, qual è stata la genesi dell’opera, dalle caratteristiche e diversità dei personaggi, costretti a entrare in contatto l’uno con l’altro, all’urgenza di raccontare al pubblico i volti della società marocchina e le sue disuguaglianze interne.